In Italia le leggi razziali emanate nel 1938, che fecero riferimento ad un’idea pseudoscientifica e biologicamente determinata di razza, ebbero l’effetto di isolare ed estromettere dalla società civile parte della popolazione, e diffondere l’idea di inferiorità dei popoli africani che abitavano le colonie dell’Impero. La loro ricaduta anche il campo scolastico fu determinante e, attraverso una didattica della razza che si serviva di stereotipi, si educò all’esclusione del diverso. Nel secondo dopoguerra il concetto di razza non sparì dai sussidi didattici iconografici, come le filmine ad immagine fissa o gli atlanti scientifici, e nemmeno dai testi scolastici, anche se cominciò a assumere significati diversi che nel tempo avrebbero portato all’eliminazione dello stesso termine «razza». Nel contributo si analizzano le forme didattiche con le quali, dagli anni Cinquanta alla fine degli anni Sessanta del Novecento, è stato presentato il concetto di razza, così pregnante per la recente storia europea. La rappresentazione iconografica dell’antropologia umana infatti, a differenza dei testi scritti, può provocare un’immediata, diretta e duratura ricaduta sugli alunni veicolando concetti complessi nell’immediatezza della visione.
Immagini scolastiche della razza nella scuola italiana nel secondo dopoguerra
carla callegari
2018
Abstract
In Italia le leggi razziali emanate nel 1938, che fecero riferimento ad un’idea pseudoscientifica e biologicamente determinata di razza, ebbero l’effetto di isolare ed estromettere dalla società civile parte della popolazione, e diffondere l’idea di inferiorità dei popoli africani che abitavano le colonie dell’Impero. La loro ricaduta anche il campo scolastico fu determinante e, attraverso una didattica della razza che si serviva di stereotipi, si educò all’esclusione del diverso. Nel secondo dopoguerra il concetto di razza non sparì dai sussidi didattici iconografici, come le filmine ad immagine fissa o gli atlanti scientifici, e nemmeno dai testi scolastici, anche se cominciò a assumere significati diversi che nel tempo avrebbero portato all’eliminazione dello stesso termine «razza». Nel contributo si analizzano le forme didattiche con le quali, dagli anni Cinquanta alla fine degli anni Sessanta del Novecento, è stato presentato il concetto di razza, così pregnante per la recente storia europea. La rappresentazione iconografica dell’antropologia umana infatti, a differenza dei testi scritti, può provocare un’immediata, diretta e duratura ricaduta sugli alunni veicolando concetti complessi nell’immediatezza della visione.Pubblicazioni consigliate
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