Il rapporto tra diseguaglianza e mercato può essere affrontato da molteplici punti di vista. Sul piano economico, coinvolge alcune tra le più controverse problematiche relative al conflitto tra efficienza ed equità nell’ambito dell’economia di mercato: problematiche che, paradossalmente, hanno finito per assumere toni sempre più polemici con il progressivo arricchirsi delle società. Sul piano politico, comprende l’ampio ventaglio delle azioni pubbliche volte a ridurre le diseguaglianze sociali prodotte dalle dinamiche di mercato: azioni che sono il frutto di scelte del legislatore e delle amministrazioni circa i tempi e i modi dell’intervento pubblico nell’economia (a monte, all’interno o a valle del mercato; in forma di regolazione, gestione o perequazione). Sul piano giuridico, riguarda tutto l’insieme delle norme e delle istituzioni che in un determinato ordinamento disciplinano il funzionamento del mercato, cercando di contemperare adeguatamente libertà individuale ed equità sociale. La prospettiva adottata in questa sede è quella del diritto costituzionale. Dopo avere sinteticamente ricostruito il modello economico delineato dalla Costituzione italiana, nei suoi presupposti teorici e nei suoi sviluppi dottrinali e giurisprudenziali, si cerca di comprendere se esso sia stato effettivamente attuato o sia stato in tutto o in parte disatteso. Partendo dai fondamenti del pensiero economico e di quello politico per arrivare alle loro applicazioni pratiche, si valuta quindi la compatibilità con il sistema costituzionale – e, segnatamente, con il principio di eguaglianza formale e sostanziale di cui all’art. 3 Cost. – dell’odierno «capitalismo di mercato».

Dis-eguaglianza e mercato

Marco Giampieretti;
2016

Abstract

Il rapporto tra diseguaglianza e mercato può essere affrontato da molteplici punti di vista. Sul piano economico, coinvolge alcune tra le più controverse problematiche relative al conflitto tra efficienza ed equità nell’ambito dell’economia di mercato: problematiche che, paradossalmente, hanno finito per assumere toni sempre più polemici con il progressivo arricchirsi delle società. Sul piano politico, comprende l’ampio ventaglio delle azioni pubbliche volte a ridurre le diseguaglianze sociali prodotte dalle dinamiche di mercato: azioni che sono il frutto di scelte del legislatore e delle amministrazioni circa i tempi e i modi dell’intervento pubblico nell’economia (a monte, all’interno o a valle del mercato; in forma di regolazione, gestione o perequazione). Sul piano giuridico, riguarda tutto l’insieme delle norme e delle istituzioni che in un determinato ordinamento disciplinano il funzionamento del mercato, cercando di contemperare adeguatamente libertà individuale ed equità sociale. La prospettiva adottata in questa sede è quella del diritto costituzionale. Dopo avere sinteticamente ricostruito il modello economico delineato dalla Costituzione italiana, nei suoi presupposti teorici e nei suoi sviluppi dottrinali e giurisprudenziali, si cerca di comprendere se esso sia stato effettivamente attuato o sia stato in tutto o in parte disatteso. Partendo dai fondamenti del pensiero economico e di quello politico per arrivare alle loro applicazioni pratiche, si valuta quindi la compatibilità con il sistema costituzionale – e, segnatamente, con il principio di eguaglianza formale e sostanziale di cui all’art. 3 Cost. – dell’odierno «capitalismo di mercato».
2016
La dis-eguaglianza nello Stato costituzionale. Atti del convegno di Campobasso 19-20 giugno 2015
978-88-6342-875-9
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