Questo volume trova la sua origine nell’ambito delle molteplici attività che l’Università di Padova sta realizzando per costruire contesti inclusivi, solidali, attenti alle eterogeneità e alle unicità delle persone. Siamo consapevoli che nel corso della sua storia l’umanità ha sperimentato periodi di pace e convivenza, così come di feroce competizione, odio, guerra, soprusi, marginalizzazioni, ecc. Per spiegare e sciogliere questa ambivalenza di comportamenti, sappiamo che è inutile richiamarsi all’evoluzione, alla biologia o alla genetica per decidere se siamo buoni o cattivi «per natura». Le scienze ci dicono infatti che è la nostra stessa eredità naturale a essere ambigua, e dunque la responsabilità delle nostre scelte ricade in ultima istanza sul singolo e sulle sue motivazioni culturali. Ancora oggi vi sono situazioni e contesti caratterizzati da condizioni che inducono sofferenza, miseria, impoverimento, degrado, cioè le cause profonde di conflitti e discriminazioni. Oramai, in ogni modo, sappiamo che il progresso e la fioritura delle comunità nascono dalla cooperazione e dalla convivenza, e che pregiudizi, ignoranza, superficialità nelle relazioni, sono ostacoli che lasciano il segno per lungo tempo, anche perché purtroppo in situazioni di crisi e di percepita minaccia queste tentazioni divisive attecchiscono facilmente nella nostra mente. Diventa quindi sempre più importante iniziare a percorrere nuove vie di formazione, attraverso varie modalità, che infondano in primo luogo le capacità di collaborare, avere rispetto per ogni espressione di diversità, manifestare tolleranza e solidarietà, dare valore e corpo ai diritti umani. Le società caratterizzate da eterogeneità e disomogeneità sempre più consistenti e permeanti necessitano a maggior ragione di stili di vita inclusivi che in modo più complesso rispetto al passato facilitino una qualità della vita per tutti, ein particolare per coloro che manifestano maggiori vulnerabilità, e nuove forme di coesistenza. Proprio perché diversi, e sempre più diversi, abbiamo bisogno dell’uguaglianza di diritti e di opportunità, di un’uguaglianza di principio ma anche sostanziale, come recita l’articolo 3 della Costituzione italiana. Bisogna allenare le comunità all’inclusione e a trarre vantaggio dalle differenze, spostando i fulcri del potere, stimolando empatia, comprensione, ricerca di soluzioni innovative via via diverse di gestione di interazioni complesse.
Introduzione
Telmo Pievani;Marco Mascia;Laura Nota
2019
Abstract
Questo volume trova la sua origine nell’ambito delle molteplici attività che l’Università di Padova sta realizzando per costruire contesti inclusivi, solidali, attenti alle eterogeneità e alle unicità delle persone. Siamo consapevoli che nel corso della sua storia l’umanità ha sperimentato periodi di pace e convivenza, così come di feroce competizione, odio, guerra, soprusi, marginalizzazioni, ecc. Per spiegare e sciogliere questa ambivalenza di comportamenti, sappiamo che è inutile richiamarsi all’evoluzione, alla biologia o alla genetica per decidere se siamo buoni o cattivi «per natura». Le scienze ci dicono infatti che è la nostra stessa eredità naturale a essere ambigua, e dunque la responsabilità delle nostre scelte ricade in ultima istanza sul singolo e sulle sue motivazioni culturali. Ancora oggi vi sono situazioni e contesti caratterizzati da condizioni che inducono sofferenza, miseria, impoverimento, degrado, cioè le cause profonde di conflitti e discriminazioni. Oramai, in ogni modo, sappiamo che il progresso e la fioritura delle comunità nascono dalla cooperazione e dalla convivenza, e che pregiudizi, ignoranza, superficialità nelle relazioni, sono ostacoli che lasciano il segno per lungo tempo, anche perché purtroppo in situazioni di crisi e di percepita minaccia queste tentazioni divisive attecchiscono facilmente nella nostra mente. Diventa quindi sempre più importante iniziare a percorrere nuove vie di formazione, attraverso varie modalità, che infondano in primo luogo le capacità di collaborare, avere rispetto per ogni espressione di diversità, manifestare tolleranza e solidarietà, dare valore e corpo ai diritti umani. Le società caratterizzate da eterogeneità e disomogeneità sempre più consistenti e permeanti necessitano a maggior ragione di stili di vita inclusivi che in modo più complesso rispetto al passato facilitino una qualità della vita per tutti, ein particolare per coloro che manifestano maggiori vulnerabilità, e nuove forme di coesistenza. Proprio perché diversi, e sempre più diversi, abbiamo bisogno dell’uguaglianza di diritti e di opportunità, di un’uguaglianza di principio ma anche sostanziale, come recita l’articolo 3 della Costituzione italiana. Bisogna allenare le comunità all’inclusione e a trarre vantaggio dalle differenze, spostando i fulcri del potere, stimolando empatia, comprensione, ricerca di soluzioni innovative via via diverse di gestione di interazioni complesse.Pubblicazioni consigliate
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