I servizi dedicati alla protezione dell’infanzia si configurano come i servizi più complessi e di difficile gestione da parte degli enti pubblici e degli operatori sociali. Gli interventi di tutela dei minori e il supporto alle loro famiglie appaiano infatti gravati da innegabili criticità sia per le evidenti multiproblematiche delle situazioni affrontate, sia per la scarsità di risorse a disposizione. Infatti il dualismo tra le necessità di immediato controllo del rischio e quello delle più lente e mediate azioni recuperative, entrambe essenziali, deve necessariamente risolversi in format organizzativi capaci di rispondere all’incessante domanda di sicurezza, umanità e razionalità che giunge da territori sempre più complicati e fragili (Donati, Folgheraiter e Raineri, 2011). La difficoltà di gestione e ricomposizione di queste necessità, ricade innanzitutto sui singoli professionisti impiegati all’interno dei servizi che, da un lato, devono gestire il proprio mandato operando una mediazione tra burocrazia e procedure e, dall’altro, garantire risultati qualitativamente soddisfacenti che mettano al centro il benessere e le specificità dei minori e delle loro famiglie. La discrezionalità operativa concessa attualmente ai professionisti che operano in tali contesti seppur positiva, poichè garantisce la possibilità di valutare le specificità di ogni minore e famiglia, comporta però una mancanza di procedure chiare e condivise per la scelta della misura di intervento più adeguata al benessere del minore. Obiettivo della presente ricerca è stato quello di rilevare le modalità implicite di presa di decisione degli operatori dei servizi della tutela minori, nonché i fattori che intervengono in modo consapevole o meno nella determinazione di tali decisioni, favorendo il confronto tra professionisti attraverso la tecnica del focus group. Sono stati coinvolti 22 assistenti sociali operanti nei servizi di tutela di 3 capoluoghi di provincia della Regione Veneto. I risultati ottenuti sinteticamente evidenziano sia la presenza di criticità trasversali ai diversi servizi, sia la mancanza di prassi condivise anche all’interno dello stesso servizio con un forte spostamento dell’asse decisionale verso la dimensione personale ed esperienziale dell’operatore piuttosto che istituzionale.

I processi decisionali nella protezione dell’infanzia: determinanti personali e istituzionali degli assistenti sociali

Anna Dal Ben;Barbara Segatto;GIACOMIN, SERENA
2019

Abstract

I servizi dedicati alla protezione dell’infanzia si configurano come i servizi più complessi e di difficile gestione da parte degli enti pubblici e degli operatori sociali. Gli interventi di tutela dei minori e il supporto alle loro famiglie appaiano infatti gravati da innegabili criticità sia per le evidenti multiproblematiche delle situazioni affrontate, sia per la scarsità di risorse a disposizione. Infatti il dualismo tra le necessità di immediato controllo del rischio e quello delle più lente e mediate azioni recuperative, entrambe essenziali, deve necessariamente risolversi in format organizzativi capaci di rispondere all’incessante domanda di sicurezza, umanità e razionalità che giunge da territori sempre più complicati e fragili (Donati, Folgheraiter e Raineri, 2011). La difficoltà di gestione e ricomposizione di queste necessità, ricade innanzitutto sui singoli professionisti impiegati all’interno dei servizi che, da un lato, devono gestire il proprio mandato operando una mediazione tra burocrazia e procedure e, dall’altro, garantire risultati qualitativamente soddisfacenti che mettano al centro il benessere e le specificità dei minori e delle loro famiglie. La discrezionalità operativa concessa attualmente ai professionisti che operano in tali contesti seppur positiva, poichè garantisce la possibilità di valutare le specificità di ogni minore e famiglia, comporta però una mancanza di procedure chiare e condivise per la scelta della misura di intervento più adeguata al benessere del minore. Obiettivo della presente ricerca è stato quello di rilevare le modalità implicite di presa di decisione degli operatori dei servizi della tutela minori, nonché i fattori che intervengono in modo consapevole o meno nella determinazione di tali decisioni, favorendo il confronto tra professionisti attraverso la tecnica del focus group. Sono stati coinvolti 22 assistenti sociali operanti nei servizi di tutela di 3 capoluoghi di provincia della Regione Veneto. I risultati ottenuti sinteticamente evidenziano sia la presenza di criticità trasversali ai diversi servizi, sia la mancanza di prassi condivise anche all’interno dello stesso servizio con un forte spostamento dell’asse decisionale verso la dimensione personale ed esperienziale dell’operatore piuttosto che istituzionale.
2019
II° Conferenza Italiana sulla Ricerca di Servizio Sociale
9788894470604
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