La ricerca parte da alcune considerazioni teoriche sui cambiamenti che stanno avvenendo all’interno della pubblica amministrazione. Da una parte l’estensione verticale secondo un principio di prossimità che rende l’attore locale vieppiù rilevante non solo per l’attuazione ma anche per la formulazione e l’adozione delle politiche pubbliche, dall’altra l’espansione orizzontale ha fatto crescere i settori di intervento degli attori pubblici e specialmente quelli locali. Questa ricerca si è posta l’ambizioso obiettivo di studiare la tenuta democratica del tessuto locale con l’avvento di questi nuovi strumenti di policy che pongono problemi di responsabilità dell’attore pubblico e di trasparenza dell’intero policy-making. Per questo motivo la ricerca si è concentrata su un solo strumento connesso allo sviluppo locale: le Agenzie di Sviluppo (area di policy più innovativa a causa delle forti esternalità) che possano essere esemplificativi per una varietà più ampia, e su una sola realtà provinciale per poter tenere sotto controllo le variabili di sistema. Dopo un’attenta analisi delle diverse esperienze presenti nell’area milanese ci si è soffermati su due esperienze consolidate: ASNM-MilanoMetropoli e Euroimpresa. La presente ricerca, partendo da questi due casi, mette in luce alcuni aspetti assai interessanti per il campo delle politiche pubblico-private. Il fenomeno della compartecipazione mostra nel complesso ampi segni di legittimità politica ed amministrativa. Si potrebbe quindi ipotizzare che le numerose pratiche esistenti in Italia trovino una ragion d’essere non solo nelle migliori performance della pubblica amministrazione (politiche più efficaci, più efficienti) ma anche, e soprattutto, in una forte legittimità acquisita dalle singole esperienze sul campo. Quest’ultimo aspetto è il risultato più interesante dell’indagine fin qui svolta, soprattutto perché gli esiti divergenti dei due casi hanno dato indicazioni preliminari particolarmente stimolanti per le ricerche future. Il primo caso (ASNM) mostra una pubblica amministrazione capace, attraverso un investimento politico, di trasferire la propria legittimità allo strumento, il secondo (Euroimpresa) indica invece alcune problematiche emergenti in questo processo di trasferimento. Il quadro dell’analisi sviluppato nel primo capitolo e utilizzato durante l’analisi dei casi ha permesso di individuare in modo più preciso i diversi aspetti che intervengono nel processo di delega, in particolar modo sono poi state identificate alcune variabili chiave che spiegano tale dinamica e di altri fattori sussidiari che invece danno spessore a quello che fino ad ora è stato chiamato semplicemente investimento politico ( la presenza di un principio cognitivo, il coinvolgimento dell’opposizione, un’attenta comunicazione verso l’esterno ed una partecipazione efficace). In primo luogo, la variabile che spiega il motivo per cui questi strumenti possono essere letti come legittimi risiede nella forte direzione politica da parte del settore pubblico. Il termine un po’ generico nasce dalla necessità di avere un concetto più ampio che comprenda al suo interno il noto tema della leadership, ma che sia capace di trascenderlo. Infatti nei casi analizzati la presenza stessa di un organo direzionale dell’agenzia crea il presupposto di una leadership chiara, nel contempo si è osservato come possa esistere uno scollamento tra direzione politica e gestione dell’agenzia di sviluppo. La seconda variabile chiave è l’inclusione. Pur essendo in presenza di esperienze partenariali tendenzialmente inclusive, l’analisi puntuale delle due diverse modalità di coinvolgimento degli stakeholder mostrano e giustificano esiti disparati. L’indagine ha messo in luce notevoli differenze, soprattutto nella capacità di espandere il livello di partecipazione a tutti i settori possibili, grazie a tavoli esterni all’agenzia stessa.

Processi decisionali e democrazia locale nell’area milanese. Le politiche per lo sviluppo economico

bassoli
2008

Abstract

La ricerca parte da alcune considerazioni teoriche sui cambiamenti che stanno avvenendo all’interno della pubblica amministrazione. Da una parte l’estensione verticale secondo un principio di prossimità che rende l’attore locale vieppiù rilevante non solo per l’attuazione ma anche per la formulazione e l’adozione delle politiche pubbliche, dall’altra l’espansione orizzontale ha fatto crescere i settori di intervento degli attori pubblici e specialmente quelli locali. Questa ricerca si è posta l’ambizioso obiettivo di studiare la tenuta democratica del tessuto locale con l’avvento di questi nuovi strumenti di policy che pongono problemi di responsabilità dell’attore pubblico e di trasparenza dell’intero policy-making. Per questo motivo la ricerca si è concentrata su un solo strumento connesso allo sviluppo locale: le Agenzie di Sviluppo (area di policy più innovativa a causa delle forti esternalità) che possano essere esemplificativi per una varietà più ampia, e su una sola realtà provinciale per poter tenere sotto controllo le variabili di sistema. Dopo un’attenta analisi delle diverse esperienze presenti nell’area milanese ci si è soffermati su due esperienze consolidate: ASNM-MilanoMetropoli e Euroimpresa. La presente ricerca, partendo da questi due casi, mette in luce alcuni aspetti assai interessanti per il campo delle politiche pubblico-private. Il fenomeno della compartecipazione mostra nel complesso ampi segni di legittimità politica ed amministrativa. Si potrebbe quindi ipotizzare che le numerose pratiche esistenti in Italia trovino una ragion d’essere non solo nelle migliori performance della pubblica amministrazione (politiche più efficaci, più efficienti) ma anche, e soprattutto, in una forte legittimità acquisita dalle singole esperienze sul campo. Quest’ultimo aspetto è il risultato più interesante dell’indagine fin qui svolta, soprattutto perché gli esiti divergenti dei due casi hanno dato indicazioni preliminari particolarmente stimolanti per le ricerche future. Il primo caso (ASNM) mostra una pubblica amministrazione capace, attraverso un investimento politico, di trasferire la propria legittimità allo strumento, il secondo (Euroimpresa) indica invece alcune problematiche emergenti in questo processo di trasferimento. Il quadro dell’analisi sviluppato nel primo capitolo e utilizzato durante l’analisi dei casi ha permesso di individuare in modo più preciso i diversi aspetti che intervengono nel processo di delega, in particolar modo sono poi state identificate alcune variabili chiave che spiegano tale dinamica e di altri fattori sussidiari che invece danno spessore a quello che fino ad ora è stato chiamato semplicemente investimento politico ( la presenza di un principio cognitivo, il coinvolgimento dell’opposizione, un’attenta comunicazione verso l’esterno ed una partecipazione efficace). In primo luogo, la variabile che spiega il motivo per cui questi strumenti possono essere letti come legittimi risiede nella forte direzione politica da parte del settore pubblico. Il termine un po’ generico nasce dalla necessità di avere un concetto più ampio che comprenda al suo interno il noto tema della leadership, ma che sia capace di trascenderlo. Infatti nei casi analizzati la presenza stessa di un organo direzionale dell’agenzia crea il presupposto di una leadership chiara, nel contempo si è osservato come possa esistere uno scollamento tra direzione politica e gestione dell’agenzia di sviluppo. La seconda variabile chiave è l’inclusione. Pur essendo in presenza di esperienze partenariali tendenzialmente inclusive, l’analisi puntuale delle due diverse modalità di coinvolgimento degli stakeholder mostrano e giustificano esiti disparati. L’indagine ha messo in luce notevoli differenze, soprattutto nella capacità di espandere il livello di partecipazione a tutti i settori possibili, grazie a tavoli esterni all’agenzia stessa.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3308336
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