Lo studio affronta il problema dell'espropriazione di un bene immobile “culturale” stante la necessità di adattare al processo esecutivo la disciplina generale dettata per il trasferimento dei beni culturali dal decreto legislativo 22 gennaio 2004 n.42. Questo allo scopo di assicurare la piena tutela a colui che intende procedere all'acquisto a partire dal contenuto dell'ordinanza di vendita che dovrà sottolineare il carattere “culturale” del bene e le conseguenze che ne derivano. Individuato nel decreto di trasferimento divenuto stabile l'atto da denunciare ex art.59 del codice dei beni culturali, vengono precisate le conseguenze sul processo esecutivo pendente sia dell'esercizio del diritto di prelazione sia del mancato esercizio. In particolare, dalla constatazione che l'atto amministrativo di esercizio della prelazione fa venir meno il decreto di trasferimento ma non produce l'improseguibilità del processo pendente, si fa derivare da un lato l'obbligo per chi ha esercitato la prelazione di versare la somma in modo da assoggettarla al vincolo del soddisfacimento dei creditori; dall'altro il diritto dell'aggiudicatario alla restituzione di quanto ha versato a titolo di prezzo. Si individuano le forme di tutela dell'aggiudicatario in caso di violazione di questo suo diritto a processo esecutivo pendente e a processo esecutivo concluso. Sempre nel caso di esercizio della prelazione, si affronta infine il problema della cancellazione delle formalità pregiudizievoli ordinata in precedenza dal decreto di trasferimento.

L'espropriazione di un bene immobile "culturale"

Annalisa Lorenzetto
2018

Abstract

Lo studio affronta il problema dell'espropriazione di un bene immobile “culturale” stante la necessità di adattare al processo esecutivo la disciplina generale dettata per il trasferimento dei beni culturali dal decreto legislativo 22 gennaio 2004 n.42. Questo allo scopo di assicurare la piena tutela a colui che intende procedere all'acquisto a partire dal contenuto dell'ordinanza di vendita che dovrà sottolineare il carattere “culturale” del bene e le conseguenze che ne derivano. Individuato nel decreto di trasferimento divenuto stabile l'atto da denunciare ex art.59 del codice dei beni culturali, vengono precisate le conseguenze sul processo esecutivo pendente sia dell'esercizio del diritto di prelazione sia del mancato esercizio. In particolare, dalla constatazione che l'atto amministrativo di esercizio della prelazione fa venir meno il decreto di trasferimento ma non produce l'improseguibilità del processo pendente, si fa derivare da un lato l'obbligo per chi ha esercitato la prelazione di versare la somma in modo da assoggettarla al vincolo del soddisfacimento dei creditori; dall'altro il diritto dell'aggiudicatario alla restituzione di quanto ha versato a titolo di prezzo. Si individuano le forme di tutela dell'aggiudicatario in caso di violazione di questo suo diritto a processo esecutivo pendente e a processo esecutivo concluso. Sempre nel caso di esercizio della prelazione, si affronta infine il problema della cancellazione delle formalità pregiudizievoli ordinata in precedenza dal decreto di trasferimento.
2018
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