L’evoluzione della struttura sociale del nostro Paese, dei bisogni della popolazione e la crisi degli ultimi anni hanno messo in luce l’emergere di nuove esigenze e nuove domande di policy a cui i sistemi di welfare, nel loro insieme, faticano a dare risposta. Da tempo – da più parti – si è affermata l’esigenza di superare la logica prestazionale dei servizi alla persona. L’oggetto di questo volume è l’analisi della capacità di risposta dei servizi di fronte alle sfide odierne del welfare in cui i servizi sono chiamati a confrontarsi con esigenze più complesse delle persone stesse, mobilitando risorse che prima erano solitamente invisibili o sottovalutate. Il tentativo di questo volume è precisamente quello di elaborare un’interpretazione a partire sia dai dati di sistema che dalla narrazione di chi quella realtà definisce e affronta giorno per giorno in prima persona. Nella prima parte del volume si tenterà di definire i confini che delimitano l’oggetto di ricerca, ossia il welfare locale, cuore del sistema di protezione sociale in Italia. Nella seconda parte verrà esposta la parte empirica della ricerca attraverso l’analisi di alcuni studi di caso realizzati nel welfare veneto e nel welfare lombardo. In un quadro di risorse limitate e di frammentazione degli interventi sociali, si mostrerà che un’evoluzione sostenibile del welfare territoriale è possibile solo se gli attori in gioco saranno in grado di promuovere legami, rafforzare le capacità di farsi carico delle persone, consolidare forme di reciprocità e supporto che non possono essere più affidate a un unico attore sia esso il sistema ‘pubblico’ o la società civile. Utilizzando l’approccio morfogenetico si vedrà che ciò è possibile grazie ad alcuni meccanismi di ricomposizione e di mediazione che rendono possibile l’innovazione sociale nei servizi alla persone. L’approccio realista, distinguendo fra il condizionamento strutturale (in cui rientrano le dinamiche politiche, sociali ed economiche), il condizionamento culturale (in cui incontriamo i concetti e le elaborazioni di un periodo storico) e l’interazione fra i gruppi, permette di capire se e come vengono prodotte le innovazioni nel welfare locale. Questo, ad esempio, si vede nelle pratiche dei professionisti che lavorano in prima linea: essi sono i primi in grado di influenzare i modelli di servizi alla persona affinché i bisogni delle persone non siano mai assunti come dati e conosciuti, ma anzi esplorati e compresi. O ancora, si vede, nella descrizione e nell’analisi di come gli attori scoprono insieme quello che devono fare e come devono farlo relazionandosi sia all’interno che all’esterno di un servizio. La specificità di questo lavoro risiede proprio nel tentativo di comprendere le ‘giuste’ forme di apprendimento pubblico o sociale che gli attori – condividono o meno – per realizzare efficacemente gli scopi che ogni servizio alla persona dovrebbe portare a compimento. L’analisi di queste modalità operative, diventerà sempre più necessaria se vogliamo trovare vie d’uscita rispetto ai problemi che il welfare ci pone quotidianamente. L’approccio del realismo critico si pone così come uno strumento più che mai adatto per l’analisi delle politiche sociali per due ragioni: i) è utile per scorgere le tendenze culturali e strutturali a livello di welfare territoriale; ii) può sopperire a una tipica mancanza del nostro sistema di welfare, spesso incapace di valorizzare positivamente le esperienze locali. L’elaborazione scientifica di questo libro si pone come uno strumento riflessivo per coloro che quotidianamente affrontano resistenze e tentativi di cambiamenti nella cultura del welfare, pur nella consapevolezza che rimane difficile prevedere se (e come) il nostro sistema ridurrà o no la frammentazione degli interventi sociali.
Esperimenti di welfare locale. Riflessività, pratiche professionali e innovazioni organizzative nei servizi alla persona
VISENTIN, MARTINA
2016
Abstract
L’evoluzione della struttura sociale del nostro Paese, dei bisogni della popolazione e la crisi degli ultimi anni hanno messo in luce l’emergere di nuove esigenze e nuove domande di policy a cui i sistemi di welfare, nel loro insieme, faticano a dare risposta. Da tempo – da più parti – si è affermata l’esigenza di superare la logica prestazionale dei servizi alla persona. L’oggetto di questo volume è l’analisi della capacità di risposta dei servizi di fronte alle sfide odierne del welfare in cui i servizi sono chiamati a confrontarsi con esigenze più complesse delle persone stesse, mobilitando risorse che prima erano solitamente invisibili o sottovalutate. Il tentativo di questo volume è precisamente quello di elaborare un’interpretazione a partire sia dai dati di sistema che dalla narrazione di chi quella realtà definisce e affronta giorno per giorno in prima persona. Nella prima parte del volume si tenterà di definire i confini che delimitano l’oggetto di ricerca, ossia il welfare locale, cuore del sistema di protezione sociale in Italia. Nella seconda parte verrà esposta la parte empirica della ricerca attraverso l’analisi di alcuni studi di caso realizzati nel welfare veneto e nel welfare lombardo. In un quadro di risorse limitate e di frammentazione degli interventi sociali, si mostrerà che un’evoluzione sostenibile del welfare territoriale è possibile solo se gli attori in gioco saranno in grado di promuovere legami, rafforzare le capacità di farsi carico delle persone, consolidare forme di reciprocità e supporto che non possono essere più affidate a un unico attore sia esso il sistema ‘pubblico’ o la società civile. Utilizzando l’approccio morfogenetico si vedrà che ciò è possibile grazie ad alcuni meccanismi di ricomposizione e di mediazione che rendono possibile l’innovazione sociale nei servizi alla persone. L’approccio realista, distinguendo fra il condizionamento strutturale (in cui rientrano le dinamiche politiche, sociali ed economiche), il condizionamento culturale (in cui incontriamo i concetti e le elaborazioni di un periodo storico) e l’interazione fra i gruppi, permette di capire se e come vengono prodotte le innovazioni nel welfare locale. Questo, ad esempio, si vede nelle pratiche dei professionisti che lavorano in prima linea: essi sono i primi in grado di influenzare i modelli di servizi alla persona affinché i bisogni delle persone non siano mai assunti come dati e conosciuti, ma anzi esplorati e compresi. O ancora, si vede, nella descrizione e nell’analisi di come gli attori scoprono insieme quello che devono fare e come devono farlo relazionandosi sia all’interno che all’esterno di un servizio. La specificità di questo lavoro risiede proprio nel tentativo di comprendere le ‘giuste’ forme di apprendimento pubblico o sociale che gli attori – condividono o meno – per realizzare efficacemente gli scopi che ogni servizio alla persona dovrebbe portare a compimento. L’analisi di queste modalità operative, diventerà sempre più necessaria se vogliamo trovare vie d’uscita rispetto ai problemi che il welfare ci pone quotidianamente. L’approccio del realismo critico si pone così come uno strumento più che mai adatto per l’analisi delle politiche sociali per due ragioni: i) è utile per scorgere le tendenze culturali e strutturali a livello di welfare territoriale; ii) può sopperire a una tipica mancanza del nostro sistema di welfare, spesso incapace di valorizzare positivamente le esperienze locali. L’elaborazione scientifica di questo libro si pone come uno strumento riflessivo per coloro che quotidianamente affrontano resistenze e tentativi di cambiamenti nella cultura del welfare, pur nella consapevolezza che rimane difficile prevedere se (e come) il nostro sistema ridurrà o no la frammentazione degli interventi sociali.Pubblicazioni consigliate
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