Il contributo della storia alla ricostruzione cronologica degli eventi naturali. Casus studi: le grandi frane dei Lavini di Marco e delle Marocche di Dro. Silvana Martin I documenti storici danno informazioni sui fatti umani, ma qualche volta possono fornire informazioni anche sugli eventi naturali, soprattutto se hanno causato rilevanti perdite economiche. Non sempre però gli eventi naturali vengono riportati con precisione per quanto riguarda il tempo dell’accadimento, la loro entità e le conseguenze che ne sono derivate. Sovente l’interpretazione di chi ha registrato l’evento è falsificata dalla sua personale sensibilità rispetto all’evento stesso. Anche le leggende e le fiabe che riguardano eventi naturali possono avere un “fondo di verità”, ma spesso il legame tra leggenda e fatto storico/ scientifico viene riconosciuto solo a posteriori, ovvero dopo che un’analisi storica e/o scientifica dell’evento è stata realizzata. Nel caso dei Lavini di Marco e delle Marocche di Dro, due grandi eventi di frana che hanno interessato un transetto importante delle Alpi Orientali, la storia e le leggende hanno dato un contributo significativo alle ricerche scientifiche. Il deposito dei Lavini di Marco si trova in valle d’Adige. La valle fu abitata in epoca neolitica e romana e fu percorsa più volte da eserciti e fu sede di scontri militari, tuttavia nei documenti storici l’evento di frana di Marco non viene mai menzionato. Ma Dante nella Divina Commedia scrive di un grande deposito di frana presso Rovereto e di una concomitante alluvione a Verona. I lavori di scavo relativi alla costruzione della ferrovia tra Verona e Trento alla fine del 19° secolo misero in luce numerose monete di epoca romana sepolte in prossimità di Marco. Questi ritrovamenti stimolarono la curiosità dell’avvocato Noriller di Rovereto il quale analizzò la posizione stratigrafica dei ritrovamenti in relazione al deposito della frana e determinò l’età di accadimento della frana principale. Analogamente, anche il grande deposito di frana della bassa valle del Sarca presso Dro, aveva stimolato la curiosità dei ricercatori. Durane i lavori di scavo della centrale idroelettrica di Fies negli anni ‘30, gli operai segnalarono al geologo Giovanbattista Trener la presenza di cocci lavorati sotto la parte del deposito rimossa per la costruzione di un tunnel presso Fies. Anche in questo caso la leggenda della città di Kas distrutta da una frana e il ritrovamente dei cocci hanno dato un contributo alla ricostruzione dell’evoluzione morfologica della bassa valle del Sarca.

Il contributo della storia alla ricostruzione cronologica degli eventi naturali. Casus studi: la frana dei Lavini di Marco

martin silvana
2018

Abstract

Il contributo della storia alla ricostruzione cronologica degli eventi naturali. Casus studi: le grandi frane dei Lavini di Marco e delle Marocche di Dro. Silvana Martin I documenti storici danno informazioni sui fatti umani, ma qualche volta possono fornire informazioni anche sugli eventi naturali, soprattutto se hanno causato rilevanti perdite economiche. Non sempre però gli eventi naturali vengono riportati con precisione per quanto riguarda il tempo dell’accadimento, la loro entità e le conseguenze che ne sono derivate. Sovente l’interpretazione di chi ha registrato l’evento è falsificata dalla sua personale sensibilità rispetto all’evento stesso. Anche le leggende e le fiabe che riguardano eventi naturali possono avere un “fondo di verità”, ma spesso il legame tra leggenda e fatto storico/ scientifico viene riconosciuto solo a posteriori, ovvero dopo che un’analisi storica e/o scientifica dell’evento è stata realizzata. Nel caso dei Lavini di Marco e delle Marocche di Dro, due grandi eventi di frana che hanno interessato un transetto importante delle Alpi Orientali, la storia e le leggende hanno dato un contributo significativo alle ricerche scientifiche. Il deposito dei Lavini di Marco si trova in valle d’Adige. La valle fu abitata in epoca neolitica e romana e fu percorsa più volte da eserciti e fu sede di scontri militari, tuttavia nei documenti storici l’evento di frana di Marco non viene mai menzionato. Ma Dante nella Divina Commedia scrive di un grande deposito di frana presso Rovereto e di una concomitante alluvione a Verona. I lavori di scavo relativi alla costruzione della ferrovia tra Verona e Trento alla fine del 19° secolo misero in luce numerose monete di epoca romana sepolte in prossimità di Marco. Questi ritrovamenti stimolarono la curiosità dell’avvocato Noriller di Rovereto il quale analizzò la posizione stratigrafica dei ritrovamenti in relazione al deposito della frana e determinò l’età di accadimento della frana principale. Analogamente, anche il grande deposito di frana della bassa valle del Sarca presso Dro, aveva stimolato la curiosità dei ricercatori. Durane i lavori di scavo della centrale idroelettrica di Fies negli anni ‘30, gli operai segnalarono al geologo Giovanbattista Trener la presenza di cocci lavorati sotto la parte del deposito rimossa per la costruzione di un tunnel presso Fies. Anche in questo caso la leggenda della città di Kas distrutta da una frana e il ritrovamente dei cocci hanno dato un contributo alla ricostruzione dell’evoluzione morfologica della bassa valle del Sarca.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3328305
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