Il contributo, realizzato nell'ambito del Progetto di ricerca strategico EVeRe (European and Venetian Renaissance), affronta il tema della fama di Tiziano attraverso la diffusione europea delle stampe di traduzione, in particolare ricostruendo la vicenda critica di un gruppo di incisioni derivate da capolavori destinati agli Asburgo, recanti l’indirizzo editoriale di Luca Bertelli, stampatore e mercante di libri attivo tra Venezia, Padova e Roma nella seconda metà del Cinquecento. Lo studio circostanziato di questi fogli ha permesso di fare alcune precisazioni sull’attività dell’editore veneziano e sui possibili rapporti intrattenuti con il Vecellio. A partire dalle sollecitazioni della pittura e dal recupero di un «negotio» di libri, stampe e disegni destinati al mercato spagnolo, che all’inizio dell’ottavo decennio vide coinvolto Bertelli insieme al filosofo ed editore Francesco Patrizi da Cherso, è stato possibile stabilire nessi e genealogie con alcuni capolavori tizianeschi del sesto decennio, costituendo, nel caso di opere perdute o gravemente danneggiate, una preziosa testimonianza iconografica. Nella parte finale del saggio si trova una nota sul "Cenacolo" dipinto da Tiziano per la chiesa veneziana dei Santi Giovanni e Paolo e bruciato nell'incendio del 1571, da cui Bertelli deriva una grande stampa, qui argomentata come unico riferimento iconografico del perduto telero.

Un editore per Tiziano: Luca Bertelli e le stampe di devozione tra Italia e Spagna

marsel grosso
2018

Abstract

Il contributo, realizzato nell'ambito del Progetto di ricerca strategico EVeRe (European and Venetian Renaissance), affronta il tema della fama di Tiziano attraverso la diffusione europea delle stampe di traduzione, in particolare ricostruendo la vicenda critica di un gruppo di incisioni derivate da capolavori destinati agli Asburgo, recanti l’indirizzo editoriale di Luca Bertelli, stampatore e mercante di libri attivo tra Venezia, Padova e Roma nella seconda metà del Cinquecento. Lo studio circostanziato di questi fogli ha permesso di fare alcune precisazioni sull’attività dell’editore veneziano e sui possibili rapporti intrattenuti con il Vecellio. A partire dalle sollecitazioni della pittura e dal recupero di un «negotio» di libri, stampe e disegni destinati al mercato spagnolo, che all’inizio dell’ottavo decennio vide coinvolto Bertelli insieme al filosofo ed editore Francesco Patrizi da Cherso, è stato possibile stabilire nessi e genealogie con alcuni capolavori tizianeschi del sesto decennio, costituendo, nel caso di opere perdute o gravemente danneggiate, una preziosa testimonianza iconografica. Nella parte finale del saggio si trova una nota sul "Cenacolo" dipinto da Tiziano per la chiesa veneziana dei Santi Giovanni e Paolo e bruciato nell'incendio del 1571, da cui Bertelli deriva una grande stampa, qui argomentata come unico riferimento iconografico del perduto telero.
2018
Venezia e gli Asburgo. Pittura, collezionismo e circuiti commerciali nel tardo Rinascimento europeo
978-88-6938-141-6
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