The present study is an attempt to explain and account for the metaphysical foundation of the transcendental elements of Schopenhauer's idealism, according to the suggestions Schopenhauer gives in its philosophical production for the understanding of his own philosophy. According to Schopenhauer these elements are to be found outside The World as Will and Representation, that is, in the treatise On Fourfold Roots of Principle of Sufficient Reason, the work he considers as the necessary premise in order to understand its major work. The relationship with Kant's philosophy is analyzed starting from Schopenhauer's own reception of Kant's philosophy as it is displayed in the Critique of Kantian Philosophy. The study is divided in tree chapters. The first chapter analyzes Schopenhauer's critique of Kant's philosophy in its founding aspects, starting from the main points discussed in the Critique of the Kantian Philosophy. The second chapter starts from the problems pertaining to the a priori judgments in relation to the role played by the transcendental necessity and universality; it then proceeds to analyze the kantian and schopenhauerian solutions with respect to the conditions of possibility of experience by referring to the difference between Kant's discursive conception of understanding and Schopenhauer's intuitive conception of understanding. The second part of chapter Two is devoted to a detailed discussion of Schopenhauer's overall idealistic perspective. The third chapter provides a deep analysis and explanation of the metaphysical-transcendental foundation of Schopenhauer's philosophical system in its essential components. The aim of this study is to verify the possible internal consistency of Schopenhauer's system according to the metaphysical-transcendental ground that the present study defines as transcendental phenomenology.

Il corpo del lavoro è complessivamente composto da tre capitoli. L’introduzione analizza i caratteri di quelli che storicamente sono stati i grandi tentativi di una restituzione complessiva del sistema schopenhaueriano, dalle ricezioni del Frauenstädt, Bähr, Fischer ecc., sino all’ultimo grande tentativo ermeneutico operato dal Malter, ritrovando in esse un tratto comune riferibile a quelle che il Malter stesso espone quali quattro Hauptschwierigkeiten des Schopenhauers Systems. Alla luce delle istanze rilevate nell’analisi, viene chiarito l’orizzonte speculativo cui ricondurre specificamente il senso, l’obiettivo, la metodologia e il taglio ermeneutico della presente ricerca. Il primo capitolo ripercorre e analizza gli snodi critici del quadro profilato da Schopenhauer nella Critica della filosofia kantiana, posta in appendice al Mondo come volontà e rappresentazione, al fine di porre basi per la possibilità di un’analisi critica e quanto più puntuale, in riferimento a quello che Schopenhauer sostiene essere stato il suo superamento del kantismo. A fortiori, questa prima parte si sofferma specificamente sulle istanze critiche alla luce delle quali corrispondere e definire più agevolmente e chiaramente lo sfondo storico-filosofico e la portata teoretica stessi comportati dalla ungeheuere Umänderung che interviene nell’orizzonte schopenhaueriano in riferimento alla concezione dell’idealismo trascendentale überhaupt, Umänderung riconducibile e comprensibile principalmente alla luce delle istanze poste da quella che è stata la radicale critica delle prerogative kantiane di un intelletto discorsivo, in riferimento alle condizioni di possibilità d’esperienza in genere. Il secondo capitolo costruisce un percorso che, a partire dall’analisi della metodologia speculativa schopenhaueriana, muove al chiarimento del quadro specifico in cui ricomprendere la condizionalità trascendentale riferibile alle forme del principio di ragione, nelle quali si compendia schopenhauerianamente l’a priori del Wissen überhaupt, alla luce del tipo di Allgemeinheit e Notwendigkeit, che Kant mostra come contraddistintive di un conoscenza a priori. A questo scopo e in quest’ottica ripercorre la “genealogia” dei giudizi sintetici a priori, mantenendosi nel solco di quello che, nella ricezione schopenhaueriana, risulta essere il quadro teorico corrisposto da Kant nella prima edizione della Kritik, evidenziando, quindi, i limiti implicati dalla teoria kantiana di un intelletto discorsivo e la sua implausibilità empirica di esso in una prova apagogica contro le possibilità di una sua estensione in generale, in riferimento alle condizioni di possibilità d’esperienza. Questa prima parte pone le basi per il chiarimento delle istanze che giustificano la teorizzazione dell’intellettualità dell’intuizione empirica, che viene esposta e analizzata nella parte centrale del capitolo, evidenziando gli aspetti che restituiscono la teoria della conoscenza schopenhaueriana, quale toto genere altra, formaliter ac substantialiter, rispetto al quadro teorico emergente dalla Critica della ragion pura. L’ultima parte verte sul chiarimento della Weltanschauung idealistica schopenhaueriana, ponendo l’accento sulle ragioni e sulle istanze di quell’idealismo trascendentale, restituito dalla comprensione del « coesistere della realtà empirica delle cose con la realtà trascendentale di essa», per la quale Schopenhauer tributa a Kant il plauso, per l’inestimabile merito in questo modo acquisito nella storia del pensiero. Dopo aver nei precedenti capitoli cercato di chiarire le istanze metafisico-trascendentali che conducono alla Weltanschauung schopenhaueriana e l’orizzonte speculativo in cui essa si muove, il terzo capitolo delinea il quadro generale della Grundlage metafisico-trascendentale del sistema e degli elementa in cui si articola, a partire dai chiarimenti in merito alle prerogative assegnate al principio di ragione, quale forma a priori del Wissen üeberhaupt. Per ciò che concerne la teoria della conoscenza schopenhaueriana, il distacco da Kant è primariamente evincibile nell’assenza, in essa, della presupposizione di una qualche interdipendenza funzionale tra una sensibilità intuente e un intelletto pensante in riferimento alle condizioni di possibilità d’esperienza in genere. Se da un lato Schopenhauer, con l’intellettualità dell’intuizione empirica, tenta di corrispondere della plausibilità empirica di una teoria della conoscenza che giustifichi l’intenzionalità restituita nell’interazione rappresentazionalmente funzionale con la realtà esterna propria dell’animal in genere, a fronte della sola presenza nell’uomo di un linguaggio simbolico, alla cui presenza è vincolata la condizione di possibilità dei concetti in genere, dall’altro, proprio alla luce della comprensione di tale condizione, svincolando il Wissen dall’aggravio funzionale che Kant gli tributava in riferimento alle condizioni di possibilità d’esperienza, Schopenhauer restituisce un’articolazione di esso all’interno di un quadro speculativo affatto differente da quello kantiano, riconducibile e rispondente, nel complesso, alle prerogative di quella che in questo lavoro viene riconosciuta quale fenomenologia trascendentale. Il Wissen viene così scomposto, sulla base dell’analisi trascendentale in actu, operata da Schopenhauer tanto in riferimento ai suoi elementi quanto alle sue forme specifiche ed esposta sinotticamente nella Dissertazione e nei primi due libri del Mondo, nelle quattro classi di oggetti per il soggetto trascendentalmente distinte sulla base dell’unico modus relationis in grado di restituire intelligibilità di un elemento all’interno di una dinamica seriale, alla quale, proprio alla luce dei caratteri di assolute Notwendigkeit e Allgemeinheit con cui si impone, viene riportato il complesso aprioristico della Vernunft. Il capitolo procede, quindi, nell’analisi delle quattro classi, restituita in quattro sottocapitoli. Il focus del primo sottocapitolo, riguardante la prima classe di oggetti per il soggetto, principio di ragione del divenire, si concentra sull’analisi ed esposizione della disamina trascendentale della realtà empirica e, a partire dalle istanze e dalle implicazioni del quadro teorico in essa prospettato e delineato da Schopenhauer, viene altresì corrisposta una formalizzazione della dimostrazione schopenhaueriana dell’apriorità della legge di causalità. Il secondo sottocapitolo analizza la seconda classe di oggetti per il soggetto, il principio di ragione del conoscere, nell’ottica di un chiarimento della concezione schopenhaueriana della conoscenza razionale e dei suoi elementi, principalmente svolto alla luce dei rilievi critici sollevati da Schopenhauer allo schematismo kantiano, con specifico riferimento alla natura e al dispiegarsi delle dinamiche funzionali della conoscenza concettuale, astratta. Il terzo sottocapitolo analizza la terza classe di oggetti per il soggetto e del principio di ragione dell’essere, nell’ottica di un chiarimento delle istanze trascendentali del quadro teorico corrisposto dall’intuitività a priori di spazio e tempo, che porta Schopenhauer alla critica del metodo euclideo. Il quarto sottocapitolo si propone il chiarimento, nell’ottica dell’analisi della quarta classe di oggetti per il soggetto e del principio di ragione dell’agire, di quello che il Grundgedanke des Schopenhauers System, ovvero l’aperçu schopenhaueriana dell’identità tra la prima e la quarta classe, a partire dall’analisi delle concezione metafisica schopenhaueriana überhaupt. In riferimento a ciò che concerne la compiutezza in sé del lavoro, lo sviluppo stesso delle conclusioni, evinte in quest’ultima parte del terzo capitolo, pone le basi per il chiarimento e la giustificazione del taglio speculativo, metodologico e, a fortiori, della prospettiva ermeneutica in chiave storico-filosofica, propri del presente lavoro, ancora solo prospettati nell’introduzione.

La Grundlage metafisico-trascendentale Schopenaueriana. Una fenomenologia trascendentale / Ciolino, Danilo. - (2011 Jan 30).

La Grundlage metafisico-trascendentale Schopenaueriana. Una fenomenologia trascendentale

Ciolino, Danilo
2011

Abstract

Il corpo del lavoro è complessivamente composto da tre capitoli. L’introduzione analizza i caratteri di quelli che storicamente sono stati i grandi tentativi di una restituzione complessiva del sistema schopenhaueriano, dalle ricezioni del Frauenstädt, Bähr, Fischer ecc., sino all’ultimo grande tentativo ermeneutico operato dal Malter, ritrovando in esse un tratto comune riferibile a quelle che il Malter stesso espone quali quattro Hauptschwierigkeiten des Schopenhauers Systems. Alla luce delle istanze rilevate nell’analisi, viene chiarito l’orizzonte speculativo cui ricondurre specificamente il senso, l’obiettivo, la metodologia e il taglio ermeneutico della presente ricerca. Il primo capitolo ripercorre e analizza gli snodi critici del quadro profilato da Schopenhauer nella Critica della filosofia kantiana, posta in appendice al Mondo come volontà e rappresentazione, al fine di porre basi per la possibilità di un’analisi critica e quanto più puntuale, in riferimento a quello che Schopenhauer sostiene essere stato il suo superamento del kantismo. A fortiori, questa prima parte si sofferma specificamente sulle istanze critiche alla luce delle quali corrispondere e definire più agevolmente e chiaramente lo sfondo storico-filosofico e la portata teoretica stessi comportati dalla ungeheuere Umänderung che interviene nell’orizzonte schopenhaueriano in riferimento alla concezione dell’idealismo trascendentale überhaupt, Umänderung riconducibile e comprensibile principalmente alla luce delle istanze poste da quella che è stata la radicale critica delle prerogative kantiane di un intelletto discorsivo, in riferimento alle condizioni di possibilità d’esperienza in genere. Il secondo capitolo costruisce un percorso che, a partire dall’analisi della metodologia speculativa schopenhaueriana, muove al chiarimento del quadro specifico in cui ricomprendere la condizionalità trascendentale riferibile alle forme del principio di ragione, nelle quali si compendia schopenhauerianamente l’a priori del Wissen überhaupt, alla luce del tipo di Allgemeinheit e Notwendigkeit, che Kant mostra come contraddistintive di un conoscenza a priori. A questo scopo e in quest’ottica ripercorre la “genealogia” dei giudizi sintetici a priori, mantenendosi nel solco di quello che, nella ricezione schopenhaueriana, risulta essere il quadro teorico corrisposto da Kant nella prima edizione della Kritik, evidenziando, quindi, i limiti implicati dalla teoria kantiana di un intelletto discorsivo e la sua implausibilità empirica di esso in una prova apagogica contro le possibilità di una sua estensione in generale, in riferimento alle condizioni di possibilità d’esperienza. Questa prima parte pone le basi per il chiarimento delle istanze che giustificano la teorizzazione dell’intellettualità dell’intuizione empirica, che viene esposta e analizzata nella parte centrale del capitolo, evidenziando gli aspetti che restituiscono la teoria della conoscenza schopenhaueriana, quale toto genere altra, formaliter ac substantialiter, rispetto al quadro teorico emergente dalla Critica della ragion pura. L’ultima parte verte sul chiarimento della Weltanschauung idealistica schopenhaueriana, ponendo l’accento sulle ragioni e sulle istanze di quell’idealismo trascendentale, restituito dalla comprensione del « coesistere della realtà empirica delle cose con la realtà trascendentale di essa», per la quale Schopenhauer tributa a Kant il plauso, per l’inestimabile merito in questo modo acquisito nella storia del pensiero. Dopo aver nei precedenti capitoli cercato di chiarire le istanze metafisico-trascendentali che conducono alla Weltanschauung schopenhaueriana e l’orizzonte speculativo in cui essa si muove, il terzo capitolo delinea il quadro generale della Grundlage metafisico-trascendentale del sistema e degli elementa in cui si articola, a partire dai chiarimenti in merito alle prerogative assegnate al principio di ragione, quale forma a priori del Wissen üeberhaupt. Per ciò che concerne la teoria della conoscenza schopenhaueriana, il distacco da Kant è primariamente evincibile nell’assenza, in essa, della presupposizione di una qualche interdipendenza funzionale tra una sensibilità intuente e un intelletto pensante in riferimento alle condizioni di possibilità d’esperienza in genere. Se da un lato Schopenhauer, con l’intellettualità dell’intuizione empirica, tenta di corrispondere della plausibilità empirica di una teoria della conoscenza che giustifichi l’intenzionalità restituita nell’interazione rappresentazionalmente funzionale con la realtà esterna propria dell’animal in genere, a fronte della sola presenza nell’uomo di un linguaggio simbolico, alla cui presenza è vincolata la condizione di possibilità dei concetti in genere, dall’altro, proprio alla luce della comprensione di tale condizione, svincolando il Wissen dall’aggravio funzionale che Kant gli tributava in riferimento alle condizioni di possibilità d’esperienza, Schopenhauer restituisce un’articolazione di esso all’interno di un quadro speculativo affatto differente da quello kantiano, riconducibile e rispondente, nel complesso, alle prerogative di quella che in questo lavoro viene riconosciuta quale fenomenologia trascendentale. Il Wissen viene così scomposto, sulla base dell’analisi trascendentale in actu, operata da Schopenhauer tanto in riferimento ai suoi elementi quanto alle sue forme specifiche ed esposta sinotticamente nella Dissertazione e nei primi due libri del Mondo, nelle quattro classi di oggetti per il soggetto trascendentalmente distinte sulla base dell’unico modus relationis in grado di restituire intelligibilità di un elemento all’interno di una dinamica seriale, alla quale, proprio alla luce dei caratteri di assolute Notwendigkeit e Allgemeinheit con cui si impone, viene riportato il complesso aprioristico della Vernunft. Il capitolo procede, quindi, nell’analisi delle quattro classi, restituita in quattro sottocapitoli. Il focus del primo sottocapitolo, riguardante la prima classe di oggetti per il soggetto, principio di ragione del divenire, si concentra sull’analisi ed esposizione della disamina trascendentale della realtà empirica e, a partire dalle istanze e dalle implicazioni del quadro teorico in essa prospettato e delineato da Schopenhauer, viene altresì corrisposta una formalizzazione della dimostrazione schopenhaueriana dell’apriorità della legge di causalità. Il secondo sottocapitolo analizza la seconda classe di oggetti per il soggetto, il principio di ragione del conoscere, nell’ottica di un chiarimento della concezione schopenhaueriana della conoscenza razionale e dei suoi elementi, principalmente svolto alla luce dei rilievi critici sollevati da Schopenhauer allo schematismo kantiano, con specifico riferimento alla natura e al dispiegarsi delle dinamiche funzionali della conoscenza concettuale, astratta. Il terzo sottocapitolo analizza la terza classe di oggetti per il soggetto e del principio di ragione dell’essere, nell’ottica di un chiarimento delle istanze trascendentali del quadro teorico corrisposto dall’intuitività a priori di spazio e tempo, che porta Schopenhauer alla critica del metodo euclideo. Il quarto sottocapitolo si propone il chiarimento, nell’ottica dell’analisi della quarta classe di oggetti per il soggetto e del principio di ragione dell’agire, di quello che il Grundgedanke des Schopenhauers System, ovvero l’aperçu schopenhaueriana dell’identità tra la prima e la quarta classe, a partire dall’analisi delle concezione metafisica schopenhaueriana überhaupt. In riferimento a ciò che concerne la compiutezza in sé del lavoro, lo sviluppo stesso delle conclusioni, evinte in quest’ultima parte del terzo capitolo, pone le basi per il chiarimento e la giustificazione del taglio speculativo, metodologico e, a fortiori, della prospettiva ermeneutica in chiave storico-filosofica, propri del presente lavoro, ancora solo prospettati nell’introduzione.
30-gen-2011
The present study is an attempt to explain and account for the metaphysical foundation of the transcendental elements of Schopenhauer's idealism, according to the suggestions Schopenhauer gives in its philosophical production for the understanding of his own philosophy. According to Schopenhauer these elements are to be found outside The World as Will and Representation, that is, in the treatise On Fourfold Roots of Principle of Sufficient Reason, the work he considers as the necessary premise in order to understand its major work. The relationship with Kant's philosophy is analyzed starting from Schopenhauer's own reception of Kant's philosophy as it is displayed in the Critique of Kantian Philosophy. The study is divided in tree chapters. The first chapter analyzes Schopenhauer's critique of Kant's philosophy in its founding aspects, starting from the main points discussed in the Critique of the Kantian Philosophy. The second chapter starts from the problems pertaining to the a priori judgments in relation to the role played by the transcendental necessity and universality; it then proceeds to analyze the kantian and schopenhauerian solutions with respect to the conditions of possibility of experience by referring to the difference between Kant's discursive conception of understanding and Schopenhauer's intuitive conception of understanding. The second part of chapter Two is devoted to a detailed discussion of Schopenhauer's overall idealistic perspective. The third chapter provides a deep analysis and explanation of the metaphysical-transcendental foundation of Schopenhauer's philosophical system in its essential components. The aim of this study is to verify the possible internal consistency of Schopenhauer's system according to the metaphysical-transcendental ground that the present study defines as transcendental phenomenology.
Fenomenologia trascendentale/ transcendental phenomenology
La Grundlage metafisico-trascendentale Schopenaueriana. Una fenomenologia trascendentale / Ciolino, Danilo. - (2011 Jan 30).
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