Il DNA è dunque diventato un’icona culturale che sostituisce i più tradizionali riferimenti identitari quali erano il sangue e l’anima, al punto che non pare esagerato parlare di una “mistica del DNA”, per usare l’azzeccatissima espressione suggerita da Doroty Nelkin e Susan Lindee ormai quasi quarant’anni fa. Una simile naturalizzazione del DNA nel contesto della nostra quotidianità come criterio di distinzione, come fondamento della specificità soprattutto individuale, merita però qualche ulteriore considerazione. Se il DNA si configura oramai come qualcosa di scontato, ciò non significa infatti che dovremmo smettere di pensarci. Anzi, continuare a riflettere sul DNA è invece un esercizio di cruciale importanza, perché la sua apparente banalità nasconde un fermento e una serie di questioni di grande rilievo e di continua attualità.
Un’elica da cui potremmo imparare molto
Neresini Federico
2021
Abstract
Il DNA è dunque diventato un’icona culturale che sostituisce i più tradizionali riferimenti identitari quali erano il sangue e l’anima, al punto che non pare esagerato parlare di una “mistica del DNA”, per usare l’azzeccatissima espressione suggerita da Doroty Nelkin e Susan Lindee ormai quasi quarant’anni fa. Una simile naturalizzazione del DNA nel contesto della nostra quotidianità come criterio di distinzione, come fondamento della specificità soprattutto individuale, merita però qualche ulteriore considerazione. Se il DNA si configura oramai come qualcosa di scontato, ciò non significa infatti che dovremmo smettere di pensarci. Anzi, continuare a riflettere sul DNA è invece un esercizio di cruciale importanza, perché la sua apparente banalità nasconde un fermento e una serie di questioni di grande rilievo e di continua attualità.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.