La villa di Diomede è un lussuoso edificio, uno dei più grandi della Pompei antica, posto nei pressi dell’ingresso occidentale della città. Oltre agli evidenti segni dell’eruzione del 79, le strutture mostrano i segni del terremoto del 63 d.C. nei collassi del colonnato del grande quadriportico che caratterizza la villa e dei conseguenti ripristini. L’edificio è stato oggetto di una campagna di rilievo critico e strutturale, ricostruendo le fasi realizzative dell’edificio, lo stato di degrado materico ed il quadro di danno (archeosismico, sismico e statico) delle parti in elevato e procedendo alla qualificazione delle strutture mediante apposite indagini non distruttive. In particolare, sono state condotte prove soniche e endoscopiche nei pilastri di due lati del quadriportico, evidenziando un avanzato stato di degrado strutturale. La caratterizzazione dinamica delle strutture, effettuata mediante sole vibrazioni ambientali, ha permesso di evidenziare comunque una discreta capacità della porzione di struttura ancora in piedi di attivare un comportamento globale piuttosto che per parti. Al contrario, la caratterizzazione dei singoli pilastri del quadriportico ha riscontrato l’attivazione di modi prevalentemente locali. Una probabile causa di tale effetto può essere riconosciuta nella presenza di listature in laterizio, probabilmente pertinenti alla ricostruzione successiva al terremoto, le quali, interrompendo la tessitura lapidea dei pilastri, forniscono cerniere intermedie per l’oscillazione combinata di singole parti dell’elemento verticale evitando il ribaltamento rigido d’insieme. Peculiare è la presenza, in alcuni lacerti murari della villa, di blocchi di tufo con giunti di testa inclinati, ottenendo forme trapezoidali o a parallelogramma. Risultando insolita, nelle osservazioni della pratica costruttiva muraria, tale configurazione è stata oggetto di ulteriori approfondimenti, in particolare per stabilire se si possa considerare quale accorgimento costruttivo volto a migliorare il comportamento strutturale delle pareti nella trasmissione dei carichi verticali o, addirittura, simici. Pertanto, è stata eseguita la modellazione locale di pannelli simulando ideali prove di compressione verticale per valutarne la risposta deformativa. I risultati finora ottenuti dimostrano tuttavia la maggiore fragilità della muratura lasciando aperte quindi le interpretazioni sul motivo di questa peculiare scelta.

Valutazione del comportamento dinamico delle strutture della Villa di Diomede a Pompei e approfondimento numerico su un unicum murario antico

Salvalaggio M.
;
Valluzzi M. R.;Lorenzoni F.;Sbrogiò L.
2019

Abstract

La villa di Diomede è un lussuoso edificio, uno dei più grandi della Pompei antica, posto nei pressi dell’ingresso occidentale della città. Oltre agli evidenti segni dell’eruzione del 79, le strutture mostrano i segni del terremoto del 63 d.C. nei collassi del colonnato del grande quadriportico che caratterizza la villa e dei conseguenti ripristini. L’edificio è stato oggetto di una campagna di rilievo critico e strutturale, ricostruendo le fasi realizzative dell’edificio, lo stato di degrado materico ed il quadro di danno (archeosismico, sismico e statico) delle parti in elevato e procedendo alla qualificazione delle strutture mediante apposite indagini non distruttive. In particolare, sono state condotte prove soniche e endoscopiche nei pilastri di due lati del quadriportico, evidenziando un avanzato stato di degrado strutturale. La caratterizzazione dinamica delle strutture, effettuata mediante sole vibrazioni ambientali, ha permesso di evidenziare comunque una discreta capacità della porzione di struttura ancora in piedi di attivare un comportamento globale piuttosto che per parti. Al contrario, la caratterizzazione dei singoli pilastri del quadriportico ha riscontrato l’attivazione di modi prevalentemente locali. Una probabile causa di tale effetto può essere riconosciuta nella presenza di listature in laterizio, probabilmente pertinenti alla ricostruzione successiva al terremoto, le quali, interrompendo la tessitura lapidea dei pilastri, forniscono cerniere intermedie per l’oscillazione combinata di singole parti dell’elemento verticale evitando il ribaltamento rigido d’insieme. Peculiare è la presenza, in alcuni lacerti murari della villa, di blocchi di tufo con giunti di testa inclinati, ottenendo forme trapezoidali o a parallelogramma. Risultando insolita, nelle osservazioni della pratica costruttiva muraria, tale configurazione è stata oggetto di ulteriori approfondimenti, in particolare per stabilire se si possa considerare quale accorgimento costruttivo volto a migliorare il comportamento strutturale delle pareti nella trasmissione dei carichi verticali o, addirittura, simici. Pertanto, è stata eseguita la modellazione locale di pannelli simulando ideali prove di compressione verticale per valutarne la risposta deformativa. I risultati finora ottenuti dimostrano tuttavia la maggiore fragilità della muratura lasciando aperte quindi le interpretazioni sul motivo di questa peculiare scelta.
2019
RECAP: Reconstruire après un tremblement de terre. Expériences antiques et innovations à Pompéi
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