La domanda alla quale si cercherà di rispondere con il presente contributo concerne significato e ricadute che l’istituzione di diritti specifici dei minori ha avuto in ambito scolastico. Atto giuridico di fondamentale importanza e dalla profonda valenza etica, capace di incidere sui costumi e sulla cultura, la Convenzione obbliga, a distanza di tre decenni, ad una riflessione in ordine alla complicata realizzazione che tale costrutto lessicale e giuridico ha avuto nella realtà sociale, culturale ma soprattutto educativa. Di qui la necessità di riflettere in merito all’attuazione dell’articolo 28 il quale rimanda non solo ad un insegnamento primario obbligatorio e gratuito per tutti ma anche alla concretizzazione di varie forme di insegnamento superiore atte a garantire la regolarità della frequenza e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola. Il fine primario di favorire lo sviluppo della personalità nonché lo sviluppo delle facoltà e delle attitudini mentali e fisiche di ciascuno soggetto (art. 29) diventano i capisaldi di una educazione alla cittadinanza attiva e responsabile. Nella Convenzione troviamo allora sanciti i diritti alla conoscenza e all’istruzione, intesa quale materia prima dello sviluppo delle Nazioni, all’interno dei quali bambini e adolescenti, dismessi i panni di esclusivi destinatari del dovere di protezione dell’adulto, vestono quelli di cittadini in atto e in crescita partecipi, proprio perché detentori di diritti, delle comunità di appartenenza.

La Convenzione sui diritti dell'infanzia in trent'anni di scuola italiana

Merlo Giordana
2020

Abstract

La domanda alla quale si cercherà di rispondere con il presente contributo concerne significato e ricadute che l’istituzione di diritti specifici dei minori ha avuto in ambito scolastico. Atto giuridico di fondamentale importanza e dalla profonda valenza etica, capace di incidere sui costumi e sulla cultura, la Convenzione obbliga, a distanza di tre decenni, ad una riflessione in ordine alla complicata realizzazione che tale costrutto lessicale e giuridico ha avuto nella realtà sociale, culturale ma soprattutto educativa. Di qui la necessità di riflettere in merito all’attuazione dell’articolo 28 il quale rimanda non solo ad un insegnamento primario obbligatorio e gratuito per tutti ma anche alla concretizzazione di varie forme di insegnamento superiore atte a garantire la regolarità della frequenza e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola. Il fine primario di favorire lo sviluppo della personalità nonché lo sviluppo delle facoltà e delle attitudini mentali e fisiche di ciascuno soggetto (art. 29) diventano i capisaldi di una educazione alla cittadinanza attiva e responsabile. Nella Convenzione troviamo allora sanciti i diritti alla conoscenza e all’istruzione, intesa quale materia prima dello sviluppo delle Nazioni, all’interno dei quali bambini e adolescenti, dismessi i panni di esclusivi destinatari del dovere di protezione dell’adulto, vestono quelli di cittadini in atto e in crescita partecipi, proprio perché detentori di diritti, delle comunità di appartenenza.
2020
30 anni dopo la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia. Quale pedagogia per i minori?
978-88-6760-767-9
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