School Historical Atlases and Historical Atlases mainly designed for educational uses had a significant impact and role in the diffusion and propagation of the idea of nation-state and, in a specular way, national school system played a fundamental role in the diffusion of such works. The role of Historical Atlases in the development of nationalistic narrations has recently been extensively studied by some scholars in their works such as Jeremy Black, Patrick Lehn and Sylvia Schraut. In particular, Deutschlandbilder: Historische schulatlanten zwischen 1871 und 1990 : Ein handbuch by Lehn (2008) and Kartierte Nationalgeschichte by Schraut (2011) focused exclusively on the process of conception, creation and production of school historical atlases, and the relationships between those atlases’ authors and publishers and various governmental (the ministries of education above all) and para-governmental offices (such as geographic and cartographic societies and history teachers’ associations). Border Regions have long been subjects of historiographical, geographical and cartographical research. As Border Regions are natural subjects of border changes and claims, there has been a long history of nationalistic cartographic production created to strengthen or counterpoise such claims. For this reason, Border Regions have become the ‘designed battlefield’ for opposing ‘national cartographies’. Nationalistic cartographic productions on Border Regions involve several types of cartographies, from postage stamps maps to atlases, including historical atlases. The scope of my PhD thesis is to analyse how a particular Border Region, the territory which is now known as the Autonomous Province of Bolzano – South Tyrol, has been depicted in the cartographic production of the Historical Atlases created by the opposing nationalisms, the German and the Italian ones, which, during most of the 19th and 20th centuries, wrestled for its control. The analysis is limited to historical atlases published between the end of the processes of national unification of both Germany and Italy (Germany was unified in 1871 and Italy acquired its capital Rome in 1870. For this reason, the starting date used for this thesis is 1871) and the aftermath of the Second World War (early 1960s). More precisely, this thesis speculates that Border Regions’ maps in Historical Atlases (in this case, maps that depict South Tyrol) have been used as actual ‘workshops’ for cartographic propaganda, in which new features are tested. The timeline choice resides in the fact that this period is the one in which a national consciousness was developed by the nation states and in which there was a high degree of continuity in nationalistic propaganda policies. After the end of the Second World War, aggressive nationalistic policies were gradually, but not entirely, abandoned even if they were still enforced at the beginning of the 1960s. The choice of only analysing school historical atlases is dictated by the fact that, even if the production of this kind of atlas was never (neither in Germany, nor in Italy) officially under the control of the state, the development of nation states could be displayed through historical atlases, and national school system played a significant role in the propagation of this kind of atlases. For this project, a series of qualitative and quantitative analysis of the maps’ features have been developed. The maps’ features that has been analysed in the project include type of maps (i.e. cultural, military, economic, ethnographical etc.), time period covered (i.e. medieval, modern etc.), size of maps, toponyms, use of colours and border adjustments. The thesis, organized in four articles plus introduction and conclusions, highlights the pioneering importance for the cartographic propaganda field of Border Regions maps contained in historical atlases.

L’obiettivo della tesi è quello di analizzare le carte riguardanti il Sudtirolo negli atlanti storici per la scuola tedeschi e italiani prodotti dalla fine dei processi di unificazione nazionale al secondo dopoguerra e di dimostrare come queste carte siano stati dei veri e propri laboratori per la sperimentazione di nuove tecniche di propaganda cartografica. Le carte analizzate sono state in tutto 420, tratte da 25 edizioni dei seguenti atlanti storici: Putzgers Historischer Schul-Atlas, Westermann Atlas zur Weltgeschichte, Testo-Atlante di geografia storica generale e d’Italia in particolare e l’Atlante Storico DeAgostini. Lo scopo del primo articolo è quello di fare una review degli studi (in ambito occidentale) sugli atlanti storici, proporre una divisione degli studi in due differenti scuole (Tedesca e Britannico-Americana) ed evidenziare sia gli sviluppi recenti che le lacune della ricerca. Infine, sono anche state avanzate delle proposte per gli sviluppi futuri della ricerca sugli atlanti storici, legate alla necessità di definire una sistematica metodologia storico-geografica per lo studio di questi atlanti (si veda la sezione metodologica per ulteriori dettagli). Il secondo articolo si concentra primariamente sull’atlante Putzger. Prendendo spunto dagli studi sulla propaganda cartografica nazista e sull’analisi culturalista della cartografia, l’articolo si pone come obiettivo quello di analizzare come la cartografia propagandistica dei tempi della Repubblica di Weimar sia stata non solo adottata, ma anche rielaborata all’interno delle contemporanee edizioni del Putzger. Nell’articolo vengono comparate carte propagandistiche e geopolitiche – nell’accezione Ratzeliana del termine – prodotte principalmente dai gruppi völkisch e dalle società geografiche e cartografiche negli anni Venti e Trenta con i loro equivalenti all'interno delle edizioni di Putzger dello stesso periodo. Nell’articolo, oltre ad analizzare l’ampio lavoro di rielaborazione cartografica a scopo propagandistico all’interno del Putzger, viene sottolineata l’importanza delle cosiddette Border Regions (tra cui il Sudtirolo) nella propaganda nazionalistica cartografica. Il terzo articolo è dedicato interamente all’uso dei colori negli atlanti storici. Poiché la maggior parte degli studi sull’uso del colore nella produzione cartografica evidenzia chiaramente il potere comunicativo del colore nella cartografia, è interessante e sorprendente constatare come l'’so di colori per veicolare messaggi diversi da quelli dichiarati non sia stato considerato in questi studi. Il possibile tentativo da parte di alcuni cartografi di fare propaganda nazionalistica attraverso l’uso dei colori nelle mappe e la sua analisi è lasciato a libri sulla propaganda cartografica, a studi sugli atlanti storici e ad articoli sulle mappe tematiche. Per fondere queste due tematiche, nell’articolo è stata fornita un’analisi delle carte dedicate al Sudtirolo tratte dai più importanti atlanti storici tedeschi e italiani per la scuola basata su teorie psicologiche, simboliche e ottiche. L’ultimo articolo può essere considerato quello conclusivo e racchiude la sintesi della ricerca. Nell’articolo viene specificato come le cosiddette Border Regions siano da tempo oggetto di ricerca storiografica, geografica e cartografica e come uno dei temi più importanti della ricerca sulle Border Regions siano le complesse relazioni createsi tra i vari nazionalismi concorrenti nelle zone di confine (come il Sudtirolo) degli imperi multinazionali del XIX e XX secolo. Poiché le Border Regions sono naturalmente soggette ai cambi di confine e a rivendicazioni, esiste sia una lunga storia di produzioni cartografiche nazionalistiche per rafforzare o per contrapporsi a tali rivendicazioni e sia una tradizione di studi su queste produzioni. Le produzioni cartografiche nazionalistiche sulle Border Regions hanno riguardato diversi tipi di cartografie, dalle mappe sui francobolli agli atlanti, tra cui gli atlanti storici. Considerato l'importante ruolo degli atlanti storici nello sviluppo di narrazioni nazionalistiche, non sorprende che molte mappe incluse in queste atlante siano dedicate alle Border Regions, né che le mappe dedicate a queste regioni siano particolarmente raffinate nella cura dei dettagli e dello sforzo propagandistico. Lo scopo dell’ultimo articolo è stato quello di analizzare le mappe delle Border Regions negli atlanti storici scolastici tedeschi e italiani e dimostrare come, nel caso particolare delle mappe che rappresentano il Sudtirolo, siano state veri e propri “laboratori” per la propaganda cartografica. Dallo studio di queste carte sembra emergere l’effettiva natura di “laboratorio” per la propaganda cartografica delle carte dedicate al Sudtirolo negli atlanti storici tedeschi e italiani del periodo preso in considerazione, con una particolare cura per l’uso dei colori, dei toponimi e dei confini linguistici.

South Tyrol Maps in German and Italian School Historical Atlases as Nationalistic Cartographic 'Workshop' / Larcher, Valerio. - (2018 Jan 13).

South Tyrol Maps in German and Italian School Historical Atlases as Nationalistic Cartographic 'Workshop'

Larcher, Valerio
2018

Abstract

L’obiettivo della tesi è quello di analizzare le carte riguardanti il Sudtirolo negli atlanti storici per la scuola tedeschi e italiani prodotti dalla fine dei processi di unificazione nazionale al secondo dopoguerra e di dimostrare come queste carte siano stati dei veri e propri laboratori per la sperimentazione di nuove tecniche di propaganda cartografica. Le carte analizzate sono state in tutto 420, tratte da 25 edizioni dei seguenti atlanti storici: Putzgers Historischer Schul-Atlas, Westermann Atlas zur Weltgeschichte, Testo-Atlante di geografia storica generale e d’Italia in particolare e l’Atlante Storico DeAgostini. Lo scopo del primo articolo è quello di fare una review degli studi (in ambito occidentale) sugli atlanti storici, proporre una divisione degli studi in due differenti scuole (Tedesca e Britannico-Americana) ed evidenziare sia gli sviluppi recenti che le lacune della ricerca. Infine, sono anche state avanzate delle proposte per gli sviluppi futuri della ricerca sugli atlanti storici, legate alla necessità di definire una sistematica metodologia storico-geografica per lo studio di questi atlanti (si veda la sezione metodologica per ulteriori dettagli). Il secondo articolo si concentra primariamente sull’atlante Putzger. Prendendo spunto dagli studi sulla propaganda cartografica nazista e sull’analisi culturalista della cartografia, l’articolo si pone come obiettivo quello di analizzare come la cartografia propagandistica dei tempi della Repubblica di Weimar sia stata non solo adottata, ma anche rielaborata all’interno delle contemporanee edizioni del Putzger. Nell’articolo vengono comparate carte propagandistiche e geopolitiche – nell’accezione Ratzeliana del termine – prodotte principalmente dai gruppi völkisch e dalle società geografiche e cartografiche negli anni Venti e Trenta con i loro equivalenti all'interno delle edizioni di Putzger dello stesso periodo. Nell’articolo, oltre ad analizzare l’ampio lavoro di rielaborazione cartografica a scopo propagandistico all’interno del Putzger, viene sottolineata l’importanza delle cosiddette Border Regions (tra cui il Sudtirolo) nella propaganda nazionalistica cartografica. Il terzo articolo è dedicato interamente all’uso dei colori negli atlanti storici. Poiché la maggior parte degli studi sull’uso del colore nella produzione cartografica evidenzia chiaramente il potere comunicativo del colore nella cartografia, è interessante e sorprendente constatare come l'’so di colori per veicolare messaggi diversi da quelli dichiarati non sia stato considerato in questi studi. Il possibile tentativo da parte di alcuni cartografi di fare propaganda nazionalistica attraverso l’uso dei colori nelle mappe e la sua analisi è lasciato a libri sulla propaganda cartografica, a studi sugli atlanti storici e ad articoli sulle mappe tematiche. Per fondere queste due tematiche, nell’articolo è stata fornita un’analisi delle carte dedicate al Sudtirolo tratte dai più importanti atlanti storici tedeschi e italiani per la scuola basata su teorie psicologiche, simboliche e ottiche. L’ultimo articolo può essere considerato quello conclusivo e racchiude la sintesi della ricerca. Nell’articolo viene specificato come le cosiddette Border Regions siano da tempo oggetto di ricerca storiografica, geografica e cartografica e come uno dei temi più importanti della ricerca sulle Border Regions siano le complesse relazioni createsi tra i vari nazionalismi concorrenti nelle zone di confine (come il Sudtirolo) degli imperi multinazionali del XIX e XX secolo. Poiché le Border Regions sono naturalmente soggette ai cambi di confine e a rivendicazioni, esiste sia una lunga storia di produzioni cartografiche nazionalistiche per rafforzare o per contrapporsi a tali rivendicazioni e sia una tradizione di studi su queste produzioni. Le produzioni cartografiche nazionalistiche sulle Border Regions hanno riguardato diversi tipi di cartografie, dalle mappe sui francobolli agli atlanti, tra cui gli atlanti storici. Considerato l'importante ruolo degli atlanti storici nello sviluppo di narrazioni nazionalistiche, non sorprende che molte mappe incluse in queste atlante siano dedicate alle Border Regions, né che le mappe dedicate a queste regioni siano particolarmente raffinate nella cura dei dettagli e dello sforzo propagandistico. Lo scopo dell’ultimo articolo è stato quello di analizzare le mappe delle Border Regions negli atlanti storici scolastici tedeschi e italiani e dimostrare come, nel caso particolare delle mappe che rappresentano il Sudtirolo, siano state veri e propri “laboratori” per la propaganda cartografica. Dallo studio di queste carte sembra emergere l’effettiva natura di “laboratorio” per la propaganda cartografica delle carte dedicate al Sudtirolo negli atlanti storici tedeschi e italiani del periodo preso in considerazione, con una particolare cura per l’uso dei colori, dei toponimi e dei confini linguistici.
13-gen-2018
School Historical Atlases and Historical Atlases mainly designed for educational uses had a significant impact and role in the diffusion and propagation of the idea of nation-state and, in a specular way, national school system played a fundamental role in the diffusion of such works. The role of Historical Atlases in the development of nationalistic narrations has recently been extensively studied by some scholars in their works such as Jeremy Black, Patrick Lehn and Sylvia Schraut. In particular, Deutschlandbilder: Historische schulatlanten zwischen 1871 und 1990 : Ein handbuch by Lehn (2008) and Kartierte Nationalgeschichte by Schraut (2011) focused exclusively on the process of conception, creation and production of school historical atlases, and the relationships between those atlases’ authors and publishers and various governmental (the ministries of education above all) and para-governmental offices (such as geographic and cartographic societies and history teachers’ associations). Border Regions have long been subjects of historiographical, geographical and cartographical research. As Border Regions are natural subjects of border changes and claims, there has been a long history of nationalistic cartographic production created to strengthen or counterpoise such claims. For this reason, Border Regions have become the ‘designed battlefield’ for opposing ‘national cartographies’. Nationalistic cartographic productions on Border Regions involve several types of cartographies, from postage stamps maps to atlases, including historical atlases. The scope of my PhD thesis is to analyse how a particular Border Region, the territory which is now known as the Autonomous Province of Bolzano – South Tyrol, has been depicted in the cartographic production of the Historical Atlases created by the opposing nationalisms, the German and the Italian ones, which, during most of the 19th and 20th centuries, wrestled for its control. The analysis is limited to historical atlases published between the end of the processes of national unification of both Germany and Italy (Germany was unified in 1871 and Italy acquired its capital Rome in 1870. For this reason, the starting date used for this thesis is 1871) and the aftermath of the Second World War (early 1960s). More precisely, this thesis speculates that Border Regions’ maps in Historical Atlases (in this case, maps that depict South Tyrol) have been used as actual ‘workshops’ for cartographic propaganda, in which new features are tested. The timeline choice resides in the fact that this period is the one in which a national consciousness was developed by the nation states and in which there was a high degree of continuity in nationalistic propaganda policies. After the end of the Second World War, aggressive nationalistic policies were gradually, but not entirely, abandoned even if they were still enforced at the beginning of the 1960s. The choice of only analysing school historical atlases is dictated by the fact that, even if the production of this kind of atlas was never (neither in Germany, nor in Italy) officially under the control of the state, the development of nation states could be displayed through historical atlases, and national school system played a significant role in the propagation of this kind of atlases. For this project, a series of qualitative and quantitative analysis of the maps’ features have been developed. The maps’ features that has been analysed in the project include type of maps (i.e. cultural, military, economic, ethnographical etc.), time period covered (i.e. medieval, modern etc.), size of maps, toponyms, use of colours and border adjustments. The thesis, organized in four articles plus introduction and conclusions, highlights the pioneering importance for the cartographic propaganda field of Border Regions maps contained in historical atlases.
Historical Atlas, Border Regions, South Tyrol, Propaganda, Cartography, Italy, Germany
South Tyrol Maps in German and Italian School Historical Atlases as Nationalistic Cartographic 'Workshop' / Larcher, Valerio. - (2018 Jan 13).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3421812
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