A seguito della globalizzazione e dell’internazionalizzazione dell’economia, la caratte- rizzazione agricola del “tipico Paese in via di sviluppo” rappresenta oramai un concetto privo di significato. Si osserva invece un mosaico di contesti territoriali laddove i nuovi modelli organizzativi dell’impresa capitalistica in ambito agricolo, zootecnico e forestale permettono di fruire dei vantaggi assoluti o relativi del commercio di commodities e coesistono con altri ordinamenti produttivi quali l’agricoltura di tipo tradizionale. Questa copresenza, sovente caratterizzata da conflitti latenti o manifesti, determina un cambiamento sistemico delle strutture produttive tradizionali. Su questo quadro composito s’inserisce inoltre l’azione delle politiche di sviluppo agricolo-rurali definite a livello nazionale e/o in accordo con le agenzie internazionali per la cooperazione allo sviluppo, non sempre esenti da criticità, elevando la complessità del sistema. La comprensione dei caratteri salienti e dell’organizzazione socio-economica dello spazio extra urbano costituisce il principale contenuto delle successive riflessioni, al fine di cogliere appieno quale possa essere il possibile contributo che le attività agricole, o detto in termini microeconomici l’impresa e l’imprenditorialità agricola, e le attività rurali non agricole, ovvero l’insieme dei processi di trasformazione e di differenziazione della produzione realizzati in ambito rurale, possono svolgere nel raggiungere un obiettivo di più alto respiro: sradicare la povertà assoluta e la fame. Nella prima parte del presente contributo si presenta l’analisi delle attività agricole con riguardo all’economia di sussistenza, tradizionale e agraria, al fine di cogliere appieno le diverse potenzialità ma anche difficoltà di natura economica che tali modelli organizzativi determinano. Nella seconda parte si propone l’esame delle attività rurali non agricole che evidenziano un rilevante filone di attività e opportunità produttive a sostegno del reddito delle famiglie rurali e una forma di stabilizzare dell’attività economica rispetto a fattori di rischio sempre più crescenti in agricoltura (siano essi di tipo economico e finanziario ma anche ambientale e climatico). Nell’ultima parte si riporta infine un esempio di successo riguardante un interessante connubio di attività rurali agricole e non agricole, la cui accurata combinazione ha determinato la fortuna di una comunità andina in Ecuador ora considerata un esempio da imitare in ambito latino americano.
Il ruolo delle attività rurali agricole e non agricole nei PVS
PISANI, ELENA
2015
Abstract
A seguito della globalizzazione e dell’internazionalizzazione dell’economia, la caratte- rizzazione agricola del “tipico Paese in via di sviluppo” rappresenta oramai un concetto privo di significato. Si osserva invece un mosaico di contesti territoriali laddove i nuovi modelli organizzativi dell’impresa capitalistica in ambito agricolo, zootecnico e forestale permettono di fruire dei vantaggi assoluti o relativi del commercio di commodities e coesistono con altri ordinamenti produttivi quali l’agricoltura di tipo tradizionale. Questa copresenza, sovente caratterizzata da conflitti latenti o manifesti, determina un cambiamento sistemico delle strutture produttive tradizionali. Su questo quadro composito s’inserisce inoltre l’azione delle politiche di sviluppo agricolo-rurali definite a livello nazionale e/o in accordo con le agenzie internazionali per la cooperazione allo sviluppo, non sempre esenti da criticità, elevando la complessità del sistema. La comprensione dei caratteri salienti e dell’organizzazione socio-economica dello spazio extra urbano costituisce il principale contenuto delle successive riflessioni, al fine di cogliere appieno quale possa essere il possibile contributo che le attività agricole, o detto in termini microeconomici l’impresa e l’imprenditorialità agricola, e le attività rurali non agricole, ovvero l’insieme dei processi di trasformazione e di differenziazione della produzione realizzati in ambito rurale, possono svolgere nel raggiungere un obiettivo di più alto respiro: sradicare la povertà assoluta e la fame. Nella prima parte del presente contributo si presenta l’analisi delle attività agricole con riguardo all’economia di sussistenza, tradizionale e agraria, al fine di cogliere appieno le diverse potenzialità ma anche difficoltà di natura economica che tali modelli organizzativi determinano. Nella seconda parte si propone l’esame delle attività rurali non agricole che evidenziano un rilevante filone di attività e opportunità produttive a sostegno del reddito delle famiglie rurali e una forma di stabilizzare dell’attività economica rispetto a fattori di rischio sempre più crescenti in agricoltura (siano essi di tipo economico e finanziario ma anche ambientale e climatico). Nell’ultima parte si riporta infine un esempio di successo riguardante un interessante connubio di attività rurali agricole e non agricole, la cui accurata combinazione ha determinato la fortuna di una comunità andina in Ecuador ora considerata un esempio da imitare in ambito latino americano.Pubblicazioni consigliate
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