Immaginare di guidare un’auto in una zona trafficata di una città mai visitata prima è un modo efficace per illustrare il significato funzionale dell’attenzione, nonché lo stretto legame che sussiste tra attenzione e coscienza, intesa come la percezione consapevole degli elementi nell’ambiente che stimolano i nostri sensi. In questo capitolo faremo principalmente riferimento agli elementi visivi presenti nella situazione di guida poiché è lo studio della visione umana che ha meglio chiarito la relazione tra attenzione e percezione. Quando guidiamo, teniamo lo sguardo solitamente orientato davanti a noi, nella direzione di marcia, così da evitare di urtare i veicoli che ci precedono. Ciò nonostante, è nitida l’impressione di riuscire a «tenere sott’occhio» anche altri oggetti presenti nel nostro campo visivo che ci aiutano a raggiungere la meta come, ad esempio, un segnale di svolta che proviene dal navigatore satellitare, un movimento riflesso nello specchietto retrovisore o un cartello che ci fornisce un’indicazione rilevante. Come vedremo, questa impressione trova riscontro nei risultati di situazioni sperimentali ideate per dissociare direzione dello sguardo e direzione dell’attenzione. Queste situazioni sperimentali sono state ideate per capire come l’attenzione scansioni gli oggetti distribuiti in uno spazio visivo statico alla ricerca di segnali rilevanti per raggiungere la nostra meta, sopprimendone altri che non sono tali. Immaginare di essere alla guida e fermi a un semaforo rosso aiuterà a capire la logica sottesa a questi esperimenti, che sono tradizionalmente classificati come studi di attenzione spaziale. La situazione di guida ci permette di considerare altri aspetti della scena visiva che dobbiamo elaborare per raggiungere la nostra meta. Quando ripartiamo a semaforo verde, la scena visiva non è più statica; è piuttosto un flusso continuo di informazioni che devono essere opportunamente segregate così da tenere distinte, ad esempio, le informazioni di due diversi cartelli posti sullo stesso lato della carreggiata che entrano a far parte della scena visiva in rapida successione. Capiremo perché il codice della strada impedisce che due cartelli possano essere posti a una distanza inferiore a un certo standard normativo. Ci soffermeremo quindi su situazioni sperimentali che sono state ideate per valutare con quanta rapidità riusciamo a porre attenzione a segnali nel flusso visivo simulando quello che vediamo mentre l’auto è in marcia e immaginando di dover prestare attenzione a due (o più) segnali visivi temporalmente consecutivi e spazialmente coincidenti. In questo caso, parleremo di studi di attenzione temporale. In ognuna delle due sezioni in cui si divide il capitolo, un accento particolare sarà posto sulla relazione tra attenzione spaziale/temporale e percezione cosciente, per arrivare a dare un senso al principio condiviso dalla comunità scientifica che «l’attenzione è necessaria ma non sufficiente per vedere quello che guardiamo».

Attenzione e coscienza

Roberto Dell'Acqua
2016

Abstract

Immaginare di guidare un’auto in una zona trafficata di una città mai visitata prima è un modo efficace per illustrare il significato funzionale dell’attenzione, nonché lo stretto legame che sussiste tra attenzione e coscienza, intesa come la percezione consapevole degli elementi nell’ambiente che stimolano i nostri sensi. In questo capitolo faremo principalmente riferimento agli elementi visivi presenti nella situazione di guida poiché è lo studio della visione umana che ha meglio chiarito la relazione tra attenzione e percezione. Quando guidiamo, teniamo lo sguardo solitamente orientato davanti a noi, nella direzione di marcia, così da evitare di urtare i veicoli che ci precedono. Ciò nonostante, è nitida l’impressione di riuscire a «tenere sott’occhio» anche altri oggetti presenti nel nostro campo visivo che ci aiutano a raggiungere la meta come, ad esempio, un segnale di svolta che proviene dal navigatore satellitare, un movimento riflesso nello specchietto retrovisore o un cartello che ci fornisce un’indicazione rilevante. Come vedremo, questa impressione trova riscontro nei risultati di situazioni sperimentali ideate per dissociare direzione dello sguardo e direzione dell’attenzione. Queste situazioni sperimentali sono state ideate per capire come l’attenzione scansioni gli oggetti distribuiti in uno spazio visivo statico alla ricerca di segnali rilevanti per raggiungere la nostra meta, sopprimendone altri che non sono tali. Immaginare di essere alla guida e fermi a un semaforo rosso aiuterà a capire la logica sottesa a questi esperimenti, che sono tradizionalmente classificati come studi di attenzione spaziale. La situazione di guida ci permette di considerare altri aspetti della scena visiva che dobbiamo elaborare per raggiungere la nostra meta. Quando ripartiamo a semaforo verde, la scena visiva non è più statica; è piuttosto un flusso continuo di informazioni che devono essere opportunamente segregate così da tenere distinte, ad esempio, le informazioni di due diversi cartelli posti sullo stesso lato della carreggiata che entrano a far parte della scena visiva in rapida successione. Capiremo perché il codice della strada impedisce che due cartelli possano essere posti a una distanza inferiore a un certo standard normativo. Ci soffermeremo quindi su situazioni sperimentali che sono state ideate per valutare con quanta rapidità riusciamo a porre attenzione a segnali nel flusso visivo simulando quello che vediamo mentre l’auto è in marcia e immaginando di dover prestare attenzione a due (o più) segnali visivi temporalmente consecutivi e spazialmente coincidenti. In questo caso, parleremo di studi di attenzione temporale. In ognuna delle due sezioni in cui si divide il capitolo, un accento particolare sarà posto sulla relazione tra attenzione spaziale/temporale e percezione cosciente, per arrivare a dare un senso al principio condiviso dalla comunità scientifica che «l’attenzione è necessaria ma non sufficiente per vedere quello che guardiamo».
2016
Manuale di psicologia generale
9788815266156
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3353167
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