Il saggio è collocato in un collettaneo che affronta in chiave pedagogico-educativa aspetti della vita adulta particolarmente critici e problematici. Nello specifico, tratta delle fatiche del caregiving nei confronti di un familiare che ha perso o non ha mai avuto la capacità di vivere autonomamente, facendo emergere le insidie vulneranti di questa condizione e la necessità di interventi socioeducativi peculiari. Dopo aver rilevato che il modello italiano di welfare è imperniato sull’implicita assunzione che la famiglia sia il cardine attorno al quale ancorare l’intervento collettivo a tutela e protezione dei soggetti più deboli, il contributo mette in risalto che a tutt’oggi generalmente i compiti di cura sono demandati alle donne sulla base di una persistente visione biologistica stando alla quale esse maturerebbero istintivamente l’inclinazione a occuparsi degli altri in quanto capaci di generare. Precisato che la loro effettiva maggior competenza in tale sfera non dipende da una predisposizione naturale ma è frutto di un atavico costume sociale, il saggio evidenzia come le fatiche dell’adulto caregiver siano connotate dal “peso dell’inversione dei ruoli”, in specie laddove si tratta di accudire dei genitori anziani, dal “tormento dell’imprevedibilità”, in particolare se la cura è rivolta a persone con una patologia psichiatrica, e dal “fardello dei sogni infranti”, principalmente quando si tratta di fronteggiare una disabilità congenita o acquisita nei primi anni di vita. Circa le politiche formative indirizzate all’adulto caregiver, viene riconosciuta l’importanza di interventi che favoriscano l’acquisizione di peculiari competenze cognitive, emotive e tecniche intorno alla relazione di cura, e si sottolinea la necessità di intraprendere azioni educative volte a promuovere la riflessione finalizzata all’accrescimento della consapevolezza dei propri limiti e della propria capacità di delegare gli impegni di cura, così da evitare il rischio di cadere in derive di “onnipotenza sacrificale”.

Le fatiche dell'adulto caregiver

Gasperi Emma
2019

Abstract

Il saggio è collocato in un collettaneo che affronta in chiave pedagogico-educativa aspetti della vita adulta particolarmente critici e problematici. Nello specifico, tratta delle fatiche del caregiving nei confronti di un familiare che ha perso o non ha mai avuto la capacità di vivere autonomamente, facendo emergere le insidie vulneranti di questa condizione e la necessità di interventi socioeducativi peculiari. Dopo aver rilevato che il modello italiano di welfare è imperniato sull’implicita assunzione che la famiglia sia il cardine attorno al quale ancorare l’intervento collettivo a tutela e protezione dei soggetti più deboli, il contributo mette in risalto che a tutt’oggi generalmente i compiti di cura sono demandati alle donne sulla base di una persistente visione biologistica stando alla quale esse maturerebbero istintivamente l’inclinazione a occuparsi degli altri in quanto capaci di generare. Precisato che la loro effettiva maggior competenza in tale sfera non dipende da una predisposizione naturale ma è frutto di un atavico costume sociale, il saggio evidenzia come le fatiche dell’adulto caregiver siano connotate dal “peso dell’inversione dei ruoli”, in specie laddove si tratta di accudire dei genitori anziani, dal “tormento dell’imprevedibilità”, in particolare se la cura è rivolta a persone con una patologia psichiatrica, e dal “fardello dei sogni infranti”, principalmente quando si tratta di fronteggiare una disabilità congenita o acquisita nei primi anni di vita. Circa le politiche formative indirizzate all’adulto caregiver, viene riconosciuta l’importanza di interventi che favoriscano l’acquisizione di peculiari competenze cognitive, emotive e tecniche intorno alla relazione di cura, e si sottolinea la necessità di intraprendere azioni educative volte a promuovere la riflessione finalizzata all’accrescimento della consapevolezza dei propri limiti e della propria capacità di delegare gli impegni di cura, così da evitare il rischio di cadere in derive di “onnipotenza sacrificale”.
2019
Vulnerabilità in età adulta. Uno sguardo pedagogico
978-88-430-9607-7
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