Il tema della successione mortis causa nei rapporti obbligatori da parte di una pluralità di eredi è un tema complesso e solo parzialmente disciplinato nel codice civile italiano. La complessità strutturale del tema deriva dai plurimi aspetti e piani che si incrociano quando ci si approccia a questa tematica che si colloca al confine tra il diritto delle obbligazioni che trova la sua regolamentazione nel libro quarto e il diritto delle successioni la cui disciplina è, invece, contenuta nel libro secondo del codice civile. Nel presente scritto ci si occuperà della successione nei rapporti obbligatori da parte di una pluralità di eredi, dando già per presupposta e risolta la questione circa l’individuazione dei criteri per affermare la trasmissibilità (o meno), mortis causa, di un rapporto obbligatorio: in altre parole in questo scritto ci si riferirà ai crediti e debiti che si trasmettono iure successionis, intendendo per credito e debito ereditario il credito e il debito sorti in capo al de cuius e non estintosi con la morte di quest’ultimo; non ci occuperà, invece, dei crediti e debiti che sorgono direttamente in capo agli eredi in occasione e a causa della morte , né dei legati obbligatori, per i quali è prevista, nel nostro codice, una specifica regolamentazione (si pensi all’art. 662 c.c.), distinta da quella dei rapporti obbligatori già facenti capo al defunto. Premesso quanto sopra circa la nozione di credito e debito ereditario presa in considerazione nel presente scritto, si procederà analizzando, distintamente per i crediti e per i debiti ereditari, i diversi piani che si intersecano quando ad un soggetto succede una pluralità di eredi. La successione di una pluralità di eredi nella posizione giuridica attiva rappresentata dal credito ereditario si interseca con il distinto e ulteriore problema se il credito ereditario costituisca oggetto di comunione ereditaria tra gli eredi e quindi se ne ammetta una sorte di contitolarità, oppure se il credito, perlomeno quando ha ad oggetto prestazioni divisibili, sia da ritenersi automaticamente diviso, in proporzione alle quote ereditarie, tra gli eredi a prescindere dalle sorti della contitolarità sugli altri beni ereditari. Viceversa la successione di una pluralità di eredi nella posizione giuridica passiva rappresentata dal c.d. debito ereditario si interseca con il distinto e ulteriore problema degli effetti dell’accettazione con beneficio di inventario sulla limitazione di responsabilità dell’erede (accettante con tale beneficio) connessa al debito ereditario.

La successione mortis causa nel rapporto obbligatorio in Casi controversi in materia di diritto delle successioni, Volume I Esperienze italiane - Volume II Esperienze straniere

LORENZA BULLO
2019

Abstract

Il tema della successione mortis causa nei rapporti obbligatori da parte di una pluralità di eredi è un tema complesso e solo parzialmente disciplinato nel codice civile italiano. La complessità strutturale del tema deriva dai plurimi aspetti e piani che si incrociano quando ci si approccia a questa tematica che si colloca al confine tra il diritto delle obbligazioni che trova la sua regolamentazione nel libro quarto e il diritto delle successioni la cui disciplina è, invece, contenuta nel libro secondo del codice civile. Nel presente scritto ci si occuperà della successione nei rapporti obbligatori da parte di una pluralità di eredi, dando già per presupposta e risolta la questione circa l’individuazione dei criteri per affermare la trasmissibilità (o meno), mortis causa, di un rapporto obbligatorio: in altre parole in questo scritto ci si riferirà ai crediti e debiti che si trasmettono iure successionis, intendendo per credito e debito ereditario il credito e il debito sorti in capo al de cuius e non estintosi con la morte di quest’ultimo; non ci occuperà, invece, dei crediti e debiti che sorgono direttamente in capo agli eredi in occasione e a causa della morte , né dei legati obbligatori, per i quali è prevista, nel nostro codice, una specifica regolamentazione (si pensi all’art. 662 c.c.), distinta da quella dei rapporti obbligatori già facenti capo al defunto. Premesso quanto sopra circa la nozione di credito e debito ereditario presa in considerazione nel presente scritto, si procederà analizzando, distintamente per i crediti e per i debiti ereditari, i diversi piani che si intersecano quando ad un soggetto succede una pluralità di eredi. La successione di una pluralità di eredi nella posizione giuridica attiva rappresentata dal credito ereditario si interseca con il distinto e ulteriore problema se il credito ereditario costituisca oggetto di comunione ereditaria tra gli eredi e quindi se ne ammetta una sorte di contitolarità, oppure se il credito, perlomeno quando ha ad oggetto prestazioni divisibili, sia da ritenersi automaticamente diviso, in proporzione alle quote ereditarie, tra gli eredi a prescindere dalle sorti della contitolarità sugli altri beni ereditari. Viceversa la successione di una pluralità di eredi nella posizione giuridica passiva rappresentata dal c.d. debito ereditario si interseca con il distinto e ulteriore problema degli effetti dell’accettazione con beneficio di inventario sulla limitazione di responsabilità dell’erede (accettante con tale beneficio) connessa al debito ereditario.
2019
Casi controversi in materia di diritto delle successioni. Volumi I Esperienze italiane. Casi controversi in materia di diritto delle successioni Volumi II Esperienze straniere
978-88-495-3926-4
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3310332
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