Qual è stato il ruolo dell’arte nella definizione di un’identità coloniale italiana? Si tratta di un argomento di straordinario interesse, finora solo marginalmente sondato. L’espansionismo coloniale italiano, iniziato negli anni Ottanta del XIX secolo, procedette fra avanzamenti, arretramenti e riprese fino alla Seconda Guerra mondiale, includendo l’Eritrea, la Somalia, la Libia e l’Etiopia. Massiccia in quegli anni fu la produzione di immagini che dovevano promuovere e rendere popolare l’Africa e gli africani, nell’ambito di un battage mediatico che toccò stampa, editoria, istituzioni e soprattutto le numerose esposizioni coloniali che ebbero luogo durante il sessantennio dell’avventura italiana d’oltremare. Queste esposizioni vengono qui ricostruite – con l’ausilio di cataloghi, riviste, fotografie e documenti dell’epoca – focalizzando l’attenzione su dipinti e sculture e sulle modalità del loro allestimento: l’analisi dei soggetti, dei mutamenti di gusto, la maggiore o minore incidenza a livello statistico delle opere esposte mostrano come l’arte sia entrata organicamente a far parte di questa speciale macchina propagandistica e come si sia precisato nel corso del tempo il concetto di “arte coloniale”, intesa come l’insieme delle manifestazioni artistiche finalizzate a rendere familiari, per gli italiani, gli acquisiti domini africani. La storia che ne è scaturita ha fatto emergere una quantità di personaggi e opere di cui si era quasi persa la memoria, ma che hanno contribuito in modo decisivo alla costruzione dell’immaginario coloniale nel nostro Paese. Immancabilmente l’arte, in tutte le sue forme, si rivela come imprescindibile strumento per leggere e interpretare a pieno la storia della nostra nazione.
ESPORRE L'ITALIA COLONIALE. INTERPRETAZIONI DELL'ALTERITA'
TOMASELLA GIULIANA
2017
Abstract
Qual è stato il ruolo dell’arte nella definizione di un’identità coloniale italiana? Si tratta di un argomento di straordinario interesse, finora solo marginalmente sondato. L’espansionismo coloniale italiano, iniziato negli anni Ottanta del XIX secolo, procedette fra avanzamenti, arretramenti e riprese fino alla Seconda Guerra mondiale, includendo l’Eritrea, la Somalia, la Libia e l’Etiopia. Massiccia in quegli anni fu la produzione di immagini che dovevano promuovere e rendere popolare l’Africa e gli africani, nell’ambito di un battage mediatico che toccò stampa, editoria, istituzioni e soprattutto le numerose esposizioni coloniali che ebbero luogo durante il sessantennio dell’avventura italiana d’oltremare. Queste esposizioni vengono qui ricostruite – con l’ausilio di cataloghi, riviste, fotografie e documenti dell’epoca – focalizzando l’attenzione su dipinti e sculture e sulle modalità del loro allestimento: l’analisi dei soggetti, dei mutamenti di gusto, la maggiore o minore incidenza a livello statistico delle opere esposte mostrano come l’arte sia entrata organicamente a far parte di questa speciale macchina propagandistica e come si sia precisato nel corso del tempo il concetto di “arte coloniale”, intesa come l’insieme delle manifestazioni artistiche finalizzate a rendere familiari, per gli italiani, gli acquisiti domini africani. La storia che ne è scaturita ha fatto emergere una quantità di personaggi e opere di cui si era quasi persa la memoria, ma che hanno contribuito in modo decisivo alla costruzione dell’immaginario coloniale nel nostro Paese. Immancabilmente l’arte, in tutte le sue forme, si rivela come imprescindibile strumento per leggere e interpretare a pieno la storia della nostra nazione.Pubblicazioni consigliate
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