Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno modificato profondamente molti posti di lavoro nei settori più diversi. Nel corso dell’ultimo biennio, la contingenza derivante dalla pandemia ha evidenziato come queste trasformazioni possano essere molto più articolate di quanto sperimentato fino alla fine del 2019. In effetti, l’impatto del Covid-19 sulla vita lavorativa di milioni di persone è stato enorme, determinando cambiamenti profondi, seppure temporanei. L’applicazione massiva del lavoro da remoto ha fornito un contesto privilegiato per osservare empirica-mente le conseguenze di questa modalità rivelando le tensioni interpretative intorno a questo tema nonché la necessità di superare la mera descrizione. La divisione tra lavoratori che erano considerati essenziali e che quindi dovevano continuare a operare in presenza e quanti invece potevano lavo-rare da casa ha prodotto un certo dibattito in merito all’economia fondamentale . Come è emerso durante la pandemia, per una parte consistente dei lavoratori il lavoro da remoto è “tecnologicamente” possibile, sebbene la comunicazione in presenza sembra rimanere una forma di cooperazione vitale per gestire il lavoro di gruppo e per sostenere i processi di innovazione. Mentre a lungo il lavoro da remoto è stato osteggiato e svolto da un esiguo numero di professionisti, molti dei quali uomini, improvvisamente è diventato centrale per sostenere i processi produttivi a livello internazionale. Tuttavia, se le interconnessioni garantite dalla rete informatica che pare-vano destinate a modificare per sempre il modo di operare, in realtà, nei mesi in cui scriviamo, fine estate 2021, sono molte le spinte a ritornare “in presenza”. Le tensioni tra il lavoro in presenza e a distanza, almeno per quelle mansioni per cui quest’ultimo è possibile, evidenziano come l’applicazione delle tecnologie non solo sia legata a elementi quali la cooperazione, il controllo e l’autonomia, ma si estenda anche in modo importante ai tempi e all’organizzazione della vita quotidiana. In effetti, la questione del lavoro in presenza o da remoto non si limita solo alle relazioni lavorative chiamando in causa interessi diversi. La rottura del normale corso dei processi produttivi e riproduttivi causati dalla pandemia permette quindi di riflettere su alcuni aspetti del lavoro e della cosiddetta “questione tecnologica” . In questo saggio mantenendo un’attenzione alle riflessioni sul lavoro da remoto, ci soffermeremo in particolare su due tra i principali argomenti affrontati dalla letteratura sull’impatto delle innovazioni tecnologiche. La prima questione attiene ai cambiamenti nei mercati del lavoro, nelle mansioni e nell’organizzazione dei processi lavorativi. La seconda, invece, at-tiene alle ripercussioni delle innovazioni tecnologiche nel rapporto tra pro-cessi lavorativi e riproduttivi.

Tecnologie la lavoro nei processi produttivi e riproduttivi

Devi Sacchetto
2021

Abstract

Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno modificato profondamente molti posti di lavoro nei settori più diversi. Nel corso dell’ultimo biennio, la contingenza derivante dalla pandemia ha evidenziato come queste trasformazioni possano essere molto più articolate di quanto sperimentato fino alla fine del 2019. In effetti, l’impatto del Covid-19 sulla vita lavorativa di milioni di persone è stato enorme, determinando cambiamenti profondi, seppure temporanei. L’applicazione massiva del lavoro da remoto ha fornito un contesto privilegiato per osservare empirica-mente le conseguenze di questa modalità rivelando le tensioni interpretative intorno a questo tema nonché la necessità di superare la mera descrizione. La divisione tra lavoratori che erano considerati essenziali e che quindi dovevano continuare a operare in presenza e quanti invece potevano lavo-rare da casa ha prodotto un certo dibattito in merito all’economia fondamentale . Come è emerso durante la pandemia, per una parte consistente dei lavoratori il lavoro da remoto è “tecnologicamente” possibile, sebbene la comunicazione in presenza sembra rimanere una forma di cooperazione vitale per gestire il lavoro di gruppo e per sostenere i processi di innovazione. Mentre a lungo il lavoro da remoto è stato osteggiato e svolto da un esiguo numero di professionisti, molti dei quali uomini, improvvisamente è diventato centrale per sostenere i processi produttivi a livello internazionale. Tuttavia, se le interconnessioni garantite dalla rete informatica che pare-vano destinate a modificare per sempre il modo di operare, in realtà, nei mesi in cui scriviamo, fine estate 2021, sono molte le spinte a ritornare “in presenza”. Le tensioni tra il lavoro in presenza e a distanza, almeno per quelle mansioni per cui quest’ultimo è possibile, evidenziano come l’applicazione delle tecnologie non solo sia legata a elementi quali la cooperazione, il controllo e l’autonomia, ma si estenda anche in modo importante ai tempi e all’organizzazione della vita quotidiana. In effetti, la questione del lavoro in presenza o da remoto non si limita solo alle relazioni lavorative chiamando in causa interessi diversi. La rottura del normale corso dei processi produttivi e riproduttivi causati dalla pandemia permette quindi di riflettere su alcuni aspetti del lavoro e della cosiddetta “questione tecnologica” . In questo saggio mantenendo un’attenzione alle riflessioni sul lavoro da remoto, ci soffermeremo in particolare su due tra i principali argomenti affrontati dalla letteratura sull’impatto delle innovazioni tecnologiche. La prima questione attiene ai cambiamenti nei mercati del lavoro, nelle mansioni e nell’organizzazione dei processi lavorativi. La seconda, invece, at-tiene alle ripercussioni delle innovazioni tecnologiche nel rapporto tra pro-cessi lavorativi e riproduttivi.
2021
Il lavoro da remoto. Aspetti giuridici e sociologici
9788892142800
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