Working Hypothesis In the literature there are few and often conflicting evidence about the role of music in improving the comfort of patients admitted to intensive care units, especially in children. These studies are focused in particular on neonatal age, while, as regards as the child, studies are rare and limited to the assessment of a few outcomes. This study aimed to investigate whether music, in a setting such as the Pediatric Intensive Care Unit of our Department, could help in reducing the stress related to hospitalization of our young patients and improving their neurological status, endocrine and hemodynamic status, with a better adaptation, for instance, to mechanical ventilation. Materials and Methods In the period between March and December 2012, we enrolled 20 patients admitted to the Pediatric Intensive Care of the Department of Pediatrics of the University Hospital of Padua, with different pathologies and different degrees of sedation. After a first phase of 30 minutes observation we exposed the children to the first two movements of the 6th Symphony of Beethoven, the "Pastoral", for a period of 45 min, using special headsets and adjusting the volume according to the indications of the American Academy of Pediatrics (<50 db). Different variables were compared during the two phases: continuous electroencephalographic monitoring was performed followed by qualitative, quantitative and spectral maps analysis; sedation was assessed using Comfort Behavior Scale and FLACC scale was utilized for pain evaluation; plasma and salivary cortisol level was measured as an endocrinolgical marker of stress; heart rate, systolic and diastolic blood pressure, mixed venous oxi-hemoglobin saturation, urine output were recorded as indices of hemodynamic status; continuous transcutaneous arterial oxygen saturation, arterial pCO2 levels from emogasanalysis samples and respiratory rate were measured in the two phases without any changes in mechanical ventilation settings. Results The qualitative analysis of EEG showed a transition phase toward drowsiness/sleep in 12 out of 16 patients, with a depth of sleep in patients who were already in that state (4/4) . Moreover, by means of spectral maps and quantitative analysis of the EEG recordings, we highlighted possible areas of brain activation that underwent major changes during music listening and the activation of the frontal regions devoted to the "management" of emotions. The comparison between the sedation and pain evaluation scales obtained by independent operators showed in all cases a reduction of the values obtained before and during music listening that was statistically significant for both the FLACC (Prob> | z | = 0.0003 p-value) and the Comfort Scale (Prob> | z | = p-value 0.0014). The comparison of cortisol levels obtained before and after music listening has shown a reduction of the values in almost all cases (16/18 in the plasma, 13/14 level in salivary). As regards as the vital parameters, the statistical analysis performed showed an evolution of outcomes, in relation to time, significant for the heart rate (p = 0.03), for the average arterial pressure (p = 0064), for diastolic blood pressure ( p = 0.028) and for the respiratory rate (p = 0.086). PaCO2 and mixed venous O2 saturation improved after listening to the music, with a significant effect for PaCO2 (the average value fell from 48.5 to 42 mm Hg). Also urine output significantly improved during music listening (Prob> | z | p-value = 0.001). Conclusions Almost all of the variables investigated in the present study showed a marked improvement in the course of music, with a benefit that was highlighted at neurological level, sedation and pain level, endocrine, hemodynamic and respiratory systems. From the analysis of spectral maps and quantitative EEG data it has been shown that sedation does not seem to prevent the acquisition of the musical stimulus and that music is capable of activate the anterior cortical areas involved in the perception of emotions.

Ipotesi di Lavoro In letteratura vi sono poche evidenze e spesso discordanti circa il ruolo della musica nel miglioramento del benessere dei pazienti ricoverati in reparti di terapia intensiva, soprattutto in età pediatrica. Tali studi si concentrano in particolare sull’età neonatale, mentre, per quanto riguarda il bambino, i lavori risultano essere rari e limitati alla valutazione di pochi outcomes. In questo studio ci siamo proposti di indagare se la musica, in un setting come la Terapia Intensiva Pediatrica del nostro Dipartimento, possa contribuire, nei nostri piccoli pazienti, alla riduzione dello stress legato al ricovero e al miglioramento dello stato neurologico, endocrino, emodinamico e respiratorio, con un miglior adattamento alla ventilazione meccanica. Materiali e Metodi Nel periodo compreso tra marzo e dicembre 2012 abbiamo arruolato 20 pazienti con differenti patologie e differenti gradi di sedazione. Ad essi, dopo una prima fase di osservazione di 30’, abbiamo fatto ascoltare i primi due movimenti della VI sinfonia di Beethoven, la “Pastorale”, per un periodo di 45 min, utilizzando delle apposite cuffie auricolari e regolando il volume secondo le indicazioni della American Accademy of Pediatrics (<50 db). Le variabili che siamo andati a confrontare tra la fase senza musica e la fase di ascolto della musica sono state molteplici. Da un punto di vista neurologico è stato eseguito un monitoraggio elettroencefalografico continuo, con l’esecuzione di un’analisi qualitativa, quantitativa e delle mappe spettrali. Sono state eseguite valutazioni con gli scores per la sedazione (Comfort Behavior Scale) ed il dolore (FLACC). L’aspetto endocrinologico è stato indagato attraverso il dosaggio della cortisolemia salivare e plasmatica pre e post-musica. Da un punto di vista emodinamico è stato eseguito un monitoraggio in più tempi della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa sistolica e diastolica, con rilievo della diuresi e della saturazione venosa mista. Il quadro respiratorio è stato valutato attraverso monitoraggio dell’andamento della saturazione di ossigeno, della frequenza respiratoria e del valore di pCO2 tra la fase pre-ascolto e la fase post-ascolto della musica, senza che i parametri ventilatori venissero cambiati. Risultati L’analisi qualitativa dell’EEG ha evidenziato in quasi tutti i pazienti vigili un passaggio di fase verso il sonno/sonnolenza (12/16), con un approfondimento del sonno in quei pazienti che già si trovavano in tale fase (4/4). Inoltre, per mezzo delle mappe spettrali e dall’analisi quantitativa delle tracce EEG, abbiamo evidenziato le possibili aree di attivazione cerebrale che subiscono maggiori variazioni in corso di musica e l’attivazione anche delle regioni frontali deputate alla “gestione” delle emozioni. Il confronto tra i rilievi eseguiti per le scale della sedazione e del dolore, compilati da due operatori indipendenti, ha evidenziato in tutti i casi una riduzione dei valori tra prima e dopo l’ascolto della musica che si è rivelata statisticamente significativa sia per la FLACC (Prob>|z|=0.0003 p-value) che per la Comfort Scale (Prob>|z|=0.0014 p-value). Il confronto tra i dosaggi della cortisolemia eseguiti prima e dopo l’ascolto della musica, ha mostrato una riduzione dei valori nella quasi totalità dei casi (16/18 a livello plasmatico, 13/14 a livello salivare). Per quanto riguarda i parametri vitali, le analisi statistiche eseguite hanno evidenziato una evoluzione degli outcomes, in relazione al tempo, significativa per la frequenza cardiaca (p=0.03), per la pressione media arteriosa (p=0.064), per la pressione diastolica (p=0.028) e per la frequenza respiratoria (p=0,086). Facendo un confronto delle medie prima e dopo l'introduzione della musica si è visto inoltre che esse diminuiscono significativamente nel caso della frequenza cardiaca (p=0.016). Per quanto riguarda la CO2 e la SatO2 venosa mista, si è evidenziato un miglioramento dei valori in seguito all’ascolto della musica, con un effetto importante per la CO2 (la media dei valori è scesa da 48,5 a 42 mmHg). Anche le analisi che hanno riguardato la diuresi sono risultate statisticamente significative dopo l’introduzione della musica (Prob>|z|=0.001 p-value). Conclusioni Quasi tutte le variabili che siamo andati ad indagare hanno mostrato un marcato miglioramento in corso di musica, con un beneficio che è stato evidenziato a livello neurologico, analgosedativo, endocrino, emodinamico e respiratorio. Un dato di sicuro interesse che abbiamo rilevato nel corso del nostro studio, grazie all’analisi delle mappe spettrali e ai dati dell’EEG quantitativo, è che la sedazione sembra non impedire l’acquisizione dello stimolo musicale e che la musica sia in grado di attivare le aree corticali anteriori implicate nella percezione delle emozioni.  

Dalle note alla terapia intensiva pediatrica del nostro dipartimento: "possibile ruolo della musica come terapia non farmacologica" / Stritoni, Valentina. - (2013 Jan 29).

Dalle note alla terapia intensiva pediatrica del nostro dipartimento: "possibile ruolo della musica come terapia non farmacologica"

stritoni, valentina
2013

Abstract

Ipotesi di Lavoro In letteratura vi sono poche evidenze e spesso discordanti circa il ruolo della musica nel miglioramento del benessere dei pazienti ricoverati in reparti di terapia intensiva, soprattutto in età pediatrica. Tali studi si concentrano in particolare sull’età neonatale, mentre, per quanto riguarda il bambino, i lavori risultano essere rari e limitati alla valutazione di pochi outcomes. In questo studio ci siamo proposti di indagare se la musica, in un setting come la Terapia Intensiva Pediatrica del nostro Dipartimento, possa contribuire, nei nostri piccoli pazienti, alla riduzione dello stress legato al ricovero e al miglioramento dello stato neurologico, endocrino, emodinamico e respiratorio, con un miglior adattamento alla ventilazione meccanica. Materiali e Metodi Nel periodo compreso tra marzo e dicembre 2012 abbiamo arruolato 20 pazienti con differenti patologie e differenti gradi di sedazione. Ad essi, dopo una prima fase di osservazione di 30’, abbiamo fatto ascoltare i primi due movimenti della VI sinfonia di Beethoven, la “Pastorale”, per un periodo di 45 min, utilizzando delle apposite cuffie auricolari e regolando il volume secondo le indicazioni della American Accademy of Pediatrics (<50 db). Le variabili che siamo andati a confrontare tra la fase senza musica e la fase di ascolto della musica sono state molteplici. Da un punto di vista neurologico è stato eseguito un monitoraggio elettroencefalografico continuo, con l’esecuzione di un’analisi qualitativa, quantitativa e delle mappe spettrali. Sono state eseguite valutazioni con gli scores per la sedazione (Comfort Behavior Scale) ed il dolore (FLACC). L’aspetto endocrinologico è stato indagato attraverso il dosaggio della cortisolemia salivare e plasmatica pre e post-musica. Da un punto di vista emodinamico è stato eseguito un monitoraggio in più tempi della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa sistolica e diastolica, con rilievo della diuresi e della saturazione venosa mista. Il quadro respiratorio è stato valutato attraverso monitoraggio dell’andamento della saturazione di ossigeno, della frequenza respiratoria e del valore di pCO2 tra la fase pre-ascolto e la fase post-ascolto della musica, senza che i parametri ventilatori venissero cambiati. Risultati L’analisi qualitativa dell’EEG ha evidenziato in quasi tutti i pazienti vigili un passaggio di fase verso il sonno/sonnolenza (12/16), con un approfondimento del sonno in quei pazienti che già si trovavano in tale fase (4/4). Inoltre, per mezzo delle mappe spettrali e dall’analisi quantitativa delle tracce EEG, abbiamo evidenziato le possibili aree di attivazione cerebrale che subiscono maggiori variazioni in corso di musica e l’attivazione anche delle regioni frontali deputate alla “gestione” delle emozioni. Il confronto tra i rilievi eseguiti per le scale della sedazione e del dolore, compilati da due operatori indipendenti, ha evidenziato in tutti i casi una riduzione dei valori tra prima e dopo l’ascolto della musica che si è rivelata statisticamente significativa sia per la FLACC (Prob>|z|=0.0003 p-value) che per la Comfort Scale (Prob>|z|=0.0014 p-value). Il confronto tra i dosaggi della cortisolemia eseguiti prima e dopo l’ascolto della musica, ha mostrato una riduzione dei valori nella quasi totalità dei casi (16/18 a livello plasmatico, 13/14 a livello salivare). Per quanto riguarda i parametri vitali, le analisi statistiche eseguite hanno evidenziato una evoluzione degli outcomes, in relazione al tempo, significativa per la frequenza cardiaca (p=0.03), per la pressione media arteriosa (p=0.064), per la pressione diastolica (p=0.028) e per la frequenza respiratoria (p=0,086). Facendo un confronto delle medie prima e dopo l'introduzione della musica si è visto inoltre che esse diminuiscono significativamente nel caso della frequenza cardiaca (p=0.016). Per quanto riguarda la CO2 e la SatO2 venosa mista, si è evidenziato un miglioramento dei valori in seguito all’ascolto della musica, con un effetto importante per la CO2 (la media dei valori è scesa da 48,5 a 42 mmHg). Anche le analisi che hanno riguardato la diuresi sono risultate statisticamente significative dopo l’introduzione della musica (Prob>|z|=0.001 p-value). Conclusioni Quasi tutte le variabili che siamo andati ad indagare hanno mostrato un marcato miglioramento in corso di musica, con un beneficio che è stato evidenziato a livello neurologico, analgosedativo, endocrino, emodinamico e respiratorio. Un dato di sicuro interesse che abbiamo rilevato nel corso del nostro studio, grazie all’analisi delle mappe spettrali e ai dati dell’EEG quantitativo, è che la sedazione sembra non impedire l’acquisizione dello stimolo musicale e che la musica sia in grado di attivare le aree corticali anteriori implicate nella percezione delle emozioni.  
29-gen-2013
Working Hypothesis In the literature there are few and often conflicting evidence about the role of music in improving the comfort of patients admitted to intensive care units, especially in children. These studies are focused in particular on neonatal age, while, as regards as the child, studies are rare and limited to the assessment of a few outcomes. This study aimed to investigate whether music, in a setting such as the Pediatric Intensive Care Unit of our Department, could help in reducing the stress related to hospitalization of our young patients and improving their neurological status, endocrine and hemodynamic status, with a better adaptation, for instance, to mechanical ventilation. Materials and Methods In the period between March and December 2012, we enrolled 20 patients admitted to the Pediatric Intensive Care of the Department of Pediatrics of the University Hospital of Padua, with different pathologies and different degrees of sedation. After a first phase of 30 minutes observation we exposed the children to the first two movements of the 6th Symphony of Beethoven, the "Pastoral", for a period of 45 min, using special headsets and adjusting the volume according to the indications of the American Academy of Pediatrics (<50 db). Different variables were compared during the two phases: continuous electroencephalographic monitoring was performed followed by qualitative, quantitative and spectral maps analysis; sedation was assessed using Comfort Behavior Scale and FLACC scale was utilized for pain evaluation; plasma and salivary cortisol level was measured as an endocrinolgical marker of stress; heart rate, systolic and diastolic blood pressure, mixed venous oxi-hemoglobin saturation, urine output were recorded as indices of hemodynamic status; continuous transcutaneous arterial oxygen saturation, arterial pCO2 levels from emogasanalysis samples and respiratory rate were measured in the two phases without any changes in mechanical ventilation settings. Results The qualitative analysis of EEG showed a transition phase toward drowsiness/sleep in 12 out of 16 patients, with a depth of sleep in patients who were already in that state (4/4) . Moreover, by means of spectral maps and quantitative analysis of the EEG recordings, we highlighted possible areas of brain activation that underwent major changes during music listening and the activation of the frontal regions devoted to the "management" of emotions. The comparison between the sedation and pain evaluation scales obtained by independent operators showed in all cases a reduction of the values obtained before and during music listening that was statistically significant for both the FLACC (Prob> | z | = 0.0003 p-value) and the Comfort Scale (Prob> | z | = p-value 0.0014). The comparison of cortisol levels obtained before and after music listening has shown a reduction of the values in almost all cases (16/18 in the plasma, 13/14 level in salivary). As regards as the vital parameters, the statistical analysis performed showed an evolution of outcomes, in relation to time, significant for the heart rate (p = 0.03), for the average arterial pressure (p = 0064), for diastolic blood pressure ( p = 0.028) and for the respiratory rate (p = 0.086). PaCO2 and mixed venous O2 saturation improved after listening to the music, with a significant effect for PaCO2 (the average value fell from 48.5 to 42 mm Hg). Also urine output significantly improved during music listening (Prob> | z | p-value = 0.001). Conclusions Almost all of the variables investigated in the present study showed a marked improvement in the course of music, with a benefit that was highlighted at neurological level, sedation and pain level, endocrine, hemodynamic and respiratory systems. From the analysis of spectral maps and quantitative EEG data it has been shown that sedation does not seem to prevent the acquisition of the musical stimulus and that music is capable of activate the anterior cortical areas involved in the perception of emotions.
musica/ confort/ Stress/ cortisol plasma and salivary/ pediatric intensive care
Dalle note alla terapia intensiva pediatrica del nostro dipartimento: "possibile ruolo della musica come terapia non farmacologica" / Stritoni, Valentina. - (2013 Jan 29).
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