Tra teologia e pratiche religiose. Riflessioni sulla condanna di Miguel de Molinos

Il saggio, inserito in un volume dedicato a contestualizzare vicenda storica e lasciti storico-intellettuali dell'eterodossia pelagina, ripercorre la vicenda del processo inquisitoriale e della condanna dell'eterodosso aragonese Miguel de Molinos nella Roma degli anni Ottanta del Seicento. Molinos, lungi dall'essere stato l’inventore del quietismo, né il massimo esponente a livello internazionale di quella che si potrebbe definire come "eresia" seicentesca della mistica orazione di quiete, condivideva con gli esponenti del movimento pelagino l'idea della centralità dell'orazione mentale, ed un approccio marcatamente spiritualistico all'esperienza religiosa, potenzialmente in grado di costituire una minaccia non tanto per l’ortodossia cattolica, quanto per l'organizzazione disciplinare e per la struttura marcatamente gerarchica del cattolicesimo post-tridentino.