La ricerca nasce dal desiderio di poter offrire un contributo migliorativo all’interno del dibattito circa la didattica senza voler tracciare una linea di demarcazione con la didattica speciale e, nasce da questo, la scelta di lasciarsi guidare dalle linee generali dell’Universal Design for Learning. Indagare la relazione esistente tra le politiche di welfare (all’interno del dibattito tra workfare e learnfare) e la didattica permette di introdurre la visione della persona individuata dallo Human Development. Il modello della didattica generativa della solidarietà si colloca all’interno di questo dibattito cercando di armonizzare modelli e approcci diversi tra loro, quali il Service Learning, il Capability Approach e il Welfare Generativo teorizzato dalla Fondazione Zancan. Ognuno di questi modelli possiede dei punti di forza e punti di criticità che messi insieme hanno permesso di immaginare un modello di didattica attiva che sappia essere community-centered, dove la crescita del singolo permette di trasformare la comunità-classe e la comunità-mondo, perché non c’è cambiamento che riguarda il singolo che non si rifletti sulla sua comunità di appartenenza. Una didattica aperta ad aver cura del bene comune in ottica di democrazia partecipata richiede insegnanti formati che sappiano traslarsi dagli obiettivi alle competenze per superare questo modello e arrivare alle capabilities per costruire vite fiorenti. Insegnanti in grado di attivare processi di cambiamento devono essere sostenuti da istituzioni (e quindi scuole) capacitanti. Richiede un nuovo modo di pensare la valutazione che diventa un processo valuattuativo, neologismo che indica la possibilità di misurare l’attuazione generativa dei saperi attraverso servizi alla e con la comunità.

LA DIDATTICA GENERATIVA DELLA SOLIDARIETÀ PER UNA SCUOLA FIORENTE E CAPACITANTE ABITATA DA INSEGNANTI GENERATIVI. RICERCA IN UNA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO

Tiozzo Brasiola Oscar
2021

Abstract

La ricerca nasce dal desiderio di poter offrire un contributo migliorativo all’interno del dibattito circa la didattica senza voler tracciare una linea di demarcazione con la didattica speciale e, nasce da questo, la scelta di lasciarsi guidare dalle linee generali dell’Universal Design for Learning. Indagare la relazione esistente tra le politiche di welfare (all’interno del dibattito tra workfare e learnfare) e la didattica permette di introdurre la visione della persona individuata dallo Human Development. Il modello della didattica generativa della solidarietà si colloca all’interno di questo dibattito cercando di armonizzare modelli e approcci diversi tra loro, quali il Service Learning, il Capability Approach e il Welfare Generativo teorizzato dalla Fondazione Zancan. Ognuno di questi modelli possiede dei punti di forza e punti di criticità che messi insieme hanno permesso di immaginare un modello di didattica attiva che sappia essere community-centered, dove la crescita del singolo permette di trasformare la comunità-classe e la comunità-mondo, perché non c’è cambiamento che riguarda il singolo che non si rifletti sulla sua comunità di appartenenza. Una didattica aperta ad aver cura del bene comune in ottica di democrazia partecipata richiede insegnanti formati che sappiano traslarsi dagli obiettivi alle competenze per superare questo modello e arrivare alle capabilities per costruire vite fiorenti. Insegnanti in grado di attivare processi di cambiamento devono essere sostenuti da istituzioni (e quindi scuole) capacitanti. Richiede un nuovo modo di pensare la valutazione che diventa un processo valuattuativo, neologismo che indica la possibilità di misurare l’attuazione generativa dei saperi attraverso servizi alla e con la comunità.
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