La sessualità delle persone con disabilità rappresenta ancora oggi un tabù sociale e culturale non superato: al più generale mancato riconoscimento sociale sembra corrispondere una non piena assegnazione sessuale e di genere. Il corpo disabile, infatti, viene pensato alternativamente come asessuato (e, così, infantilizzato e de-sessualizzato) o, viceversa, caratterizzato da una carica sessuale fuori controllo e ossessiva (e quindi patologizzato). In entrambi i casi, esso sembra essere portatore di una sessualità inevitabilmente “deviante” e problematica. Seguendo l'invito proprio dei Disability studies britannici espresso nel motto “nothing about us without us”, il contributo qui presentato intende concentrare l’attenzione sulle narrazioni, riflessioni e azioni espresse da questo particolare (s)oggetto incorporato nei confronti dei concetti di corpo, genere e sessualità. Nello specifico, analizzerò alcuni esempi di attivismo che stanno emergendo nel contesto italiano degli ultimi anni: progetti artistici e politici che affrontano la questione della sessualità e della disabilità da una prospettiva inedita, quella disabile. Nel tentativo di scardinare gli stereotipi e i pregiudizi della società (riflesso di una gerarchia dei corpi che risponde ad un modello dominante neoliberale, eteronormativo e abilista), diverse soggettività disabili stanno infatti contribuendo alla creazione e alla circolazione di immagini e rappresentazioni alternative di sessualità e di disabilità. Parallelamente, sul piano politico, è in atto la promozione di una proposta di legge (ddl n. 1442/2014) per l’introduzione dell’assistenza sessuale in Italia, perché venga riconosciuto un diritto (di accesso) alla sessualità per le persone con disabilità, su modello di quanto già accade in diversi Paesi europei. La riflessione qui proposta si sviluppa a partire da alcuni dati raccolti per un lavoro di tesi magistrale svolto nel 2017/18 che esplorava il tema della sessualità e della disabilità in Italia, nel quale venivano analizzati i discorsi, le rappresentazioni e le pratiche messe in atto da soggetti che vivono/operano in prossimità di una condizione di disabilità. A fronte di una sostanziale mancanza di visibilità sul piano pubblico di testimonianze che ci parlino della questione in prima persona, il contributo si concentra sull’analisi di progetti che trattano invece la tematica da una posizione interna, osservandone i mezzi, le strategie e i discorsi mobilitati.

La sessualità come opportunità. Percorsi di attivismo disabile e riflessioni dai margini.

Chiara Paglialonga
2020

Abstract

La sessualità delle persone con disabilità rappresenta ancora oggi un tabù sociale e culturale non superato: al più generale mancato riconoscimento sociale sembra corrispondere una non piena assegnazione sessuale e di genere. Il corpo disabile, infatti, viene pensato alternativamente come asessuato (e, così, infantilizzato e de-sessualizzato) o, viceversa, caratterizzato da una carica sessuale fuori controllo e ossessiva (e quindi patologizzato). In entrambi i casi, esso sembra essere portatore di una sessualità inevitabilmente “deviante” e problematica. Seguendo l'invito proprio dei Disability studies britannici espresso nel motto “nothing about us without us”, il contributo qui presentato intende concentrare l’attenzione sulle narrazioni, riflessioni e azioni espresse da questo particolare (s)oggetto incorporato nei confronti dei concetti di corpo, genere e sessualità. Nello specifico, analizzerò alcuni esempi di attivismo che stanno emergendo nel contesto italiano degli ultimi anni: progetti artistici e politici che affrontano la questione della sessualità e della disabilità da una prospettiva inedita, quella disabile. Nel tentativo di scardinare gli stereotipi e i pregiudizi della società (riflesso di una gerarchia dei corpi che risponde ad un modello dominante neoliberale, eteronormativo e abilista), diverse soggettività disabili stanno infatti contribuendo alla creazione e alla circolazione di immagini e rappresentazioni alternative di sessualità e di disabilità. Parallelamente, sul piano politico, è in atto la promozione di una proposta di legge (ddl n. 1442/2014) per l’introduzione dell’assistenza sessuale in Italia, perché venga riconosciuto un diritto (di accesso) alla sessualità per le persone con disabilità, su modello di quanto già accade in diversi Paesi europei. La riflessione qui proposta si sviluppa a partire da alcuni dati raccolti per un lavoro di tesi magistrale svolto nel 2017/18 che esplorava il tema della sessualità e della disabilità in Italia, nel quale venivano analizzati i discorsi, le rappresentazioni e le pratiche messe in atto da soggetti che vivono/operano in prossimità di una condizione di disabilità. A fronte di una sostanziale mancanza di visibilità sul piano pubblico di testimonianze che ci parlino della questione in prima persona, il contributo si concentra sull’analisi di progetti che trattano invece la tematica da una posizione interna, osservandone i mezzi, le strategie e i discorsi mobilitati.
2020
Genere e R-esistenze in movimento: Soggettività, Azioni e Prospettive
978-88-8443-894-2
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