Questo saggio esamina i §§ 52-53 della seconda lezione di Eckhart sull'«Ecclesiastico», cioè il «locus classicus» della trattazione dell'analogia di Eckhart, insieme al ben noto § 54 del suo Commento all'«Esodo» e agli altri suoi principali testi espliciti sull'argomento. L'analisi svolta nel saggio si concentra sulle implicazioni dell'esempio utilizzato dal Maestro domenicano per illustrare il concetto di analogia, ovvero quello di salute e più specificamente della "salute" dell'urina, rispetto al modo in cui il «circulus» fuori dall'osteria significa il vino. Attraverso il confronto con Tommaso d'Aquino, il saggio intende evidenziare come, nel Commento all'«Ecclesiastico», l'essere creaturale sia analogico all'essere divino e non viceversa. Il saggio suggerisce di cercare la giustificazione teorica di questa posizione negli avvertimenti del prologo generale dell'«Opus tripartitum» e nelle premesse contenute nel prologo dell'«Opus propositionum». Se solo Dio è un essere nel senso proprio, come vi si afferma, allora è necessario che nell'«analogia entis» "verticale" l'«analogatum princeps» sia Dio stesso, non la creatura.
L'analogia tra essere divino ed essere creaturale nel Commento all'«Ecclesiastico» di Eckhart
Giovanni Catapano
2019
Abstract
Questo saggio esamina i §§ 52-53 della seconda lezione di Eckhart sull'«Ecclesiastico», cioè il «locus classicus» della trattazione dell'analogia di Eckhart, insieme al ben noto § 54 del suo Commento all'«Esodo» e agli altri suoi principali testi espliciti sull'argomento. L'analisi svolta nel saggio si concentra sulle implicazioni dell'esempio utilizzato dal Maestro domenicano per illustrare il concetto di analogia, ovvero quello di salute e più specificamente della "salute" dell'urina, rispetto al modo in cui il «circulus» fuori dall'osteria significa il vino. Attraverso il confronto con Tommaso d'Aquino, il saggio intende evidenziare come, nel Commento all'«Ecclesiastico», l'essere creaturale sia analogico all'essere divino e non viceversa. Il saggio suggerisce di cercare la giustificazione teorica di questa posizione negli avvertimenti del prologo generale dell'«Opus tripartitum» e nelle premesse contenute nel prologo dell'«Opus propositionum». Se solo Dio è un essere nel senso proprio, come vi si afferma, allora è necessario che nell'«analogia entis» "verticale" l'«analogatum princeps» sia Dio stesso, non la creatura.Pubblicazioni consigliate
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