L’atto antropofago nella postmodernità non ha più l’effetto sacralizzante che la divorazione aveva sulla cultura divorata. L’antropofagia modernista brasiliana garantiva in una certa misura un’identità culturale/nazionale, in quanto dava in prestito alla nuova estetica un senso di formazione basato sulla reinvenzione (e metabolizzazione) di un passato genuino e su un discreto numero di momenti decisivi della nostra storia. Dagli anni ’90 in poi la “cannibalizzazione del passato” fa sorgere un’esperienza culturale caratterizzata dall’accumulazione di valori estetici, da una violenza cinematografica ma, in difesa dell’ibridismo postmoderno. Il Manifesto dell’Antropofagia, al contrario, si proponeva come catarsi e come “motto” che cercava di trasformare la dialettica coloniale e postcoloniale, fatta di sottomissioni e dipendenze, in sovversioni ermeneutiche. L’Antropofagia brasiliana, in quanto movimento che si origina in una cultura colonizzata che aspira a definirsi in senso autonomo, non si confonde inoltre con l’attuale cannibalismo decostruzionista e con la produzione di simulacri della postmodernità che ironizza e desacralizza ciò che è divorato.
L’ago, il fuso e l’arcolaio: scenario dell’antropofagia brasiliana nella postmodernità (una ricetta per un banchetto al femminile)
FONTES M
2016
Abstract
L’atto antropofago nella postmodernità non ha più l’effetto sacralizzante che la divorazione aveva sulla cultura divorata. L’antropofagia modernista brasiliana garantiva in una certa misura un’identità culturale/nazionale, in quanto dava in prestito alla nuova estetica un senso di formazione basato sulla reinvenzione (e metabolizzazione) di un passato genuino e su un discreto numero di momenti decisivi della nostra storia. Dagli anni ’90 in poi la “cannibalizzazione del passato” fa sorgere un’esperienza culturale caratterizzata dall’accumulazione di valori estetici, da una violenza cinematografica ma, in difesa dell’ibridismo postmoderno. Il Manifesto dell’Antropofagia, al contrario, si proponeva come catarsi e come “motto” che cercava di trasformare la dialettica coloniale e postcoloniale, fatta di sottomissioni e dipendenze, in sovversioni ermeneutiche. L’Antropofagia brasiliana, in quanto movimento che si origina in una cultura colonizzata che aspira a definirsi in senso autonomo, non si confonde inoltre con l’attuale cannibalismo decostruzionista e con la produzione di simulacri della postmodernità che ironizza e desacralizza ciò che è divorato.Pubblicazioni consigliate
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