Nella sua prolifica attività giornalistica, Ippolito Nievo dedica alla scienza un’attenzione cursoria ma varia, a cominciare dai riferimenti al suo ruolo nell’evoluzione della lingua e della letteratura e letteraria contenuti negli "Studii sulla poesia popolare" (1854) per proseguire con l’attenzione, nella successiva produzione articoli, a sue singole applicazioni, come quelle tecnologiche per l’agricoltura e l’ingegneria (’55), o ai libri “scientifici”, con le recensioni alla porzione faunistica e botanica di un dizionario friulano (’57), a un manuale di agronomia e agli studi chimici sull’idropsicoterapia (’58), fino alla redazione di pezzi divulgativi sulla fisica e il suono (’59) e sulle acque (’60), per non dire del "Dialogo della Chimica e della Natura umana", operetta morale rimasta inedita fino alla recente scoperta di Alessandra Zangrandi. Ma la scienza è per Nievo soprattutto un grande serbatoio di immagini del contemporaneo, un repertorio di termini e personaggi, insieme straniante e alla moda, cui ricorrere come reagente per la propria prosa nervosa e accattivante, o a cui cedere addirittura la propria voce, declinandola coi caratteri di due pseudonimi come “Dulcamara” e “Arsenico”.
Arsenico, «giornalista di malumore» col «sublimato corrosivo»: rappresentazioni e usi della scienza negli articoli di Ippolito Nievo
ATTILIO MOTTA
2021
Abstract
Nella sua prolifica attività giornalistica, Ippolito Nievo dedica alla scienza un’attenzione cursoria ma varia, a cominciare dai riferimenti al suo ruolo nell’evoluzione della lingua e della letteratura e letteraria contenuti negli "Studii sulla poesia popolare" (1854) per proseguire con l’attenzione, nella successiva produzione articoli, a sue singole applicazioni, come quelle tecnologiche per l’agricoltura e l’ingegneria (’55), o ai libri “scientifici”, con le recensioni alla porzione faunistica e botanica di un dizionario friulano (’57), a un manuale di agronomia e agli studi chimici sull’idropsicoterapia (’58), fino alla redazione di pezzi divulgativi sulla fisica e il suono (’59) e sulle acque (’60), per non dire del "Dialogo della Chimica e della Natura umana", operetta morale rimasta inedita fino alla recente scoperta di Alessandra Zangrandi. Ma la scienza è per Nievo soprattutto un grande serbatoio di immagini del contemporaneo, un repertorio di termini e personaggi, insieme straniante e alla moda, cui ricorrere come reagente per la propria prosa nervosa e accattivante, o a cui cedere addirittura la propria voce, declinandola coi caratteri di due pseudonimi come “Dulcamara” e “Arsenico”.File | Dimensione | Formato | |
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