La conoscenza del mondo passa attraverso l’udito, ma se la vista ha po- tuto sviluppare strumenti molto raffinati per immagazzinare, manipolare e interpretare i dati che la colpiscono, l’udito è “in fasce” ed è ancora alle prese con strumenti e metodi da verificare. Se non ci si può esimere dal sentire (l’apparato udivo è costamene sollecitato anche al di là della nostra volontà) l’azione dell’ascoltare ̶ dal latino Auscultare da Ausiula diminuti- vo di Ausis (orecchio) e quindi porre l’orecchio ̶ richiede un atto consape- vole e intenzionale. La consapevolezza e l’internazionalità permettono l’avvio di processi in cui le percezioni uditive vengono poste al centro. Le percezioni non sono giuste o sbagliate: sono. Imparare a prendere contatto con queste consente di rendere maggiormente espliciti il significa- to che il singolo attribuisce al paesaggio. Per queste riflessioni sul paesag- gio sonoro trovo illuminante la posizione del geografo ginevrino Raffestin 1 Sezione di geografia, Dipartimento di scienze storiche geografiche e dell’antichità e Dipartimento formazione e apprendimento della Scuola universitaria italiana della svizzera italiana. 1 (2007) che evidenzia la distinzione tra territorio – “realtà materiale”, risul- tato di continue modifiche, sottoposto a perenne mutamento – e paesaggio, definito come: «realtà immateriale che, al contrario, è il risultato di un pro- cesso di produzione mentale, che ha origine da uno sguardo umano, a sua volta mediato da linguaggi differenti [...] l’espressione di una pausa nel tempo: è “un’istantanea”». Per comprendere il territorio (geostruttura) è ne- cessario: dotarsi di immagini che rappresentano gli utensili che permettono di esplorare la realtà. Spostando l’attenzione dallo sguardo all’ascolto, tra gli “utensili” utili al riconoscimento, al rispetto e alla valorizzazione degli elementi di un territorio, i singoli suoni diventano potenti segnali che met- tono in luce il fatto (la presenza di artefatti facilitanti le attività degli esseri umani sul territorio) il farsi (i processi che caratterizzano l’evoluzione con- tinua di un territorio ad opera degli attori in esso presenti) e il senso ovvero i valori racchiusi in un territorio visto, secondo una brillante definizione di Magnaghi (2005), come la fecondazione della natura da parte della cultura.

La Sapienza “suona”. Tracce di percorsi geografici sull’ascolto attivo

Lorena Rocca
2018

Abstract

La conoscenza del mondo passa attraverso l’udito, ma se la vista ha po- tuto sviluppare strumenti molto raffinati per immagazzinare, manipolare e interpretare i dati che la colpiscono, l’udito è “in fasce” ed è ancora alle prese con strumenti e metodi da verificare. Se non ci si può esimere dal sentire (l’apparato udivo è costamene sollecitato anche al di là della nostra volontà) l’azione dell’ascoltare ̶ dal latino Auscultare da Ausiula diminuti- vo di Ausis (orecchio) e quindi porre l’orecchio ̶ richiede un atto consape- vole e intenzionale. La consapevolezza e l’internazionalità permettono l’avvio di processi in cui le percezioni uditive vengono poste al centro. Le percezioni non sono giuste o sbagliate: sono. Imparare a prendere contatto con queste consente di rendere maggiormente espliciti il significa- to che il singolo attribuisce al paesaggio. Per queste riflessioni sul paesag- gio sonoro trovo illuminante la posizione del geografo ginevrino Raffestin 1 Sezione di geografia, Dipartimento di scienze storiche geografiche e dell’antichità e Dipartimento formazione e apprendimento della Scuola universitaria italiana della svizzera italiana. 1 (2007) che evidenzia la distinzione tra territorio – “realtà materiale”, risul- tato di continue modifiche, sottoposto a perenne mutamento – e paesaggio, definito come: «realtà immateriale che, al contrario, è il risultato di un pro- cesso di produzione mentale, che ha origine da uno sguardo umano, a sua volta mediato da linguaggi differenti [...] l’espressione di una pausa nel tempo: è “un’istantanea”». Per comprendere il territorio (geostruttura) è ne- cessario: dotarsi di immagini che rappresentano gli utensili che permettono di esplorare la realtà. Spostando l’attenzione dallo sguardo all’ascolto, tra gli “utensili” utili al riconoscimento, al rispetto e alla valorizzazione degli elementi di un territorio, i singoli suoni diventano potenti segnali che met- tono in luce il fatto (la presenza di artefatti facilitanti le attività degli esseri umani sul territorio) il farsi (i processi che caratterizzano l’evoluzione con- tinua di un territorio ad opera degli attori in esso presenti) e il senso ovvero i valori racchiusi in un territorio visto, secondo una brillante definizione di Magnaghi (2005), come la fecondazione della natura da parte della cultura.
2018
Corpi, strumenti, narrazioni. Officine didattiche per una geografia inclusiva.
9788891775818
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