L'analisi paleografica e codicologica del codex unicus che contiene la Cronica di Salimbene de Adam, ovvero il ms. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. lat. 7260 dimostra inequivocabilmente come si tratti di un manoscrtto autografo, in cui all’unitarietà e alla coerenza testuali si accosta una serie di interventi correttivi o aggiuntivi di mano dell’autore, che trasformano l’opera, modificandola, in un testo progressivo e “aperto”, per così dire. Abbiamo in ogni caso a che fare non più con una “Grundschrift”, dunque quello che potremmo indicare come il testo originale uscito (magari anche materialmente) dalla penna del suo autore, suscettibile però appunto di revisioni e rifacimenti, bensì già con una versione organizzata di un codice d’autore, una “Reinschrift”, dunque un libro scritto dall’autore del testo che contiene, di medio livello esecutivo, non troppo elegante e raffinato ma neppure desolatamente sciatto e poco curato, sia strutturalmente che graficamente. Un libro evidentemente destinato a una circolazione più o meno limitata, certamente entro una cerchia di amici, discepoli, protettori e mecenati, compagni di studio o, come nel nostro caso, di confratelli, che ci pone anche la questione più complessiva delle diverse possibili fasi redazionali, e dunque di possibili diversi stadi nella confezione degli autografi, i quali, partendo dalla minuta, arrivano in un percorso a tappe alla versione stabilizzata, se non definitiva, del testo: fasi testuali diverse, corrispondenti anche a prodotti grafici e a oggetti materiali diversi.

Il manoscritto della Cronica di Salimbene de Adam

NICOLETTA GIOVE'
2018

Abstract

L'analisi paleografica e codicologica del codex unicus che contiene la Cronica di Salimbene de Adam, ovvero il ms. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. lat. 7260 dimostra inequivocabilmente come si tratti di un manoscrtto autografo, in cui all’unitarietà e alla coerenza testuali si accosta una serie di interventi correttivi o aggiuntivi di mano dell’autore, che trasformano l’opera, modificandola, in un testo progressivo e “aperto”, per così dire. Abbiamo in ogni caso a che fare non più con una “Grundschrift”, dunque quello che potremmo indicare come il testo originale uscito (magari anche materialmente) dalla penna del suo autore, suscettibile però appunto di revisioni e rifacimenti, bensì già con una versione organizzata di un codice d’autore, una “Reinschrift”, dunque un libro scritto dall’autore del testo che contiene, di medio livello esecutivo, non troppo elegante e raffinato ma neppure desolatamente sciatto e poco curato, sia strutturalmente che graficamente. Un libro evidentemente destinato a una circolazione più o meno limitata, certamente entro una cerchia di amici, discepoli, protettori e mecenati, compagni di studio o, come nel nostro caso, di confratelli, che ci pone anche la questione più complessiva delle diverse possibili fasi redazionali, e dunque di possibili diversi stadi nella confezione degli autografi, i quali, partendo dalla minuta, arrivano in un percorso a tappe alla versione stabilizzata, se non definitiva, del testo: fasi testuali diverse, corrispondenti anche a prodotti grafici e a oggetti materiali diversi.
2018
Salimbene de Adam e la “Cronica”, Atti del LIV Convegno storico internazionale (Todi, 8-10 ottobre 2017)
9788868091712
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