In questo contributo ci si domanda perché la Convenzione sui diritti del bambino del 1989 (crc), che pure afferma il principio della partecipazione come uno dei suoi pilastri, non prevede alcuna misura di garanzia del diritto del bambino e dell’adolescente di votare, e se a questa mancata previsione si possa in qualche modo ovviare con norme e principi tratti da altre fonti e da un’interpretazione sistematica ed evolutiva del diritto internazionale dei diritti umani. Nella prima sezione si contestualizza la nozione di diritti politici nel quadro delle norme internazionali sui diritti umani e si osserva come questa categoria di diritti risulti assente dalla crc. Questa presunta lacuna è quindi ulteriormente approfondita nel paragrafo successivo in relazione al principio di “partecipazione” e al diritto di essere ascoltati, espressi all’art. 12 della crc. Il diritto dei bambini e degli adolescenti di essere ascoltati in tutti procedimenti che li riguardano esprime infatti una forma flessibile e incrementale di partecipazione che arriva fino al limite della partecipazione politica, senza però, a quanto pare, superare quella soglia. A questo punto ci si domanda se gli argomenti che tengono i minori d’età al di fuori della “stanza dei bottoni” delle istituzioni politiche siano davvero convincenti. La domanda non dovrebbe essere infatti perché i minorenni pretendono di votare, ma perché non sono ammessi a esercitare tale diritto umano fondamentale. La conclusione dell’analisi qui proposta è che si dovrebbe ripensare non solo (e non tanto) il diritto di partecipazione dei minori d’età alla vita civica e politica per favorire la loro inclusione, ma anche il modo in cui il diritto di partecipazione è costituito giuridicamente e regolato normativamente. Si dovrebbe insomma articolare in forma post-liberale il diritto di voto e pervenire a una visione più dettagliata e dinamica degli spazi democratici, che faccia spazio alle peculiarità della condizione del minore d’età.

Diritti politici: non un gioco da ragazzi

paolo de stefani
Writing – Original Draft Preparation
2017

Abstract

In questo contributo ci si domanda perché la Convenzione sui diritti del bambino del 1989 (crc), che pure afferma il principio della partecipazione come uno dei suoi pilastri, non prevede alcuna misura di garanzia del diritto del bambino e dell’adolescente di votare, e se a questa mancata previsione si possa in qualche modo ovviare con norme e principi tratti da altre fonti e da un’interpretazione sistematica ed evolutiva del diritto internazionale dei diritti umani. Nella prima sezione si contestualizza la nozione di diritti politici nel quadro delle norme internazionali sui diritti umani e si osserva come questa categoria di diritti risulti assente dalla crc. Questa presunta lacuna è quindi ulteriormente approfondita nel paragrafo successivo in relazione al principio di “partecipazione” e al diritto di essere ascoltati, espressi all’art. 12 della crc. Il diritto dei bambini e degli adolescenti di essere ascoltati in tutti procedimenti che li riguardano esprime infatti una forma flessibile e incrementale di partecipazione che arriva fino al limite della partecipazione politica, senza però, a quanto pare, superare quella soglia. A questo punto ci si domanda se gli argomenti che tengono i minori d’età al di fuori della “stanza dei bottoni” delle istituzioni politiche siano davvero convincenti. La domanda non dovrebbe essere infatti perché i minorenni pretendono di votare, ma perché non sono ammessi a esercitare tale diritto umano fondamentale. La conclusione dell’analisi qui proposta è che si dovrebbe ripensare non solo (e non tanto) il diritto di partecipazione dei minori d’età alla vita civica e politica per favorire la loro inclusione, ma anche il modo in cui il diritto di partecipazione è costituito giuridicamente e regolato normativamente. Si dovrebbe insomma articolare in forma post-liberale il diritto di voto e pervenire a una visione più dettagliata e dinamica degli spazi democratici, che faccia spazio alle peculiarità della condizione del minore d’età.
2017
«Ho fiducia in loro». Il diritto di bambini e adolescenti di essere ascoltati e di partecipare nell’intreccio delle generazioni
978-88-430-7752-6
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