Questo manuale tratta delle attività che la Selvicoltura può fare per prevenire le conseguenze di azioni perturbative di fattori ecologici biotici e abiotici sul “normale” funzionamento dei boschi e per accelerare il ripristino delle situazioni presenti prima dell’evento. Data la complessità del tema da trattare si è ritenuto opportuno dedicare una prima parte del manuale alla descrizione di argomenti di carattere generale, con particolare attenzione agli aspetti concettuali e nomenclaturali, non sempre chiari e univoci. In particolare, proprio nel primo Sottocapitolo è illustrato il significato dei principali termini che saranno utilizzati nel testo. I successivi due Sottocapitoli, il secondo e il terzo, descrivono in generale le caratteristiche dei fattori che interagiscono con il bosco e come la loro attività costituisca il motore dei sistemi stessi, permettendone la conservazione della complessità e della biodiversità. Il quarto Sottocapitolo entra più nel dettaglio considerando come i sistemi naturali interagiscono con le perturbazioni in relazione alla loro resistenza e resilienza. Ancora più in profondità nell’argomento entra il quinto Sottocapitolo che descrive le condizioni dei boschi che possono essere considerate critiche nei confronti delle perturbazioni. Si tratta di un argomento fondamentale poiché permette di evidenziare e di stabilire le priorità di eventuali interventi selvicolturali di prevenzione dei danni. Ovviamente in questo Sottocapitolo sono considerati solo i disturbi verso i quali sia possibile fare delle attività selvicolturali di prevenzione. La terza parte è dedicata alle varie attività selvicolturali che possono essere adottate soprattutto in due scenari: dei boschi di protezione diretta e di quelli produttivi. Per ogni scenario sono esposte le principali conseguenze dei disturbi, gli interventi selvicolturali di prevenzione, qualora possibili, e quelli di ripristino dello stato ante evento. Merita precisare che nelle due situazioni considerate non cambia molto la tipologia degli interventi possibili, ma la loro priorità, ovvero l’opportunità o meno di applicarli nel contesto di due diversi obiettivi strategici: la sicurezza e l’economicità.

Selvicoltura per la protezione dai disturbi

Roberto Del Favero;Emanuele Lingua;Mario Pividori
2019

Abstract

Questo manuale tratta delle attività che la Selvicoltura può fare per prevenire le conseguenze di azioni perturbative di fattori ecologici biotici e abiotici sul “normale” funzionamento dei boschi e per accelerare il ripristino delle situazioni presenti prima dell’evento. Data la complessità del tema da trattare si è ritenuto opportuno dedicare una prima parte del manuale alla descrizione di argomenti di carattere generale, con particolare attenzione agli aspetti concettuali e nomenclaturali, non sempre chiari e univoci. In particolare, proprio nel primo Sottocapitolo è illustrato il significato dei principali termini che saranno utilizzati nel testo. I successivi due Sottocapitoli, il secondo e il terzo, descrivono in generale le caratteristiche dei fattori che interagiscono con il bosco e come la loro attività costituisca il motore dei sistemi stessi, permettendone la conservazione della complessità e della biodiversità. Il quarto Sottocapitolo entra più nel dettaglio considerando come i sistemi naturali interagiscono con le perturbazioni in relazione alla loro resistenza e resilienza. Ancora più in profondità nell’argomento entra il quinto Sottocapitolo che descrive le condizioni dei boschi che possono essere considerate critiche nei confronti delle perturbazioni. Si tratta di un argomento fondamentale poiché permette di evidenziare e di stabilire le priorità di eventuali interventi selvicolturali di prevenzione dei danni. Ovviamente in questo Sottocapitolo sono considerati solo i disturbi verso i quali sia possibile fare delle attività selvicolturali di prevenzione. La terza parte è dedicata alle varie attività selvicolturali che possono essere adottate soprattutto in due scenari: dei boschi di protezione diretta e di quelli produttivi. Per ogni scenario sono esposte le principali conseguenze dei disturbi, gli interventi selvicolturali di prevenzione, qualora possibili, e quelli di ripristino dello stato ante evento. Merita precisare che nelle due situazioni considerate non cambia molto la tipologia degli interventi possibili, ma la loro priorità, ovvero l’opportunità o meno di applicarli nel contesto di due diversi obiettivi strategici: la sicurezza e l’economicità.
2019
978-88-98850-33-4
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