In età coloniale, gli inglesi costruirono in Sudan il più grande progetto irriguo africano: la Gezira (Gaitskell, 1959; Barnett 1977; Plusquellec, 1990; Bernal, 1997; Ertsen; 2016). Esteso tra il Nilo Bianco e il Nilo Blu, a sud di Khartoum, il perimetro agricolo, formalmente istituito nel 1925, era destinato a produrre cotone per l’industria tessile. Fin dagli esordi, la Gezira ha rappresentato il paradigma dei successivi progetti idroagricoli nel Paese. Si è inoltre rivelata un ingranaggio essenziale della macchina territoriale modernizzatrice dello stato sudanese anche ad avvenuta indipendenza, nel 1956. Nei primissimi anni Sessanta, lo schema è stato ampliato con l’estensione di Managil arrivando a sfiorare il milione di ettari. Negli anni Settanta, in un Sudan proiettato a divenire “granaio” del mondo arabo, il Gezira Board sostituì – seppur parzialmente – il cotone con colture alimentari. Complici lo scarso livello di manutenzione e la debole capacità gestionale dello schema, la situazione interna al perimetro iniziò a peggiorare: i terreni irrigati erano il 50% del totale (WB 2010). In questo difficile contesto, a partire dagli anni Ottanta, furono proposti – sponsorizzati dalla Banca Mondiale – vari progetti di riabilitazione che hanno dimostrato ridotta efficacia. Il “Gezira Scheme Act” del 2005 costituisce uno snodo cruciale della storia recente del grande perimetro. Esso ha portato a sostanziali innovazioni sotto diversi aspetti. Dal punto di vista istituzionale, il Gezira Board – appendice dello Stato storicamente preposta alla gestione accentrata del ciclo produttivo – ha subito un drastico ridimensionamento. Ad un minore interventismo statale sono corrisposti il conferimento di maggiori responsabilità ai farmers attraverso le Water Users Associations e l’apertura al settore privato. Altre innovazioni radicali hanno riguardato gli aspetti fondiari e colturali. Ad alcuni farmers è stata riconosciuta la proprietà privata delle terre, ad altri contratti d’affitto a lunghissimo termine. Inoltre il Gezira Act ha permesso di vendere o ipotecare le proprie terre: pratiche sino ad allora illegali, seppur frequenti. Infine, la possibilità dei farmers di scegliere autonomamente le colture su cui investire ha stimolato un rinnovato interesse al lavoro agricolo dopo anni di disimpegno. Questo documento ha suscitato critiche e resistenze: i ministeri e il Gezira Board propongono il ritorno a forme accentrate di gestione. Nelle missioni di ricerca effettuate (2010, 2014, 2016) si è potuto osservare una elevata dinamicità relazionale tra innovazioni top-down e bottom-up: questi attriti rendono incerti gli scenari di sviluppo nel lungo termine. Da un lato si assiste al consolidarsi di attori locali che accumulano terra, si lanciano nella meccanizzazione della produzione e cercano nuovi prodotti e nuovi mercati, dall’altro si iniziano ad affacciare, seppur con prudenza, attori esterni, anche stranieri, interessati alle ottime terre e alla disponibilità d’acqua che offre la Gezira.

L’attrito dell'innovazione. Processi di trasformazione del gigante idroagricolo del Sudan: la Gezira

Marina Bertoncin;Andrea Pase;Daria Quatrida;Stefano Turrini
2019

Abstract

In età coloniale, gli inglesi costruirono in Sudan il più grande progetto irriguo africano: la Gezira (Gaitskell, 1959; Barnett 1977; Plusquellec, 1990; Bernal, 1997; Ertsen; 2016). Esteso tra il Nilo Bianco e il Nilo Blu, a sud di Khartoum, il perimetro agricolo, formalmente istituito nel 1925, era destinato a produrre cotone per l’industria tessile. Fin dagli esordi, la Gezira ha rappresentato il paradigma dei successivi progetti idroagricoli nel Paese. Si è inoltre rivelata un ingranaggio essenziale della macchina territoriale modernizzatrice dello stato sudanese anche ad avvenuta indipendenza, nel 1956. Nei primissimi anni Sessanta, lo schema è stato ampliato con l’estensione di Managil arrivando a sfiorare il milione di ettari. Negli anni Settanta, in un Sudan proiettato a divenire “granaio” del mondo arabo, il Gezira Board sostituì – seppur parzialmente – il cotone con colture alimentari. Complici lo scarso livello di manutenzione e la debole capacità gestionale dello schema, la situazione interna al perimetro iniziò a peggiorare: i terreni irrigati erano il 50% del totale (WB 2010). In questo difficile contesto, a partire dagli anni Ottanta, furono proposti – sponsorizzati dalla Banca Mondiale – vari progetti di riabilitazione che hanno dimostrato ridotta efficacia. Il “Gezira Scheme Act” del 2005 costituisce uno snodo cruciale della storia recente del grande perimetro. Esso ha portato a sostanziali innovazioni sotto diversi aspetti. Dal punto di vista istituzionale, il Gezira Board – appendice dello Stato storicamente preposta alla gestione accentrata del ciclo produttivo – ha subito un drastico ridimensionamento. Ad un minore interventismo statale sono corrisposti il conferimento di maggiori responsabilità ai farmers attraverso le Water Users Associations e l’apertura al settore privato. Altre innovazioni radicali hanno riguardato gli aspetti fondiari e colturali. Ad alcuni farmers è stata riconosciuta la proprietà privata delle terre, ad altri contratti d’affitto a lunghissimo termine. Inoltre il Gezira Act ha permesso di vendere o ipotecare le proprie terre: pratiche sino ad allora illegali, seppur frequenti. Infine, la possibilità dei farmers di scegliere autonomamente le colture su cui investire ha stimolato un rinnovato interesse al lavoro agricolo dopo anni di disimpegno. Questo documento ha suscitato critiche e resistenze: i ministeri e il Gezira Board propongono il ritorno a forme accentrate di gestione. Nelle missioni di ricerca effettuate (2010, 2014, 2016) si è potuto osservare una elevata dinamicità relazionale tra innovazioni top-down e bottom-up: questi attriti rendono incerti gli scenari di sviluppo nel lungo termine. Da un lato si assiste al consolidarsi di attori locali che accumulano terra, si lanciano nella meccanizzazione della produzione e cercano nuovi prodotti e nuovi mercati, dall’altro si iniziano ad affacciare, seppur con prudenza, attori esterni, anche stranieri, interessati alle ottime terre e alla disponibilità d’acqua che offre la Gezira.
2019
L’apporto della Geografia tra rivoluzioni e riforme. Atti del XXXII Congresso Geografico Italiano (Roma, 7-10 giugno 2017)
978-88-942641-2-8
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Atti CGI Roma Sudan.pdf

accesso aperto

Tipologia: Published (publisher's version)
Licenza: Creative commons
Dimensione 3.67 MB
Formato Adobe PDF
3.67 MB Adobe PDF Visualizza/Apri
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3289852
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact