Il saggio inizia con un'introduzione metodologica sul cinema italiano e l'identità nazionale valutando una serie di risultati derivati da una ricerca sull'identità italiana ed europea nel cinema italiano dal 1945 al miracolo economico (realizzata alla Fondazione Giovanni Agnelli di Torino negli anni novanta). Questo approccio sul cinema italiano di finzione industriale apre una serie di valutazioni che valgono come confronto e modello di base per uno studio sul cinema italiano del reale (degli anni fine cinquanta/sessanta) con uno sguardo volto, in particolare, a rilevare come alcuni autori hanno rappresentato il mondo contadino in un periodo storico nel quale da una parte la nazione viveva l'euforia del “miracolo economico”, dall’altra rimanevano sacche di arretratezza medievaleggiante sia al Sud sia al Nord, specifiche zone facenti parte di un mondo cinematograficamente visitato, e interpretato, da questi registi di cinema documentario etnografico. In primis essi sono viaggiatori alla continua scoperta di personaggi e di mondi oggi perduti. Ognuno dei registi citati ha un personale e particolare stile interpretativo della realtà affrontata che si è cercato di individuare e specificare, prima valutando l’impostazione ideologica della loro ricerca, poi quella strettamente produttiva, per come questo ambito fondamentale dell’economia cinematografica possa aver influenzato la videoscrittura di codesti intellettuali con la macchina da presa.

Anni Sessanta. L'identità italiana dell'arretratezza vista con gli occhi del cinema del reale

Mirco Melanco
2019

Abstract

Il saggio inizia con un'introduzione metodologica sul cinema italiano e l'identità nazionale valutando una serie di risultati derivati da una ricerca sull'identità italiana ed europea nel cinema italiano dal 1945 al miracolo economico (realizzata alla Fondazione Giovanni Agnelli di Torino negli anni novanta). Questo approccio sul cinema italiano di finzione industriale apre una serie di valutazioni che valgono come confronto e modello di base per uno studio sul cinema italiano del reale (degli anni fine cinquanta/sessanta) con uno sguardo volto, in particolare, a rilevare come alcuni autori hanno rappresentato il mondo contadino in un periodo storico nel quale da una parte la nazione viveva l'euforia del “miracolo economico”, dall’altra rimanevano sacche di arretratezza medievaleggiante sia al Sud sia al Nord, specifiche zone facenti parte di un mondo cinematograficamente visitato, e interpretato, da questi registi di cinema documentario etnografico. In primis essi sono viaggiatori alla continua scoperta di personaggi e di mondi oggi perduti. Ognuno dei registi citati ha un personale e particolare stile interpretativo della realtà affrontata che si è cercato di individuare e specificare, prima valutando l’impostazione ideologica della loro ricerca, poi quella strettamente produttiva, per come questo ambito fondamentale dell’economia cinematografica possa aver influenzato la videoscrittura di codesti intellettuali con la macchina da presa.
2019
Cinema visuale e immaginario nazionale fra tradizione e contemporaneità
978-88-32136-81-4
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