Il contributo ripercorre le coordinate biografiche di Igino Giordani e si snoda su un itinerario di analisi e critica intorno alla concezione della guerra tematizzata in una delle sue opere più rilevanti, "Le due città": un affresco non sistematico di filosofia della storia che evoca quello di Sant’Agostino. Ne emerge una concezione dialettica della storia umana fondata sul Logos, che si articola necessariamente su un registro conflittuale in conseguenza delle reiterate negazioni della verità dell’uomo e sull’uomo, radicate, in ultima analisi, nell’ottica di Giordani, nel rifiuto della divinità di Gesù di Nazaret, vale a dire nella negazione dell’Incarnazione: il che, in ultima analisi, significa annientare «la capacità del soggetto di stringere legami autentici con i suoi simili e di sottrarsi al dominio di un potere costitutivamente corrotto», ge-nerando «una successione di urti» tra gli uomini e tra gli Stati, che diventa necessariamente «produzione di morte».
«Quell’operazione di dispendioso massacro e di preterumana stupidità». Appunti su guerra e antropologia ne "Le due città" di Igino Giordani.
FERRONATO, MARTA
2016
Abstract
Il contributo ripercorre le coordinate biografiche di Igino Giordani e si snoda su un itinerario di analisi e critica intorno alla concezione della guerra tematizzata in una delle sue opere più rilevanti, "Le due città": un affresco non sistematico di filosofia della storia che evoca quello di Sant’Agostino. Ne emerge una concezione dialettica della storia umana fondata sul Logos, che si articola necessariamente su un registro conflittuale in conseguenza delle reiterate negazioni della verità dell’uomo e sull’uomo, radicate, in ultima analisi, nell’ottica di Giordani, nel rifiuto della divinità di Gesù di Nazaret, vale a dire nella negazione dell’Incarnazione: il che, in ultima analisi, significa annientare «la capacità del soggetto di stringere legami autentici con i suoi simili e di sottrarsi al dominio di un potere costitutivamente corrotto», ge-nerando «una successione di urti» tra gli uomini e tra gli Stati, che diventa necessariamente «produzione di morte».Pubblicazioni consigliate
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