The task of this work is to prove that the Derrida’s deconstructionism is permeated by many philosophical, ethical and political implications. In order to understand the reasons why it is possible to consider Derrida as a “political philosopher”, I firstly try to see in which sense his deconstructive thought consists in questioning the western philosophical tradition. Derrida affirms that it is characterized by “Phonologocentrism” and, from the political point of view, by “Fallogocentrism” and “Ipsocentrism”. The crucial point of our researches concerns the idea that Deconstruction does not represent a negative, nihilistic and irresponsible theoretical operation. On the contrary, it historically corresponds to the “course of things”, it assumes the shape of an “event” and it constitutes an assumption of responsibility towards that same event. Thanks to Deconstruction we can obtain many concepts (i.e. Democracy “to come”, Justice beyond Right, and Messianic without Messianism) that are able to “overcome” the global political crisis by relaunching a new political conceptuality, and the identification of a new international subject (Europe “to come”) which is able to work with this deconstructed conceptuality. Derrida also engages an interesting debate with two great thinkers of the political crisis: W. Benjamin and C. Schmitt. Finally, the deconstruction is able to give a punctual interpretation of the most representative event of our time: September 11th, 2001.

In questo lavoro di ricerca s’intende mostrare come il decostruzionismo derridiano costituisca un tentativo filosofico forte, carico d’implicazioni etico-politiche. Per capire in che senso Derrida possa essere definito un “filosofo politico”, si approfondisce il modo in cui la decostruzione opera una messa in questione della tradizione filosofica occidentale che il Nostro interpreta in termini di fonologocentrismo, nonché, dal punto di vista politico, in termini di fallogocentrismo e ipsocentrismo. Il punto cruciale dell’interpretazione verte sull’idea che la decostruzione non rappresenti un’operazione negativa, nichilistica e irresponsabile; al contrario, essa corrisponderebbe al corso delle cose, ovvero coinciderebbe con una forma di avvenimento e con un’assunzione di responsabilità nei confronti di ciò che accade. In particolare, grazie alla decostruzione, emergerebbero concetti chiave (democrazia “a venire”, giustizia al di là del diritto, e messianico senza messianismo) per il “superamento” della crisi della concettualità politica moderna, e sarebbe possibile individuare un nuovo soggetto sulla scena internazionale (l’Europa “a venire”) in grado di effettuare un rilancio del politico in dissoluzione. In questo lavoro si mostra inoltre come Derrida ingaggi un serrato confronto con alcuni dei più illustri (anche se per molti aspetti distanti) pensatori politici della crisi del politico: Carl Schmitt e Walter Benjamin, e infine come il decostruzionismo derridiano sia in grado di fornire un’efficace interpretazione di quello che è considerato l’evento capitale della contemporaneità, l’11 settembre.

Derrida filosofo politico / Pigozzo, Chiara Alice. - (2011 Jul 31).

Derrida filosofo politico

Pigozzo, Chiara Alice
2011

Abstract

In questo lavoro di ricerca s’intende mostrare come il decostruzionismo derridiano costituisca un tentativo filosofico forte, carico d’implicazioni etico-politiche. Per capire in che senso Derrida possa essere definito un “filosofo politico”, si approfondisce il modo in cui la decostruzione opera una messa in questione della tradizione filosofica occidentale che il Nostro interpreta in termini di fonologocentrismo, nonché, dal punto di vista politico, in termini di fallogocentrismo e ipsocentrismo. Il punto cruciale dell’interpretazione verte sull’idea che la decostruzione non rappresenti un’operazione negativa, nichilistica e irresponsabile; al contrario, essa corrisponderebbe al corso delle cose, ovvero coinciderebbe con una forma di avvenimento e con un’assunzione di responsabilità nei confronti di ciò che accade. In particolare, grazie alla decostruzione, emergerebbero concetti chiave (democrazia “a venire”, giustizia al di là del diritto, e messianico senza messianismo) per il “superamento” della crisi della concettualità politica moderna, e sarebbe possibile individuare un nuovo soggetto sulla scena internazionale (l’Europa “a venire”) in grado di effettuare un rilancio del politico in dissoluzione. In questo lavoro si mostra inoltre come Derrida ingaggi un serrato confronto con alcuni dei più illustri (anche se per molti aspetti distanti) pensatori politici della crisi del politico: Carl Schmitt e Walter Benjamin, e infine come il decostruzionismo derridiano sia in grado di fornire un’efficace interpretazione di quello che è considerato l’evento capitale della contemporaneità, l’11 settembre.
31-lug-2011
The task of this work is to prove that the Derrida’s deconstructionism is permeated by many philosophical, ethical and political implications. In order to understand the reasons why it is possible to consider Derrida as a “political philosopher”, I firstly try to see in which sense his deconstructive thought consists in questioning the western philosophical tradition. Derrida affirms that it is characterized by “Phonologocentrism” and, from the political point of view, by “Fallogocentrism” and “Ipsocentrism”. The crucial point of our researches concerns the idea that Deconstruction does not represent a negative, nihilistic and irresponsible theoretical operation. On the contrary, it historically corresponds to the “course of things”, it assumes the shape of an “event” and it constitutes an assumption of responsibility towards that same event. Thanks to Deconstruction we can obtain many concepts (i.e. Democracy “to come”, Justice beyond Right, and Messianic without Messianism) that are able to “overcome” the global political crisis by relaunching a new political conceptuality, and the identification of a new international subject (Europe “to come”) which is able to work with this deconstructed conceptuality. Derrida also engages an interesting debate with two great thinkers of the political crisis: W. Benjamin and C. Schmitt. Finally, the deconstruction is able to give a punctual interpretation of the most representative event of our time: September 11th, 2001.
derrida decostruzione politica filosofia 11 settembre
Derrida filosofo politico / Pigozzo, Chiara Alice. - (2011 Jul 31).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3421708
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