The aim of this research is to analyse a superb medieval illuminated Psalter that is kept in the Biblioteca del Seminario vescovile in Padua (ms. 353). The exceptional beauty of its full-page miniatures and historiated initials in a distinctive Gothic language makes of this manuscript one of the highest examples of thirteenth-century European illumination. The excellent quality of its materials indicate that this lavish codex results from a very prestigious commission. First of all, this study intends to investigate the origins of this precious manuscript arrived in Padua from the Paris of Louis IX in the time of Francesco il Vecchio da Carrara. The mysterious identity of the patroness who appears in a miniature in the book as a modestly dressed lady is examined and a new hypothesis on her has been put forward. The detailed examination of the calendar shed light on her mysterious identity revealing her possible relation to the Capetian court. The manuscript was illuminated in Paris, possibly in the end of the 1260s, as the analysis of the script, the iconography, and the syle of the decoration testify to. The comparison with some of the most sumptuous Parisian exemplars commissioned by the royalty in the 1250s-1270s confirms both the exceptionality of this Psalter in thirteenth-century illumination history and the high status of this female patron. At the end of the fourteenth century, the Psalter was already in Padua in possession of another distinguished female owner named Bartolomea Da Carrara. The Paduan historical and cultural context is analysed in the second part of this work to document the story of the Psalter. The book belonged to the abbess of the Paduan Benedictine monastery of San Pietro Bartolomea da Carrara as some notes on the book confirm. Her mysterious identity has been explored and a link to the influential Carrara family seems to result from the analysis of the medieval documents found. After her death in 1413, the codex was preserved by the nuns of San Pietro until it entered the Biblioteca del Seminario in the nineteenth century where it is still kept.

La presente ricerca si propone di prendere in esame un superbo Salterio pervenuto alla Biblioteca del Seminario vescovile di Padova (ms. 353) in età napoleonica dal monastero benedettino femminile di San Pietro dove fu conservato per circa quattro secoli. Questo codice che si mostra essere una squisita opera francese del Duecento, confezionata per una misteriosa gentildonna ritratta in una miniatura a piena pagina di fronte alla Vergine in trono con il Bambino, giunse nella Padova carrarese tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento e servì alla preghiera di una illustre figura femminile patavina quale fu la badessa del monastero di San Pietro Bartolomea da Carrara. L'appartenenza del manoscritto a questa donna, sulla cui identità la critica si è a lungo interrogata nel tentativo di dimostrare un possibile legame con la famiglia dei da Carrara, nel Trecento signora di Padova, è attestata da due note di possesso e da alcune significative annotazioni che documentano anche la data di morte di Bartolomea nel marzo del 1413 e il suo lascito del codice alla comunità di San Pietro, che lo conservò gelosamente fino all'Ottocento. Poco prima delle soppressioni napoleoniche, che determinarono la fine del monastero di San Pietro, le religiose di questa comunità dovettero affidarlo al vescovo di Padova Francesco Scipione Dondi Dall'Orologio che qualche tempo dopo lo donò alla Biblioteca del Seminario come documenta una nota apposta al principio. Questo studio è quindi inteso da un lato a indagare le origini di questo prezioso esemplare che si configura come uno dei più straordinari esiti dell'arte gotica francese e dall'altro ad esaminare l'avventurosa storia di questo manoscritto che dalla Francia di Luigi IX pervenne nella Padova di Francesco il Vecchio. L'analisi paleografica, iconografica e stilistica ha permesso di individuare il contesto di provenienza di questo codice di grandissimo pregio riconoscendone il legame con la miniatura parigina del terzo quarto del Duecento di ambiente assai vicino alla corte capetingia. Si è inoltre avanzata una nuova ipotesi identificativa della committente basata principalmente sullo studio delle ricorrenze del calendario e delle litanie. Si è poi cercato di spiegare attraverso quali vie questo manoscritto potrebbe essere giunto in città in epoca carrarese, prestando particolare attenzione alla figura di Bartolomea da Carrara che possedette il manoscritto tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento e sulla quale lo spoglio delle fonti documentarie ha permesso di trovare nuovi appigli cronologici e soprattutto degli elementi che sembrano confermare l'ipotesi del rapporto con la dinastia carrarese.

Miniatura a Parigi nel tempo di Luigi IX: il Salterio della Biblioteca del Seminario di Padova (ms. 353) e i codici del Copenhagen 'Corpus' atelier / Zonno, Sabina. - (2011 Jul 28).

Miniatura a Parigi nel tempo di Luigi IX: il Salterio della Biblioteca del Seminario di Padova (ms. 353) e i codici del Copenhagen 'Corpus' atelier

Zonno, Sabina
2011

Abstract

La presente ricerca si propone di prendere in esame un superbo Salterio pervenuto alla Biblioteca del Seminario vescovile di Padova (ms. 353) in età napoleonica dal monastero benedettino femminile di San Pietro dove fu conservato per circa quattro secoli. Questo codice che si mostra essere una squisita opera francese del Duecento, confezionata per una misteriosa gentildonna ritratta in una miniatura a piena pagina di fronte alla Vergine in trono con il Bambino, giunse nella Padova carrarese tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento e servì alla preghiera di una illustre figura femminile patavina quale fu la badessa del monastero di San Pietro Bartolomea da Carrara. L'appartenenza del manoscritto a questa donna, sulla cui identità la critica si è a lungo interrogata nel tentativo di dimostrare un possibile legame con la famiglia dei da Carrara, nel Trecento signora di Padova, è attestata da due note di possesso e da alcune significative annotazioni che documentano anche la data di morte di Bartolomea nel marzo del 1413 e il suo lascito del codice alla comunità di San Pietro, che lo conservò gelosamente fino all'Ottocento. Poco prima delle soppressioni napoleoniche, che determinarono la fine del monastero di San Pietro, le religiose di questa comunità dovettero affidarlo al vescovo di Padova Francesco Scipione Dondi Dall'Orologio che qualche tempo dopo lo donò alla Biblioteca del Seminario come documenta una nota apposta al principio. Questo studio è quindi inteso da un lato a indagare le origini di questo prezioso esemplare che si configura come uno dei più straordinari esiti dell'arte gotica francese e dall'altro ad esaminare l'avventurosa storia di questo manoscritto che dalla Francia di Luigi IX pervenne nella Padova di Francesco il Vecchio. L'analisi paleografica, iconografica e stilistica ha permesso di individuare il contesto di provenienza di questo codice di grandissimo pregio riconoscendone il legame con la miniatura parigina del terzo quarto del Duecento di ambiente assai vicino alla corte capetingia. Si è inoltre avanzata una nuova ipotesi identificativa della committente basata principalmente sullo studio delle ricorrenze del calendario e delle litanie. Si è poi cercato di spiegare attraverso quali vie questo manoscritto potrebbe essere giunto in città in epoca carrarese, prestando particolare attenzione alla figura di Bartolomea da Carrara che possedette il manoscritto tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento e sulla quale lo spoglio delle fonti documentarie ha permesso di trovare nuovi appigli cronologici e soprattutto degli elementi che sembrano confermare l'ipotesi del rapporto con la dinastia carrarese.
28-lug-2011
The aim of this research is to analyse a superb medieval illuminated Psalter that is kept in the Biblioteca del Seminario vescovile in Padua (ms. 353). The exceptional beauty of its full-page miniatures and historiated initials in a distinctive Gothic language makes of this manuscript one of the highest examples of thirteenth-century European illumination. The excellent quality of its materials indicate that this lavish codex results from a very prestigious commission. First of all, this study intends to investigate the origins of this precious manuscript arrived in Padua from the Paris of Louis IX in the time of Francesco il Vecchio da Carrara. The mysterious identity of the patroness who appears in a miniature in the book as a modestly dressed lady is examined and a new hypothesis on her has been put forward. The detailed examination of the calendar shed light on her mysterious identity revealing her possible relation to the Capetian court. The manuscript was illuminated in Paris, possibly in the end of the 1260s, as the analysis of the script, the iconography, and the syle of the decoration testify to. The comparison with some of the most sumptuous Parisian exemplars commissioned by the royalty in the 1250s-1270s confirms both the exceptionality of this Psalter in thirteenth-century illumination history and the high status of this female patron. At the end of the fourteenth century, the Psalter was already in Padua in possession of another distinguished female owner named Bartolomea Da Carrara. The Paduan historical and cultural context is analysed in the second part of this work to document the story of the Psalter. The book belonged to the abbess of the Paduan Benedictine monastery of San Pietro Bartolomea da Carrara as some notes on the book confirm. Her mysterious identity has been explored and a link to the influential Carrara family seems to result from the analysis of the medieval documents found. After her death in 1413, the codex was preserved by the nuns of San Pietro until it entered the Biblioteca del Seminario in the nineteenth century where it is still kept.
Bartolomea da Carrara, Salterio parigino duecentesco, Copenhagen Corpus atelier
Miniatura a Parigi nel tempo di Luigi IX: il Salterio della Biblioteca del Seminario di Padova (ms. 353) e i codici del Copenhagen 'Corpus' atelier / Zonno, Sabina. - (2011 Jul 28).
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