Considerato uno dei ‘sette saggi’ dell’antica Grecia, Solone fu incaricato di pacificare Atene al culmine di uno scontro interno dalla cui risoluzione dipendevano due prospettive opposte: l’annientamento o il riassetto della polis, che proprio all’inizio del VI secolo a.C., dopo la sua ‘mediazione’, avrebbe intrapreso il percorso sfociato più tardi nel conseguimento di un ruolo preminente all’interno del mondo ellenico. Il programma di riforme del legislatore venne illustrato nelle elegie che egli stesso compose, definendo il risultato perseguito in termini di eunomia, produttiva – nella sua visione – di equilibri costituzionali fondati su solidi presupposti morali. L’esperienza soloniana, tuttavia, non avrebbe travalicato il suo tempo se, sul finire del secolo successivo, particolari circostanze storico-politiche non ne avessero favorito riproposizioni più o meno genuine, tanto per legittimare assetti ordinamentali diversi dalla democrazia radicale, quanto al fine di ricompattare la comunità cittadina all’esito della disastrosa sconfitta subita da Atene nella guerra del Peloponneso. Ancora nel quarto secolo, peraltro, l’eunomia costituirà uno dei cardini concettuali nel dibattito, più sereno ma non meno animato, volto a individuare il migliore ordinamento giuspubblicistico per la città attica. Sul rapporto corrente tra il termine-concetto soloniano e la storia costituzionale ateniese si sofferma la presente ricerca, orientata ad analizzare con spirito critico le fonti anche sulla scorta di approfondite ricostruzioni recentemente elaborate dalla letteratura specialistica.

L'eunomia di Solone e le sue idealizzazioni. Dalla formulazione originaria alle utopie costituzionali.

Roberto Scevola
2018

Abstract

Considerato uno dei ‘sette saggi’ dell’antica Grecia, Solone fu incaricato di pacificare Atene al culmine di uno scontro interno dalla cui risoluzione dipendevano due prospettive opposte: l’annientamento o il riassetto della polis, che proprio all’inizio del VI secolo a.C., dopo la sua ‘mediazione’, avrebbe intrapreso il percorso sfociato più tardi nel conseguimento di un ruolo preminente all’interno del mondo ellenico. Il programma di riforme del legislatore venne illustrato nelle elegie che egli stesso compose, definendo il risultato perseguito in termini di eunomia, produttiva – nella sua visione – di equilibri costituzionali fondati su solidi presupposti morali. L’esperienza soloniana, tuttavia, non avrebbe travalicato il suo tempo se, sul finire del secolo successivo, particolari circostanze storico-politiche non ne avessero favorito riproposizioni più o meno genuine, tanto per legittimare assetti ordinamentali diversi dalla democrazia radicale, quanto al fine di ricompattare la comunità cittadina all’esito della disastrosa sconfitta subita da Atene nella guerra del Peloponneso. Ancora nel quarto secolo, peraltro, l’eunomia costituirà uno dei cardini concettuali nel dibattito, più sereno ma non meno animato, volto a individuare il migliore ordinamento giuspubblicistico per la città attica. Sul rapporto corrente tra il termine-concetto soloniano e la storia costituzionale ateniese si sofferma la presente ricerca, orientata ad analizzare con spirito critico le fonti anche sulla scorta di approfondite ricostruzioni recentemente elaborate dalla letteratura specialistica.
2018
9788862749190
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