Scopo dello studio: Valutazione dei risultati dello screening uditivo neonatale universale ottenuti nel corso di 12 anni presso l’ospedale di Treviso utilizzando una metodologia di screening basata sulla registrazione rispettivamente delle Transient Otoacoustic Emissions (TOAEs) al Nido e delle TOAEs e dell’Automatic Auditory Brainstem Responses (aABR) presso la Terapia Intensiva Neonatale (TIN). Metodi: sono stati esaminati i risultati dello screening uditivo neonatale universale effettuato presso l’ospedale “S.M. di Ca’ Foncello” di Treviso a partire da gennaio 2004 e fino al 31 ottobre 2015. Sono stati valutati: la copertura garantita dallo screening uditivo neonatale, i risultati dello screening di primo e secondo livello, l’incidenza dell’ipoacusia, la strategia riabilitativa e il follow-up. Sono stati analizzati separatamente i risultati corrispondenti a due periodi di studio, caratterizzati da due differenti protocolli di screening applicati al NIDO: nel periodo 2004-2012 venivano segnalati come “FAIL” solo i bambini in cui le TOAEs erano assenti bilateralmente, mentre a partire dal 2013 vengono segnalati come “FAIL” tutti i bambini le cui TOAEs risultano assenti almeno in un orecchio. Risultati: In quasi 12 anni di screening uditivo neonatale universale, sono stati esaminati 30332 neonati, corrispondente ad una copertura dei neonati superiore al 98%. Di questi, oltre il 90% è stato sottoposto a screening uditivo mediante il rilievo delle TOAEs presso il NIDO e circa il 9% mediante TOAEs e AABR presso la TIN. Tra i bambini esaminati al NIDO, hanno superato lo screening neonatale di primo livello il 95,2% dei bambini, mentre sono risultati “FAIL” il 4,8%. Per quanto riguarda i bambini ricoverati in TIN sottoposti a screening di primo livello, il tasso di “FAIL” è stato dell’19.5%.I falsi positivi sono stati 0,96%. Sono stati così identificati 42 bambini ipoacusici, confermando un tasso di prevalenza dell’ipoacusia di 1,38/1000 neonati (1/649). Discussione: Lo screening uditivo neonatale universale attivo presso l’ospedale di Treviso a partire da gennaio 2004 si colloca, con una copertura dell’oltre 98% dei neonati, ben al di sopra della percentuale del 95% raccomandata dagli studi più accreditati presenti in letteratura. Il tasso di prevalenza dell’ipoacusia congenita di 1,38/1000 risulta in linea con i dati di precedenti esperienze di screening. E’ importante sottolineare che quasi la metà dei bambini ipoacusici accertati provenivano dal Nido, e in soli 3 di loro era individuabile un fattore di rischio per ipoacusia. Inoltre, considerando i due periodi presi in esame, la modifica del criterio di “Pass-Fail” presso il Nido ha permesso di individuare i bambini affetti da ipoacusia monolaterale con conseguente attuazione di una strategia di follow-up. Conclusioni: lo screening uditivo neonatale universale rimane il cardine della strategia di identificazione precoce delle ipoacusie infantili congenite e dell’avvio tempestivo della riabilitazione. L’estensione dello screening a tutti i neonati, ha permesso di fatto di raddoppiare, rispetto al decennio precedente quando lo screening era basato sul registro di rischio, il numero di bambini identificati e trattati precocemente con conseguente miglioramento della storia naturale dell’ipoacusia.

2004-2015 - 12 anni di screening uditivo neonatale universale. Il significato della continuità assistenziale e l’importanza del follow-up.

Cama E. 1, 2;SCIMEMI, PIETRO;MAININI, NICOLETTA;SANTARELLI, ROSAMARIA
2015

Abstract

Scopo dello studio: Valutazione dei risultati dello screening uditivo neonatale universale ottenuti nel corso di 12 anni presso l’ospedale di Treviso utilizzando una metodologia di screening basata sulla registrazione rispettivamente delle Transient Otoacoustic Emissions (TOAEs) al Nido e delle TOAEs e dell’Automatic Auditory Brainstem Responses (aABR) presso la Terapia Intensiva Neonatale (TIN). Metodi: sono stati esaminati i risultati dello screening uditivo neonatale universale effettuato presso l’ospedale “S.M. di Ca’ Foncello” di Treviso a partire da gennaio 2004 e fino al 31 ottobre 2015. Sono stati valutati: la copertura garantita dallo screening uditivo neonatale, i risultati dello screening di primo e secondo livello, l’incidenza dell’ipoacusia, la strategia riabilitativa e il follow-up. Sono stati analizzati separatamente i risultati corrispondenti a due periodi di studio, caratterizzati da due differenti protocolli di screening applicati al NIDO: nel periodo 2004-2012 venivano segnalati come “FAIL” solo i bambini in cui le TOAEs erano assenti bilateralmente, mentre a partire dal 2013 vengono segnalati come “FAIL” tutti i bambini le cui TOAEs risultano assenti almeno in un orecchio. Risultati: In quasi 12 anni di screening uditivo neonatale universale, sono stati esaminati 30332 neonati, corrispondente ad una copertura dei neonati superiore al 98%. Di questi, oltre il 90% è stato sottoposto a screening uditivo mediante il rilievo delle TOAEs presso il NIDO e circa il 9% mediante TOAEs e AABR presso la TIN. Tra i bambini esaminati al NIDO, hanno superato lo screening neonatale di primo livello il 95,2% dei bambini, mentre sono risultati “FAIL” il 4,8%. Per quanto riguarda i bambini ricoverati in TIN sottoposti a screening di primo livello, il tasso di “FAIL” è stato dell’19.5%.I falsi positivi sono stati 0,96%. Sono stati così identificati 42 bambini ipoacusici, confermando un tasso di prevalenza dell’ipoacusia di 1,38/1000 neonati (1/649). Discussione: Lo screening uditivo neonatale universale attivo presso l’ospedale di Treviso a partire da gennaio 2004 si colloca, con una copertura dell’oltre 98% dei neonati, ben al di sopra della percentuale del 95% raccomandata dagli studi più accreditati presenti in letteratura. Il tasso di prevalenza dell’ipoacusia congenita di 1,38/1000 risulta in linea con i dati di precedenti esperienze di screening. E’ importante sottolineare che quasi la metà dei bambini ipoacusici accertati provenivano dal Nido, e in soli 3 di loro era individuabile un fattore di rischio per ipoacusia. Inoltre, considerando i due periodi presi in esame, la modifica del criterio di “Pass-Fail” presso il Nido ha permesso di individuare i bambini affetti da ipoacusia monolaterale con conseguente attuazione di una strategia di follow-up. Conclusioni: lo screening uditivo neonatale universale rimane il cardine della strategia di identificazione precoce delle ipoacusie infantili congenite e dell’avvio tempestivo della riabilitazione. L’estensione dello screening a tutti i neonati, ha permesso di fatto di raddoppiare, rispetto al decennio precedente quando lo screening era basato sul registro di rischio, il numero di bambini identificati e trattati precocemente con conseguente miglioramento della storia naturale dell’ipoacusia.
2015
35 SIAF 2015 Aggiornamenti in audiologia infantile - Abstract book
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