This research aims to study the Aristotelian notion of truth (ἀλήϑεια) in relation to the development of the so called logic of comparison from a historical and philosophical standpoint. The logic of comparison (or comparative logic) is defined as the proportioning way to make comparisons between different terms through major, minor or equal measure (Casari 1984; 1985). The main thesis of this research is that the Aristotelian notion of truth is not a gradable value, i. e. declinable by “more” or “less”, but, because of that, it could be considered as the ultimative reference of validity for comparative logic. This is argued through the analysis of three chosen key-concepts: gradationism, truth and comparison. Firstly, it is shown how some Aristotelian conceptions about “more” or “less” were unduly taken over with ontological (mis)understanding by later metaphisics, up to consider them as logical justification of existence for degrees of being and corresponding truths, despite Aristotle’s thought, from faulty sensibility to a highest level of absolute Truth. Some recent authoritative studies about the subject of the Aristotelian theory of ἀλήϑεια are been considered here and the result is that none of those allows to attribute such a gradable notion to Aristotle. Then it is proposed a critique evaluation about the problem of the origins of the ancient comparative logic, showing that presumed degrees of truth are not detectable at all in the Aristotelian dialectic, but only more or less sound arguments always based on the criterion of bivalence (truth/false) provided by the Principle of Excluded Middle. Finally, the research ends arguing the groundlessness for attributing to Aristotle the idea of an intuitive and pre-predicative truth as different, prior and superior to an alleged predicative truth through the contextual critique of the interpretations of A. Trendelenburg (1846), F. Brentano (1862) and M. Heidegger (1930) and their common Neo-Scholastic background. - From a theoretical point of view, the whole thesis can be read as a critique to the idea of «truer»

La presente ricerca mira a studiare da un punto di vista storico-filosofico la nozione aristotelica di verità (ἀλήϑεια) in relazione allo sviluppo della cosiddetta logica della comparazione. La logica della comparazione (o comparativa) è definita come la procedura di proporzionamento atta ad effettuare confronti tra diversi termini di paragone secondo maggiore, minore o uguale misura (Casari 1984; 1985). La tesi centrale di questa ricerca è che la nozione aristotelica di verità non sia un valore gradazionistico, declinabile cioè secondo “più” e “meno”, ma che, proprio in virtù di questo, possa costituire il riferimento di validità per una comparazione logica. Tre sono i concetti chiave attorno ai quali si articola l’esposizione: gradazionismo, verità, comparazione. In tema di gradazionismo, si mostra come alcune concezioni logiche aristoteliche siano state poi equivocate in senso ontolgico dalle metafisiche successive, fino a giustificare, malgrado Aristotele, l’esistenza di livelli di essere-verità culminanti in un Vero assoluto. In tema di verità, si prendono in analisi alcune recenti autorevoli interpretazioni sul tema dell’ἀλήϑεια aristotelica e si dimostra come nessuna di queste autorizzi ad attribuire ad Aristotele una nozione gradazionistica di verità. In tema di comparazione, si cerca di offrire un bilancio critico riguardo all’origine della logica comparativa antica, mostrando come nella dialettica aristotelica non siano rilevabili gradi di verità, quanto piuttosto modi più o meno fondati di argomentare, sempre basati comunque sulla presupposizione del criterio di bivalenza (vero/falso) ben definito dal principio del terzo escluso. Infine, la ricerca si conclude sostenendo l’implausibilità di attribuzione ad Aristotele dell’idea di una nozione di verità intuizionistica ed antepredicativa come differente, prioritaria e superiore rispetto ad una verità del giudizio, attraverso la critica contestuale di A. Trendelenburg (1846), F. Brentano (1862) e M. Heidegger (1930) e alla loro comune impostazione neoscolastica. - Da un punto di vista teoretico, questa tesi può essere letta come una critica all’idea di «più vero»

Verità e comparazione in Aristotele / Cosci, Matteo. - (2012 Jan 30).

Verità e comparazione in Aristotele

Cosci, Matteo
2012

Abstract

La presente ricerca mira a studiare da un punto di vista storico-filosofico la nozione aristotelica di verità (ἀλήϑεια) in relazione allo sviluppo della cosiddetta logica della comparazione. La logica della comparazione (o comparativa) è definita come la procedura di proporzionamento atta ad effettuare confronti tra diversi termini di paragone secondo maggiore, minore o uguale misura (Casari 1984; 1985). La tesi centrale di questa ricerca è che la nozione aristotelica di verità non sia un valore gradazionistico, declinabile cioè secondo “più” e “meno”, ma che, proprio in virtù di questo, possa costituire il riferimento di validità per una comparazione logica. Tre sono i concetti chiave attorno ai quali si articola l’esposizione: gradazionismo, verità, comparazione. In tema di gradazionismo, si mostra come alcune concezioni logiche aristoteliche siano state poi equivocate in senso ontolgico dalle metafisiche successive, fino a giustificare, malgrado Aristotele, l’esistenza di livelli di essere-verità culminanti in un Vero assoluto. In tema di verità, si prendono in analisi alcune recenti autorevoli interpretazioni sul tema dell’ἀλήϑεια aristotelica e si dimostra come nessuna di queste autorizzi ad attribuire ad Aristotele una nozione gradazionistica di verità. In tema di comparazione, si cerca di offrire un bilancio critico riguardo all’origine della logica comparativa antica, mostrando come nella dialettica aristotelica non siano rilevabili gradi di verità, quanto piuttosto modi più o meno fondati di argomentare, sempre basati comunque sulla presupposizione del criterio di bivalenza (vero/falso) ben definito dal principio del terzo escluso. Infine, la ricerca si conclude sostenendo l’implausibilità di attribuzione ad Aristotele dell’idea di una nozione di verità intuizionistica ed antepredicativa come differente, prioritaria e superiore rispetto ad una verità del giudizio, attraverso la critica contestuale di A. Trendelenburg (1846), F. Brentano (1862) e M. Heidegger (1930) e alla loro comune impostazione neoscolastica. - Da un punto di vista teoretico, questa tesi può essere letta come una critica all’idea di «più vero»
30-gen-2012
This research aims to study the Aristotelian notion of truth (ἀλήϑεια) in relation to the development of the so called logic of comparison from a historical and philosophical standpoint. The logic of comparison (or comparative logic) is defined as the proportioning way to make comparisons between different terms through major, minor or equal measure (Casari 1984; 1985). The main thesis of this research is that the Aristotelian notion of truth is not a gradable value, i. e. declinable by “more” or “less”, but, because of that, it could be considered as the ultimative reference of validity for comparative logic. This is argued through the analysis of three chosen key-concepts: gradationism, truth and comparison. Firstly, it is shown how some Aristotelian conceptions about “more” or “less” were unduly taken over with ontological (mis)understanding by later metaphisics, up to consider them as logical justification of existence for degrees of being and corresponding truths, despite Aristotle’s thought, from faulty sensibility to a highest level of absolute Truth. Some recent authoritative studies about the subject of the Aristotelian theory of ἀλήϑεια are been considered here and the result is that none of those allows to attribute such a gradable notion to Aristotle. Then it is proposed a critique evaluation about the problem of the origins of the ancient comparative logic, showing that presumed degrees of truth are not detectable at all in the Aristotelian dialectic, but only more or less sound arguments always based on the criterion of bivalence (truth/false) provided by the Principle of Excluded Middle. Finally, the research ends arguing the groundlessness for attributing to Aristotle the idea of an intuitive and pre-predicative truth as different, prior and superior to an alleged predicative truth through the contextual critique of the interpretations of A. Trendelenburg (1846), F. Brentano (1862) and M. Heidegger (1930) and their common Neo-Scholastic background. - From a theoretical point of view, the whole thesis can be read as a critique to the idea of «truer»
Aristotle; truth; comparative logic (history of); gradationism; more / less; truer. Aristotele; verità; logica comparativa (storia della); gradazionismo; più / meno; più vero.
Verità e comparazione in Aristotele / Cosci, Matteo. - (2012 Jan 30).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3422182
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