Il contributo esamina la questione dei viaggi e delle committenze europee di Paris Bordon (Treviso, 1500 - Venezia 1571) a partire dalla testimonianza del medaglione biografico inserito nelle "Vite" di Giorgio Vasari ridiscusso a partire dall'esame dei documenti sul pittore. Affronta in primo luogo la questione dei soggiorni nella Milano spagnola e del rapporto con Carlo da Rho, prospettando un diverso assetto della produzione legata al committente. Discute poi il dibattuto tema del viaggio alla corte francese che nell'attuale prospettiva critica si colloca negli anni tardi, di contro alle informazioni fornite da Vasari, che le aveva acquisite dal pittore stesso durante il soggiorno veneziano del 1566. A partire dalla riconsiderazione della peculiarità dei caratteri di un gruppo di opere profane ascrivibili agli anni quaranta, e ben descritte nelle lettere di Pietro Aretino, diviene possibile riprospettare l'ipotesi di una presenza precoce del pittore a Fontainebleau, sorretta anche da alcuni indizi storici. Da questo riassetto assume maggiore autonomia e originalità il quadro da stanza di soggetto profano e d'ispirazione all'antica, tipico del pittore che nella letteratura è stato spesso letto in dipendenza dell'esempio di Tiziano.
Per la dimensione europea del Rinascimento veneto in pittura. Il caso di Paris Bordon
Romani, V.
2018
Abstract
Il contributo esamina la questione dei viaggi e delle committenze europee di Paris Bordon (Treviso, 1500 - Venezia 1571) a partire dalla testimonianza del medaglione biografico inserito nelle "Vite" di Giorgio Vasari ridiscusso a partire dall'esame dei documenti sul pittore. Affronta in primo luogo la questione dei soggiorni nella Milano spagnola e del rapporto con Carlo da Rho, prospettando un diverso assetto della produzione legata al committente. Discute poi il dibattuto tema del viaggio alla corte francese che nell'attuale prospettiva critica si colloca negli anni tardi, di contro alle informazioni fornite da Vasari, che le aveva acquisite dal pittore stesso durante il soggiorno veneziano del 1566. A partire dalla riconsiderazione della peculiarità dei caratteri di un gruppo di opere profane ascrivibili agli anni quaranta, e ben descritte nelle lettere di Pietro Aretino, diviene possibile riprospettare l'ipotesi di una presenza precoce del pittore a Fontainebleau, sorretta anche da alcuni indizi storici. Da questo riassetto assume maggiore autonomia e originalità il quadro da stanza di soggetto profano e d'ispirazione all'antica, tipico del pittore che nella letteratura è stato spesso letto in dipendenza dell'esempio di Tiziano.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.