This research intends to bring to the attention of the academic community a ‘cultural episode’ that was rare in all respects. While the Soviet Union entered into Stalinism and the intelligentsia was being eliminated, while the repressive system was becoming more and more perfected and the socio-cultural context that would define the artistic canons of Soviet literature and art was being formed, while the system of concentration camps was being created and the pre-revolutionary Russian culture was dying, a number of intelligenty created a small intellectual citadel in the place appointed for their elimination. A citadel whose artistic canons were those of the pre-revolutionary or ‘bourgeois’ Russia. The ‘Paris of the northern concentration camps’ is what one detainee, Professor Ivan Ozerov, called the Solovetsky Lager Osobogo Naznachenia (Solovki Special Purpose Prison Camp), the so-called SLON. At Solovki, site of the first Soviet Gulag, while other prisoners perished by the hundreds or suffered horribly, a small number of inmates had the opportunity to continue the intellectual activity in which they were involved before their imprisonment. In doing so, they opposed the system that wanted to crush them with a form of cultural resistance, a sort of peaceful protest, destined to be defeated from a material point of view, yet still able to leave its mark and to send a message of extraordinary value to all humanity. After a large introductory section dedicated to the history of the Solovki prison camp, the main part of the dissertation is dedicated to the in-depth analysis of the cultural life of the camp and, above all, of the literary works produce within. The dynamics that took to the creation of the “cultural village” of the SLON, as well as the profiles of the main protagonists of it, are described. The consultation of many archival documents, as well as all the publications of the camp, helped to reconstruct the development of the “SLON culture”. The main goal of the research is to assess thoroughly a topic scarcely investigated in order to give literary dignity to the many authors who published in the journals of the camp. Their literary works often reached high levels of quality and still represent a unique case of lagernaya literatura. Three appendices conclude the dissertation. The first is dedicated to the contents of the publications that have been analysed; the second contains the biographies and selected texts of the main authors; the final appendix is dedicated to the Italian prisoners of the Solovki camp. The entire work is presented in English.

Il presente lavoro intende proporre all’attenzione della comunità scientifica un “episodio culturale” raro. Mentre l'intelligencija veniva sterminata e l'Unione Sovietica imboccava la via dello stalinismo, mentre la macchina repressiva si affinava e si andava formando sempre più la temperie socio-culturale che avrebbe fissato i canoni artistici dell'arte e della letteratura sovietica, mentre veniva creato il sistema dei campi di concentramento e la cultura russa prerivoluzionaria moriva, alcuni intellettuali, sfruttando una serie di circostanze del tutto casuali, furono capaci di creare, nel luogo deputato alla loro eliminazione, una piccola cittadella intellettuale, dove i canoni artistici in vigore erano prevalentemente quelli prerivoluzionari o, volendo etichettarli, quelli “borghesi”. La “Parigi dei lager del nord”: così un detenuto, il professore Ivan Ozerov, ha definito il Soloveckij Lager’ Osobogo Naznačenija (Campo di prigionia a destinazione speciale delle Solovki), il cosiddetto SLON. Sulle isole Solovki, sede del primo gulag sovietico, mentre altri prigionieri perivano a centinaia o venivano sottoposti a intollerabili martirî, un ristretto numero di detenuti ebbe l'opportunità di continuare l'attività intellettuale iniziata prima dell’imprigionamento, opponendo al sistema che li voleva annientare una resistenza di natura culturale, una sorta di lotta pacifica, destinata a sicura sconfitta sul piano materiale e, tuttavia, capace di lasciare il segno e di trasmettere all'umanità intera un messaggio di straordinario valore. Dopo un'ampia introduzione storica incentrata sulla storia del gulag delle Solovki, il presente lavoro fornisce un'approfondita analisi della vita culturale del campo e soprattutto della letteratura prodotta in esso, sviluppando a fondo le dinamiche che permisero la creazione del “villaggio culturale” dello SLON, mettendone in luce le personalità principali e portando a conoscenza, sulla scorta dell'analisi di numerosi materiali d'archivio e dei giornali pubblicati dall'amministrazione del campo, i momenti che ne segnarono l'evoluzione. Obiettivo primario della ricerca è quello di investigare con il massimo rigore scientifico un argomento che è stato complessivamente poco indagato al fine di restituire dignità ai numerosi autori che pubblicarono le loro opere sulla stampa del campo, le cui produzioni letterarie spesso raggiunsero livelli elevati, oltre a rappresentare un “unicum” nel panorama della lagernaja literatura. Il lavoro è corredato di tre appendici che presentano, rispettivamente, lo spoglio delle riviste e degli organi di stampa presi in analisi, le biografie e i brani scelti dei principali autori trattati e la ricostruzione delle vicende dei prigionieri italiani reclusi all'interno del campo. Il lavoro è redatto in lingua inglese.

The "Paris of the Northern Concentration Camps": the Cultural Life and the Literature of the Solovki Prison Camp between 1923 and 1930 / Gullotta, Andrea. - (2011 Jan 31).

The "Paris of the Northern Concentration Camps": the Cultural Life and the Literature of the Solovki Prison Camp between 1923 and 1930

Gullotta, Andrea
2011

Abstract

Il presente lavoro intende proporre all’attenzione della comunità scientifica un “episodio culturale” raro. Mentre l'intelligencija veniva sterminata e l'Unione Sovietica imboccava la via dello stalinismo, mentre la macchina repressiva si affinava e si andava formando sempre più la temperie socio-culturale che avrebbe fissato i canoni artistici dell'arte e della letteratura sovietica, mentre veniva creato il sistema dei campi di concentramento e la cultura russa prerivoluzionaria moriva, alcuni intellettuali, sfruttando una serie di circostanze del tutto casuali, furono capaci di creare, nel luogo deputato alla loro eliminazione, una piccola cittadella intellettuale, dove i canoni artistici in vigore erano prevalentemente quelli prerivoluzionari o, volendo etichettarli, quelli “borghesi”. La “Parigi dei lager del nord”: così un detenuto, il professore Ivan Ozerov, ha definito il Soloveckij Lager’ Osobogo Naznačenija (Campo di prigionia a destinazione speciale delle Solovki), il cosiddetto SLON. Sulle isole Solovki, sede del primo gulag sovietico, mentre altri prigionieri perivano a centinaia o venivano sottoposti a intollerabili martirî, un ristretto numero di detenuti ebbe l'opportunità di continuare l'attività intellettuale iniziata prima dell’imprigionamento, opponendo al sistema che li voleva annientare una resistenza di natura culturale, una sorta di lotta pacifica, destinata a sicura sconfitta sul piano materiale e, tuttavia, capace di lasciare il segno e di trasmettere all'umanità intera un messaggio di straordinario valore. Dopo un'ampia introduzione storica incentrata sulla storia del gulag delle Solovki, il presente lavoro fornisce un'approfondita analisi della vita culturale del campo e soprattutto della letteratura prodotta in esso, sviluppando a fondo le dinamiche che permisero la creazione del “villaggio culturale” dello SLON, mettendone in luce le personalità principali e portando a conoscenza, sulla scorta dell'analisi di numerosi materiali d'archivio e dei giornali pubblicati dall'amministrazione del campo, i momenti che ne segnarono l'evoluzione. Obiettivo primario della ricerca è quello di investigare con il massimo rigore scientifico un argomento che è stato complessivamente poco indagato al fine di restituire dignità ai numerosi autori che pubblicarono le loro opere sulla stampa del campo, le cui produzioni letterarie spesso raggiunsero livelli elevati, oltre a rappresentare un “unicum” nel panorama della lagernaja literatura. Il lavoro è corredato di tre appendici che presentano, rispettivamente, lo spoglio delle riviste e degli organi di stampa presi in analisi, le biografie e i brani scelti dei principali autori trattati e la ricostruzione delle vicende dei prigionieri italiani reclusi all'interno del campo. Il lavoro è redatto in lingua inglese.
31-gen-2011
This research intends to bring to the attention of the academic community a ‘cultural episode’ that was rare in all respects. While the Soviet Union entered into Stalinism and the intelligentsia was being eliminated, while the repressive system was becoming more and more perfected and the socio-cultural context that would define the artistic canons of Soviet literature and art was being formed, while the system of concentration camps was being created and the pre-revolutionary Russian culture was dying, a number of intelligenty created a small intellectual citadel in the place appointed for their elimination. A citadel whose artistic canons were those of the pre-revolutionary or ‘bourgeois’ Russia. The ‘Paris of the northern concentration camps’ is what one detainee, Professor Ivan Ozerov, called the Solovetsky Lager Osobogo Naznachenia (Solovki Special Purpose Prison Camp), the so-called SLON. At Solovki, site of the first Soviet Gulag, while other prisoners perished by the hundreds or suffered horribly, a small number of inmates had the opportunity to continue the intellectual activity in which they were involved before their imprisonment. In doing so, they opposed the system that wanted to crush them with a form of cultural resistance, a sort of peaceful protest, destined to be defeated from a material point of view, yet still able to leave its mark and to send a message of extraordinary value to all humanity. After a large introductory section dedicated to the history of the Solovki prison camp, the main part of the dissertation is dedicated to the in-depth analysis of the cultural life of the camp and, above all, of the literary works produce within. The dynamics that took to the creation of the “cultural village” of the SLON, as well as the profiles of the main protagonists of it, are described. The consultation of many archival documents, as well as all the publications of the camp, helped to reconstruct the development of the “SLON culture”. The main goal of the research is to assess thoroughly a topic scarcely investigated in order to give literary dignity to the many authors who published in the journals of the camp. Their literary works often reached high levels of quality and still represent a unique case of lagernaya literatura. Three appendices conclude the dissertation. The first is dedicated to the contents of the publications that have been analysed; the second contains the biographies and selected texts of the main authors; the final appendix is dedicated to the Italian prisoners of the Solovki camp. The entire work is presented in English.
Gulag, Solovki, Letteratura di gulag /Gulag Literature, SLON, Stampa dello SLON / SLON press, Letteratura dello SLON / SLON Literature
The "Paris of the Northern Concentration Camps": the Cultural Life and the Literature of the Solovki Prison Camp between 1923 and 1930 / Gullotta, Andrea. - (2011 Jan 31).
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