L'articolo analizza le funzioni e i poteri dei 'quaestores' a Roma nel V e IV secolo a.C. Dopo aver introdotto la figura dei questori e le controversie sorte su di essi nella dottrina, vengono esaminate le testimonianze delle fonti antiche sulle loro attribuzioni. Dalle fonti descrittive come Varrone, Pomponio e Ulpiano emerge che i 'quaestores' avevano un ruolo inquisitorio, di ricerca ('quaerere'), sia in ambito criminale in merito alle 'res capitales', sia per quanto attiene alla gestione del denaro pubblico. Vengono poi analizzate le notizie tramandateci riguardo ai processi in cui intervennero i questori, come quelli contro Spurio Cassio, Marco Volscio Fittore e Marco Furio Camillo, dai quali si evince che i 'quaestores' avevano il potere di condurre le indagini (ai fini della raccolta del materiale probatorio a supporto dell'accusa davanti ai comizi), di 'diem dicere' e di proporre la pena capitale ai comizi. Nello studio viene quindi approfondito il significato dell'espressione 'paricidas esto' di Numa, anche nel suo legame con la competenza questoria per i crimini capitali, e viene discusso infine il rapporto tra 'quaestores parricidii' e 'aerarii', propendendo per l'identità soggettiva delle due figure.
Funzioni e poteri dei ‘quaestores’ nel V e IV secolo a.C.
Marco Falcon
2020
Abstract
L'articolo analizza le funzioni e i poteri dei 'quaestores' a Roma nel V e IV secolo a.C. Dopo aver introdotto la figura dei questori e le controversie sorte su di essi nella dottrina, vengono esaminate le testimonianze delle fonti antiche sulle loro attribuzioni. Dalle fonti descrittive come Varrone, Pomponio e Ulpiano emerge che i 'quaestores' avevano un ruolo inquisitorio, di ricerca ('quaerere'), sia in ambito criminale in merito alle 'res capitales', sia per quanto attiene alla gestione del denaro pubblico. Vengono poi analizzate le notizie tramandateci riguardo ai processi in cui intervennero i questori, come quelli contro Spurio Cassio, Marco Volscio Fittore e Marco Furio Camillo, dai quali si evince che i 'quaestores' avevano il potere di condurre le indagini (ai fini della raccolta del materiale probatorio a supporto dell'accusa davanti ai comizi), di 'diem dicere' e di proporre la pena capitale ai comizi. Nello studio viene quindi approfondito il significato dell'espressione 'paricidas esto' di Numa, anche nel suo legame con la competenza questoria per i crimini capitali, e viene discusso infine il rapporto tra 'quaestores parricidii' e 'aerarii', propendendo per l'identità soggettiva delle due figure.| File | Dimensione | Formato | |
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