La radicalizzazione di matrice islamista investe anche l'Italia, coinvolgendo sempre più cittadini e residenti. Si tratti di foreign fighters , pure in numero relativamente minore rispetto a quello di altri grandi paesi europei, o di radicalizzati interni, che appaiono in rapida crescita . Chi sono e quali le motivazioni politiche, culturali, religiose che li inducono a compiere una simile scelta? Come si sta strutturando, con il loro emergere, il campo del jihad italiano ? E quali politiche di prevenzione sono possibili per evitare che i processi di radicalizzazione facciano nuovi proseliti? Il volume cerca di rispondere a questi e altri interrogativi , ripercorrendo la genesi della presenza radicale in Italia, a partire dall'insediamento di gruppi egiziani e algerini negli anni Novanta che facevano del Paese un retroterra logistico del jihad in patria. Per analizzare, poi, la comparsa in scena, a partire dal nuovo secolo, di immigrati di seconda generazione e convertiti , di italiani o italofoni, di uomini e donne, che dopo l'avvento del jihad globale, considerano il Paese in cui sono nati o vivono un fronte interno. Una ricognizione che si svolge nei luoghi sociali e geografici- la Rete , le moschee radicali, le scuole e le carceri, le aree urbane e i piccoli paesi di provincia, le regioni del Nord a quelle del Centro Sud- nei quali i processi di radicalizzazione si sviluppano con più forza. L'analisi che mette in evidenza, anche, i molteplici fattori, demografici, religiosi, politici, di sicurezza,, che hanno, sin qui, ostacolato il diffondersi , in misura più massiccia, di un fenomeno, che investe con forza gli altri paesi europei. Dando origine a un " ritardo" del italiano" che , a causa dei rapidi mutamenti in atto, destinati a incidere su quegli stessi fattori, potrebbe, però, essere colmato nel corso di pochi anni.

Jihadisti d'Italia.

Renzo Guolo
2018

Abstract

La radicalizzazione di matrice islamista investe anche l'Italia, coinvolgendo sempre più cittadini e residenti. Si tratti di foreign fighters , pure in numero relativamente minore rispetto a quello di altri grandi paesi europei, o di radicalizzati interni, che appaiono in rapida crescita . Chi sono e quali le motivazioni politiche, culturali, religiose che li inducono a compiere una simile scelta? Come si sta strutturando, con il loro emergere, il campo del jihad italiano ? E quali politiche di prevenzione sono possibili per evitare che i processi di radicalizzazione facciano nuovi proseliti? Il volume cerca di rispondere a questi e altri interrogativi , ripercorrendo la genesi della presenza radicale in Italia, a partire dall'insediamento di gruppi egiziani e algerini negli anni Novanta che facevano del Paese un retroterra logistico del jihad in patria. Per analizzare, poi, la comparsa in scena, a partire dal nuovo secolo, di immigrati di seconda generazione e convertiti , di italiani o italofoni, di uomini e donne, che dopo l'avvento del jihad globale, considerano il Paese in cui sono nati o vivono un fronte interno. Una ricognizione che si svolge nei luoghi sociali e geografici- la Rete , le moschee radicali, le scuole e le carceri, le aree urbane e i piccoli paesi di provincia, le regioni del Nord a quelle del Centro Sud- nei quali i processi di radicalizzazione si sviluppano con più forza. L'analisi che mette in evidenza, anche, i molteplici fattori, demografici, religiosi, politici, di sicurezza,, che hanno, sin qui, ostacolato il diffondersi , in misura più massiccia, di un fenomeno, che investe con forza gli altri paesi europei. Dando origine a un " ritardo" del italiano" che , a causa dei rapidi mutamenti in atto, destinati a incidere su quegli stessi fattori, potrebbe, però, essere colmato nel corso di pochi anni.
2018
9788862506823
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