Il contributo ripercorre le vicende pittoriche che hanno interessato la basilica di Santa Giustina a Padova durante il Settecento: il XVIII secolo non può competere, quanto a numero di interventi, con gli apporti del secolo precedente, che hanno determinato il volto attuale degli spazi basilicali con la quasi totalità delle pale che ancor oggi si trovano sugli altari. Tuttavia il Settecento si apre con una duplice impresa del rinnovatore della pittura veneta ed europea, Sebastiano Ricci: gli affreschi sulla volta della cappella del Santissimo Sacramento e la pala raffigurante San Gregorio Magno che invoca la Vergine per liberare Roma dalla peste, due opere che per scelte cromatiche e libertà di conduzione pittorica aprono una nuova stagione. Il testo ha permesso di aggiornare anche la paternità degli affreschi nel "pozzo dei martiri", che solo in tempi assai recenti è stata correttamente ricondotta al poco noto pittore bavarese Giorgio Telliè. Attenzione è stata dedicata anche alle opere giunte in Santa Giustina nel corso del tempo da altri edifici: la Conversione di San Paolo dalla chiesa carmelitana delle Terese, una pala di Domenico Zorzi dai Carmelitani Scalzi, e soprattutto due enormi tele di Antonio Balestra, volute dal cardinale Giorgio Corner nel 1718 e qui giunte dopo la demolizione ottocentesca della chiesa della Misericordia in Prato della Valle.

Il Settecento in pittura

TOMEZZOLI A.
2020

Abstract

Il contributo ripercorre le vicende pittoriche che hanno interessato la basilica di Santa Giustina a Padova durante il Settecento: il XVIII secolo non può competere, quanto a numero di interventi, con gli apporti del secolo precedente, che hanno determinato il volto attuale degli spazi basilicali con la quasi totalità delle pale che ancor oggi si trovano sugli altari. Tuttavia il Settecento si apre con una duplice impresa del rinnovatore della pittura veneta ed europea, Sebastiano Ricci: gli affreschi sulla volta della cappella del Santissimo Sacramento e la pala raffigurante San Gregorio Magno che invoca la Vergine per liberare Roma dalla peste, due opere che per scelte cromatiche e libertà di conduzione pittorica aprono una nuova stagione. Il testo ha permesso di aggiornare anche la paternità degli affreschi nel "pozzo dei martiri", che solo in tempi assai recenti è stata correttamente ricondotta al poco noto pittore bavarese Giorgio Telliè. Attenzione è stata dedicata anche alle opere giunte in Santa Giustina nel corso del tempo da altri edifici: la Conversione di San Paolo dalla chiesa carmelitana delle Terese, una pala di Domenico Zorzi dai Carmelitani Scalzi, e soprattutto due enormi tele di Antonio Balestra, volute dal cardinale Giorgio Corner nel 1718 e qui giunte dopo la demolizione ottocentesca della chiesa della Misericordia in Prato della Valle.
2020
Magnificenza monastica a gloria di Dio. L'abbazia di Santa Giustina nel suo secolare cammino storico e artistico
978-88-3313-313-3
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