Obiettivo della ricerca era di verificare l’ipotesi che l’attivazione dell’attaccamento sicuro possa favorire l’umanizzazione dei gruppi estranei. Si sono condotti due studi. Nello Studio 1, nella condizione di sicurezza, ai partecipanti (studenti universitari) si presentavano immagini che riproducevano relazioni sociali rassicuranti (ad es., madre e bambino, coppia di innamorati, insegnante e allievo). Nelle condizioni di controllo, le immagini ritraevano individui singoli o paesaggi (n = 25, in ognuna delle tre condizioni). Al termine della presentazione, si misuravano le attribuzioni di umanità all’outgroup (senzatetto); si usavano emozioni non unicamente umane (primarie) ed emozioni unicamente umane (secondarie). I risultati hanno confermato l’ipotesi: mentre nelle condizioni di controllo all’outgroup era assegnato lo stesso numero di emozioni primarie e secondarie, nella condizione sperimentale l’outgroup era percepito più in termini di emozioni secondarie. Nello Studio 2, nella condizione di sicurezza, i partecipanti (studenti e persone inserite nel mondo del lavoro) dovevano ricordare un’interazione sociale che aveva prodotto in loro la percezione di essere sostenuti e valorizzati; nella condizione di controllo, dovevano ricordare un’interazione neutra (n = 121 in ogni condizione). Dopo la manipolazione, si misuravano le emozioni evocate dall’outgroup (i Rom) (ad es., ansia, fiducia ed empatia) e le attribuzioni di umanità; si sono usati tratti unicamente umani e tratti non unicamente umani. I risultati hanno mostrato che il priming di sicurezza promuoveva empatia e fiducia che, a loro volta, promuovevano percezioni umanizzanti dei Rom.

Può l’attivazione dell’attaccamento sicuro favorire l’umanizzazione di outgroup stigmatizzati?

Falvo R.;Di Bernardo G. A.;Boin J.;Capozza, D.
2018

Abstract

Obiettivo della ricerca era di verificare l’ipotesi che l’attivazione dell’attaccamento sicuro possa favorire l’umanizzazione dei gruppi estranei. Si sono condotti due studi. Nello Studio 1, nella condizione di sicurezza, ai partecipanti (studenti universitari) si presentavano immagini che riproducevano relazioni sociali rassicuranti (ad es., madre e bambino, coppia di innamorati, insegnante e allievo). Nelle condizioni di controllo, le immagini ritraevano individui singoli o paesaggi (n = 25, in ognuna delle tre condizioni). Al termine della presentazione, si misuravano le attribuzioni di umanità all’outgroup (senzatetto); si usavano emozioni non unicamente umane (primarie) ed emozioni unicamente umane (secondarie). I risultati hanno confermato l’ipotesi: mentre nelle condizioni di controllo all’outgroup era assegnato lo stesso numero di emozioni primarie e secondarie, nella condizione sperimentale l’outgroup era percepito più in termini di emozioni secondarie. Nello Studio 2, nella condizione di sicurezza, i partecipanti (studenti e persone inserite nel mondo del lavoro) dovevano ricordare un’interazione sociale che aveva prodotto in loro la percezione di essere sostenuti e valorizzati; nella condizione di controllo, dovevano ricordare un’interazione neutra (n = 121 in ogni condizione). Dopo la manipolazione, si misuravano le emozioni evocate dall’outgroup (i Rom) (ad es., ansia, fiducia ed empatia) e le attribuzioni di umanità; si sono usati tratti unicamente umani e tratti non unicamente umani. I risultati hanno mostrato che il priming di sicurezza promuoveva empatia e fiducia che, a loro volta, promuovevano percezioni umanizzanti dei Rom.
2018
Book of Abstract XV Congresso Nazionale AIP - Psicologia Sociale
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