Il contributo mette a fuoco due cicli pittorici inediti di Marco Marcola (1740-1793), l'artista del Settecento veronese che negli studi è venuto ad assumere sempre più (e talvolta in maniera limitante) il ruolo di osservatore attento della realtà sociale contemporanea. Nei due casi presentati in questa sede, appare singolare che il pittore più votato alla descrizione realistica sia stato chiamato a dar forma a concetti astratti e a racconti visionari. Infatti nelle prime quattro tele - oggi conservate nel Seminario Vescovile di Belluno, dove sono giunte come dono alla città natale da parte di papa Gregorio XVI, al secolo Bartolomeo Alberto Cappellari (1765-1846) - trovano raffigurazione l'Eresia flagella la Religione, il Trionfo della Fede, Natan rimprovera a re David il suo peccato e infine la Visione di Ezechiele delle ossa inaridite. Ancora più interessante la seconda serie - altri quattro dipinti, transitati dalla casa d'aste Dorotheum di Vienna nel 1994 - con l'Incoronazione della Vergine, il Giudizio Universale, l'Inferno e una Scena di peste. L'importanza è duplice: da un lato la Scena di peste reca la firma dell'autore e la data, il 1758, che rende queste tele, di fatto, le primissime prove note dell'attività del pittore veronese; dall'altro, tale serie coinvolge nella discussione critica anche una coppia di disegni, che nel 1970 Ugo Ruggeri aveva reso noto in una collezione privata bergamasca.

"Visioni" di Marco Marcola

A. TOMEZZOLI
2021

Abstract

Il contributo mette a fuoco due cicli pittorici inediti di Marco Marcola (1740-1793), l'artista del Settecento veronese che negli studi è venuto ad assumere sempre più (e talvolta in maniera limitante) il ruolo di osservatore attento della realtà sociale contemporanea. Nei due casi presentati in questa sede, appare singolare che il pittore più votato alla descrizione realistica sia stato chiamato a dar forma a concetti astratti e a racconti visionari. Infatti nelle prime quattro tele - oggi conservate nel Seminario Vescovile di Belluno, dove sono giunte come dono alla città natale da parte di papa Gregorio XVI, al secolo Bartolomeo Alberto Cappellari (1765-1846) - trovano raffigurazione l'Eresia flagella la Religione, il Trionfo della Fede, Natan rimprovera a re David il suo peccato e infine la Visione di Ezechiele delle ossa inaridite. Ancora più interessante la seconda serie - altri quattro dipinti, transitati dalla casa d'aste Dorotheum di Vienna nel 1994 - con l'Incoronazione della Vergine, il Giudizio Universale, l'Inferno e una Scena di peste. L'importanza è duplice: da un lato la Scena di peste reca la firma dell'autore e la data, il 1758, che rende queste tele, di fatto, le primissime prove note dell'attività del pittore veronese; dall'altro, tale serie coinvolge nella discussione critica anche una coppia di disegni, che nel 1970 Ugo Ruggeri aveva reso noto in una collezione privata bergamasca.
2021
Studi di storia, arte e archeologia veronese in onore di Bruno Chiappa
9788855201032
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