Il saggio prende in considerazione i diversi sensi della scrittura nell'opera di Truffaut, dall'importanza del suo epistolario a quella del suo apprendistato critico, da quella "professionale" dei soggetti e delle sceneggiature all'accezione di rappresentazione "manipolatoria" e non naturalistica che è insita nella sua poetica, per soffermarsi poi sulle funzione della parola scritta nei suoi film come veicolo di informazioni (attraverso l'uso di scritte di scena, libri, lettere, telegrammi, biglietti) fornite allo spettatore o condivise tra personaggi. Il contributo mette quindi in relazione questa centralià della scrittura con la presenza di numerosi segnali di una "fatica della parola" (personaggi muti o balbuzienti, lunghe scene senza dialoghi o sostituzioni di questi ultimi con scambi scritti, la tendenza a usare la parola in forma mediata tramite apparati riproduttivi, magnetofoni, citofoni, dischi) e con l'amore di Truffaut per il cinema muto e alla poetica del "mostrare" invece che del "dire", che costituisce la cifra del cinema dell'indimenticato autore francese.
«Tutto ciò che è stato scritto deve poter essere detto»: parola e scrittura nel cinema di Truffaut
MOTTA, A.
Writing – Original Draft Preparation
2017
Abstract
Il saggio prende in considerazione i diversi sensi della scrittura nell'opera di Truffaut, dall'importanza del suo epistolario a quella del suo apprendistato critico, da quella "professionale" dei soggetti e delle sceneggiature all'accezione di rappresentazione "manipolatoria" e non naturalistica che è insita nella sua poetica, per soffermarsi poi sulle funzione della parola scritta nei suoi film come veicolo di informazioni (attraverso l'uso di scritte di scena, libri, lettere, telegrammi, biglietti) fornite allo spettatore o condivise tra personaggi. Il contributo mette quindi in relazione questa centralià della scrittura con la presenza di numerosi segnali di una "fatica della parola" (personaggi muti o balbuzienti, lunghe scene senza dialoghi o sostituzioni di questi ultimi con scambi scritti, la tendenza a usare la parola in forma mediata tramite apparati riproduttivi, magnetofoni, citofoni, dischi) e con l'amore di Truffaut per il cinema muto e alla poetica del "mostrare" invece che del "dire", che costituisce la cifra del cinema dell'indimenticato autore francese.Pubblicazioni consigliate
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