Forest fires in the Alps are increasing both in frequency and size, especially on southern slopes where environmental conditions are more suitable for fire ignition and spread. Post-fire restoration activities are often applied without considering the large heterogeneity and variability of ecological constraints. Fire severity, species composition and site characteristics heavily affect vegetation recovery dynamics. The main objectives of this study were to test the hypothesis that post-fire burned wood management may greatly affect forest recovery and to identify the main environmental variables affecting seedling establishment and survival. We investigated restoration dynamics following high severity crown fire in two forests located in Western (Bourra site - Aosta Valley) and Eastern (Barcis site - Friuli Venezia Giulia) Italian Alps. Fires burnt large area of pine forests (P. sylvestris, P. nigra) located on southern slopes, characterized by harsh conditions (dry environment with high solar radiation exposure). In both sites active restoration strategies were adopted in the following years. These practices consisted in Salvage logging (cut and deadwood removal) followed by plantation or not, and Cut and release (living deadwood on site). Passive management area (remnants of burnt stand trees, where no intervention occurred) was also considered and compared. The recovery processes of vegetation were explored through methods of integrated analysis, using different spatial- and temporal-scale approaches. Field-data measures on regeneration, shelter elements and environmental variables were analyzed at microsite scale. Maps of fire severity were created by means of change-detection techniques on Landsat TM/ETM+ images. A scan through the time of forest recovery was performed associating regeneration and environmental data with Vegetation Indices (VIs) derived from a chronosequence of multispectral images. The evaluation of post-fire recovery dynamics, their relationships with fire severity and restoration activities are analyzed at a landscape scale, combining field-data, VIs, topographic and vegetation parameters extracted from LiDAR data. The influence of post-fire management on microclimate was investigated by means of instrumental measurements of environmental parameters affecting the regeneration dynamics. Measurements of soil temperature and moisture together with estimates of near-ground solar radiation were carried during a whole growing season within areas subjected to different restoration practices. Differences in species composition were found in the study sites among treatments. Regeneration density and diversity were positively associated with deadwood presence. Early establishment of pine seedlings was associated with the presence of standing or lying deadwood. Conversely, Populus tremula, regenerating mostly vegetatively, showed a different behaviour from the other tree species. Ground cover conditions contributed to patterns of seedling occurrence. The strong spatial association of seedlings with deadwood suggests that this latter produces microsites that enhance the establishment of regeneration. The relationship between nurse deadwood elements and regeneration was found to be highly anisotropic, as a consequence of the higher protection from radiation and lower soil moisture loss in the shady sides of the shelter element. Marked differences in incoming solar radiation, soil moisture and temperature were detected among treatments, in particular, salvaged areas resulted strongly associated with severe environmental conditions. Higher fire severity diminishes seed availability reducing the seeders, thus the distance from seed source has emerged as an important constraint for pine regeneration establishment. In relation to different spatio-temporal scales of analysis, this research reports a significant impact of the post-fire management actions on forest recovery. Restoration practices may significantly affect environmental parameters, particularly in stressful conditions,. The presence of burnt wood provides an amelioration of microsite reducing the extreme values, buffering microclimatic fluctuations thus favoring the establishment of regeneration. Standing and lying deadwood, also resulting from active management, should be leaved in situ during restoration activities.

Gli incendi boschivi nelle Alpi presentano negli ultimi decenni un trend di crescita sia in frequenza che per superficie, in particolare sui versanti meridionali dove l’eventuale innesco e la rapida diffusione dell’incendio sono favorite dalle condizioni ambientali. Le attività di ripristino post-incendio vengono condotte spesso senza considerare le peculiarità dell’ambiente montano e la grande eterogeneità e variabilità dei principali parametri ecologico-ambientali. La severità dell’incendio, le caratteristiche del sito e la composizione specifica delle foreste coinvolte influiscono significativamente sulle dinamiche di ricostituzione della vegetazione. Gli obiettivi principali di questo studio consistono nel verificare l'ipotesi che la gestione post-incendio della necromassa legnosa possa significativamente influire sulle dinamiche di ricostituzione della foresta, e di individuare le principali variabili ambientali che condizionano l’insediamento e la sopravvivenza della rinnovazione. Per verificare tali ipotesi, le dinamiche di ricostituzione a seguito di incendi ad alta severità sono state analizzate in due foreste situate una nelle Alpi occidentali (sito di Bourra - Valle d'Aosta) e una in quelle orientali (sito di Barcis - Friuli Venezia Giulia). L’incendio ha interessato, in entrambi i siti, una estesa superficie di pineta (P. sylvestris, P. nigra), soprattutto su versanti aridi esposti a Sud (con elevata esposizione alle radiazioni solari e scarsa disponibilità idrica). In entrambi i casi, negli anni successivi all’incendio, sono stati effettuati interventi (trattamenti) di ricostituzione attiva: “Salvage logging” (taglio ed esbosco del materiale legnoso, talvolta seguito da rimboschimenti localizzati) e “Cut and release” (taglio e rilascio a terra del materiale legnoso). A tali tipologie si sono contrapposte e comparate aree a “Passive management” (ricostituzione passiva, aree in cui non si sono effettuati interventi). Le dinamiche di ricostituzione della vegetazione sono state valutate integrando differenti metodi di analisi applicati a diverse scale sia spaziali che temporali. A scala di microsito si sono rilevati, per ogni semenzale, i principali parametri ambientali e l’eventuale presenza nelle vicinanze di necromassa e/o massi. Applicando tecniche di change-detection a opportuni indici di stato della vegetazione (Vegetation Indices - VIs), derivati da immagini Landsat TM/ETM+ (pre- e post-incendio), si sono definite delle cartografie di severità dell’incendio per ciascun sito. Associando i VIs estratti da una crono-sequenza di immagini multispettrali con i rilievi dei dati ambientali e della rinnovazione, si sono individuate le dinamiche di ricostituzione della vegetazione. Si sono inoltre valutate, a scala di paesaggio, le relazioni fra la severità dell’incendio e i patterns della rinnovazione associati ai diversi trattamenti. A tale scopo, sono stati utilizzati dati topografici e strutturali della vegetazione estratti da dati LiDAR. L’influenza dei trattamenti sui principali parametri microclimatici è stata valutata per mezzo di misure strumentali di campo. In tale campagna di misure si sono monitorate la temperatura e l’umidità del suolo, unitamente alla stima della radiazione solare al suolo. Differenze significative si sono evidenziate nella composizione specifica della rinnovazione tra i trattamenti. Densità di rinnovazione e diversità specifica sono risultate positivamente correlate con la presenza di necromassa legnosa. Un precoce insediamento della rinnovazione di pino si è evidenziato nelle aree ove vi fosse presenza di materiale legnoso a terra o piante morte in piedi. Il pioppo tremolo, specie rinnovatasi prevalentemente per via vegetativa, ha invece evidenziato una dinamica di ricolonizzazione diversa dalle altre specie arboree. Anche le condizioni di copertura del suolo hanno contribuito alla definizione dei patterns di ricostituzione della copertura vegetale. L’evidente associazione spaziale fra semenzali della rinnovazione ed elementi di necromassa conferma l’ipotesi che uest’ultima contribuisca in maniera determinante alla creazione di micrositi idonei all’insediamento della rinnovazione stessa. L’effetto di facilitazione prodotto dalla necromassa legnosa, nei riguardi dell’insediamento dei semenzali, è risultato altamente anisotropo; ciò sembra associato all’ombreggiamento prodotto dallo shelter legnoso sul semenzale, che proteggendo il microsito dall’eccessivo carico radiativo consente anche la conservazione di adeguati livelli di umidità nel terreno. Notevoli differenze di radiazione solare, di umidità e temperatura del suolo sono stati riscontrati tra i trattamenti, in particolare, le aree gestite a salvage logging risultano essere associate a condizioni microclimatiche piuttosto critiche per la rinnovazione. Nelle aree percorse dal fuoco ad alta severità, la disponibilità di seme è diminuita consistentemente a causa della drastica riduzione di piante porta-seme. Ciò ha permesso di individuare la distanza dalle piante porta-seme quale fattore determinante per l’insediamento della rinnovazione di Pinus. In relazione alle diverse scale spazio-temporali di analisi, questa ricerca evidenzia un impatto significativo dei trattamenti nei riguardi delle dinamiche di ricostituzione della vegetazione forestale. La gestione del post-incendio può incidere in maniera significativa sulle condizioni del microclima, in particolare in situazioni ambientali critiche per la rinnovazione (p.es aridità dei versanti). La presenza di necromassa legnosa consente la formazione di micrositi nei quali i valori estremi e le fluttuazioni dei parametri microclimatici si riducono, creando condizioni favorevoli per l’insediamento e la sopravvivenza dei semenzali. Per tale motivo, risulta opportuno il rilascio di piante morte in piedi o di materiale legnoso a terra durante le operazioni di ricostituzione attiva post-incendio.

Post-fire restoration in Alpine environment: from the microsite to the landscape. Multi-scale approach for the definition of mitigation strategies / Marcolin, Enrico. - (2013 Jan 31).

Post-fire restoration in Alpine environment: from the microsite to the landscape. Multi-scale approach for the definition of mitigation strategies

marcolin, enrico
2013

Abstract

Gli incendi boschivi nelle Alpi presentano negli ultimi decenni un trend di crescita sia in frequenza che per superficie, in particolare sui versanti meridionali dove l’eventuale innesco e la rapida diffusione dell’incendio sono favorite dalle condizioni ambientali. Le attività di ripristino post-incendio vengono condotte spesso senza considerare le peculiarità dell’ambiente montano e la grande eterogeneità e variabilità dei principali parametri ecologico-ambientali. La severità dell’incendio, le caratteristiche del sito e la composizione specifica delle foreste coinvolte influiscono significativamente sulle dinamiche di ricostituzione della vegetazione. Gli obiettivi principali di questo studio consistono nel verificare l'ipotesi che la gestione post-incendio della necromassa legnosa possa significativamente influire sulle dinamiche di ricostituzione della foresta, e di individuare le principali variabili ambientali che condizionano l’insediamento e la sopravvivenza della rinnovazione. Per verificare tali ipotesi, le dinamiche di ricostituzione a seguito di incendi ad alta severità sono state analizzate in due foreste situate una nelle Alpi occidentali (sito di Bourra - Valle d'Aosta) e una in quelle orientali (sito di Barcis - Friuli Venezia Giulia). L’incendio ha interessato, in entrambi i siti, una estesa superficie di pineta (P. sylvestris, P. nigra), soprattutto su versanti aridi esposti a Sud (con elevata esposizione alle radiazioni solari e scarsa disponibilità idrica). In entrambi i casi, negli anni successivi all’incendio, sono stati effettuati interventi (trattamenti) di ricostituzione attiva: “Salvage logging” (taglio ed esbosco del materiale legnoso, talvolta seguito da rimboschimenti localizzati) e “Cut and release” (taglio e rilascio a terra del materiale legnoso). A tali tipologie si sono contrapposte e comparate aree a “Passive management” (ricostituzione passiva, aree in cui non si sono effettuati interventi). Le dinamiche di ricostituzione della vegetazione sono state valutate integrando differenti metodi di analisi applicati a diverse scale sia spaziali che temporali. A scala di microsito si sono rilevati, per ogni semenzale, i principali parametri ambientali e l’eventuale presenza nelle vicinanze di necromassa e/o massi. Applicando tecniche di change-detection a opportuni indici di stato della vegetazione (Vegetation Indices - VIs), derivati da immagini Landsat TM/ETM+ (pre- e post-incendio), si sono definite delle cartografie di severità dell’incendio per ciascun sito. Associando i VIs estratti da una crono-sequenza di immagini multispettrali con i rilievi dei dati ambientali e della rinnovazione, si sono individuate le dinamiche di ricostituzione della vegetazione. Si sono inoltre valutate, a scala di paesaggio, le relazioni fra la severità dell’incendio e i patterns della rinnovazione associati ai diversi trattamenti. A tale scopo, sono stati utilizzati dati topografici e strutturali della vegetazione estratti da dati LiDAR. L’influenza dei trattamenti sui principali parametri microclimatici è stata valutata per mezzo di misure strumentali di campo. In tale campagna di misure si sono monitorate la temperatura e l’umidità del suolo, unitamente alla stima della radiazione solare al suolo. Differenze significative si sono evidenziate nella composizione specifica della rinnovazione tra i trattamenti. Densità di rinnovazione e diversità specifica sono risultate positivamente correlate con la presenza di necromassa legnosa. Un precoce insediamento della rinnovazione di pino si è evidenziato nelle aree ove vi fosse presenza di materiale legnoso a terra o piante morte in piedi. Il pioppo tremolo, specie rinnovatasi prevalentemente per via vegetativa, ha invece evidenziato una dinamica di ricolonizzazione diversa dalle altre specie arboree. Anche le condizioni di copertura del suolo hanno contribuito alla definizione dei patterns di ricostituzione della copertura vegetale. L’evidente associazione spaziale fra semenzali della rinnovazione ed elementi di necromassa conferma l’ipotesi che uest’ultima contribuisca in maniera determinante alla creazione di micrositi idonei all’insediamento della rinnovazione stessa. L’effetto di facilitazione prodotto dalla necromassa legnosa, nei riguardi dell’insediamento dei semenzali, è risultato altamente anisotropo; ciò sembra associato all’ombreggiamento prodotto dallo shelter legnoso sul semenzale, che proteggendo il microsito dall’eccessivo carico radiativo consente anche la conservazione di adeguati livelli di umidità nel terreno. Notevoli differenze di radiazione solare, di umidità e temperatura del suolo sono stati riscontrati tra i trattamenti, in particolare, le aree gestite a salvage logging risultano essere associate a condizioni microclimatiche piuttosto critiche per la rinnovazione. Nelle aree percorse dal fuoco ad alta severità, la disponibilità di seme è diminuita consistentemente a causa della drastica riduzione di piante porta-seme. Ciò ha permesso di individuare la distanza dalle piante porta-seme quale fattore determinante per l’insediamento della rinnovazione di Pinus. In relazione alle diverse scale spazio-temporali di analisi, questa ricerca evidenzia un impatto significativo dei trattamenti nei riguardi delle dinamiche di ricostituzione della vegetazione forestale. La gestione del post-incendio può incidere in maniera significativa sulle condizioni del microclima, in particolare in situazioni ambientali critiche per la rinnovazione (p.es aridità dei versanti). La presenza di necromassa legnosa consente la formazione di micrositi nei quali i valori estremi e le fluttuazioni dei parametri microclimatici si riducono, creando condizioni favorevoli per l’insediamento e la sopravvivenza dei semenzali. Per tale motivo, risulta opportuno il rilascio di piante morte in piedi o di materiale legnoso a terra durante le operazioni di ricostituzione attiva post-incendio.
31-gen-2013
Forest fires in the Alps are increasing both in frequency and size, especially on southern slopes where environmental conditions are more suitable for fire ignition and spread. Post-fire restoration activities are often applied without considering the large heterogeneity and variability of ecological constraints. Fire severity, species composition and site characteristics heavily affect vegetation recovery dynamics. The main objectives of this study were to test the hypothesis that post-fire burned wood management may greatly affect forest recovery and to identify the main environmental variables affecting seedling establishment and survival. We investigated restoration dynamics following high severity crown fire in two forests located in Western (Bourra site - Aosta Valley) and Eastern (Barcis site - Friuli Venezia Giulia) Italian Alps. Fires burnt large area of pine forests (P. sylvestris, P. nigra) located on southern slopes, characterized by harsh conditions (dry environment with high solar radiation exposure). In both sites active restoration strategies were adopted in the following years. These practices consisted in Salvage logging (cut and deadwood removal) followed by plantation or not, and Cut and release (living deadwood on site). Passive management area (remnants of burnt stand trees, where no intervention occurred) was also considered and compared. The recovery processes of vegetation were explored through methods of integrated analysis, using different spatial- and temporal-scale approaches. Field-data measures on regeneration, shelter elements and environmental variables were analyzed at microsite scale. Maps of fire severity were created by means of change-detection techniques on Landsat TM/ETM+ images. A scan through the time of forest recovery was performed associating regeneration and environmental data with Vegetation Indices (VIs) derived from a chronosequence of multispectral images. The evaluation of post-fire recovery dynamics, their relationships with fire severity and restoration activities are analyzed at a landscape scale, combining field-data, VIs, topographic and vegetation parameters extracted from LiDAR data. The influence of post-fire management on microclimate was investigated by means of instrumental measurements of environmental parameters affecting the regeneration dynamics. Measurements of soil temperature and moisture together with estimates of near-ground solar radiation were carried during a whole growing season within areas subjected to different restoration practices. Differences in species composition were found in the study sites among treatments. Regeneration density and diversity were positively associated with deadwood presence. Early establishment of pine seedlings was associated with the presence of standing or lying deadwood. Conversely, Populus tremula, regenerating mostly vegetatively, showed a different behaviour from the other tree species. Ground cover conditions contributed to patterns of seedling occurrence. The strong spatial association of seedlings with deadwood suggests that this latter produces microsites that enhance the establishment of regeneration. The relationship between nurse deadwood elements and regeneration was found to be highly anisotropic, as a consequence of the higher protection from radiation and lower soil moisture loss in the shady sides of the shelter element. Marked differences in incoming solar radiation, soil moisture and temperature were detected among treatments, in particular, salvaged areas resulted strongly associated with severe environmental conditions. Higher fire severity diminishes seed availability reducing the seeders, thus the distance from seed source has emerged as an important constraint for pine regeneration establishment. In relation to different spatio-temporal scales of analysis, this research reports a significant impact of the post-fire management actions on forest recovery. Restoration practices may significantly affect environmental parameters, particularly in stressful conditions,. The presence of burnt wood provides an amelioration of microsite reducing the extreme values, buffering microclimatic fluctuations thus favoring the establishment of regeneration. Standing and lying deadwood, also resulting from active management, should be leaved in situ during restoration activities.
Ricostituzione post-incendio / Post-fire restoration Microsito / Microsite amelioration Elementi di protezione / Nurse objects Taglio ed esbosco / Salvage logging Alpi Italiane / Italian Alps
Post-fire restoration in Alpine environment: from the microsite to the landscape. Multi-scale approach for the definition of mitigation strategies / Marcolin, Enrico. - (2013 Jan 31).
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