La problematica di una corretta gestione del rischio sismico finalizzata alla riduzione dei danni diretti e indiretti risulta essere di rilievo nei paesi industrializzati e soggetti per collocazione geografica alla ricorrenza di eventi sismici. Tuttavia ogni stato adotta politiche differenti di mitigazione del rischio sismico in relazione al proprio passato storico e alle caratteristiche specifiche giuridico-economiche vigenti: risulta pertanto difficile fare paragoni diretti tra differenti sistemi di trasferimento del rischio, in quanto, in molti casi le condizioni al contorno possono essere anche significativamente differenti. Considerando però le classiche componenti di valutazione del rischio sismico, si può osservare come sia possibile adottare una metrica comune per l’esecuzione di comparazioni tra differenti nazioni in termini di pericolosità sismica (definita tramite classica analisi PSHA) ed esposizione al rischio (stimata in relazione ad indicatori economici, come in questo caso il valore del Prodotto Interno Lordo (PIL) per km2): queste due componenti infatti, a differenza della vulnerabilità, risultano elementi primari difficilmente modificabili nel calcolo del rischio sismico. Nel presente lavoro viene quindi proposta una metodologia per la stima di un indicatore sintetico che raccoglie entrambe le componenti e le loro relative distribuzioni a livello territoriale e viene applicata nel seguito ai 60 Stati più industrializzati a livello mondiale, presentando i risultati ottenuti e successivamente analizzandoli criticamente.

Pericolosità ed esposizione a livello mondiale: elementi primari da considerare per l’adozione di politiche di trasferimento del rischio all'industria assicurativa

Lorenzo Hofer;Mariano Angelo Zanini;Carlo Pellegrino
2015

Abstract

La problematica di una corretta gestione del rischio sismico finalizzata alla riduzione dei danni diretti e indiretti risulta essere di rilievo nei paesi industrializzati e soggetti per collocazione geografica alla ricorrenza di eventi sismici. Tuttavia ogni stato adotta politiche differenti di mitigazione del rischio sismico in relazione al proprio passato storico e alle caratteristiche specifiche giuridico-economiche vigenti: risulta pertanto difficile fare paragoni diretti tra differenti sistemi di trasferimento del rischio, in quanto, in molti casi le condizioni al contorno possono essere anche significativamente differenti. Considerando però le classiche componenti di valutazione del rischio sismico, si può osservare come sia possibile adottare una metrica comune per l’esecuzione di comparazioni tra differenti nazioni in termini di pericolosità sismica (definita tramite classica analisi PSHA) ed esposizione al rischio (stimata in relazione ad indicatori economici, come in questo caso il valore del Prodotto Interno Lordo (PIL) per km2): queste due componenti infatti, a differenza della vulnerabilità, risultano elementi primari difficilmente modificabili nel calcolo del rischio sismico. Nel presente lavoro viene quindi proposta una metodologia per la stima di un indicatore sintetico che raccoglie entrambe le componenti e le loro relative distribuzioni a livello territoriale e viene applicata nel seguito ai 60 Stati più industrializzati a livello mondiale, presentando i risultati ottenuti e successivamente analizzandoli criticamente.
2015
Atti del XVI Convegno ANIDIS
978-88-940985-6-3
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