ABSTRACT (ENGLISH VERSION) “Problems of Interpretation and Performance Practice in the Autograph Sonatas by Giuseppe Tartini (I-Pca 1888-1)” The starting point and the principal objective of this research was the edition of the manuscript I-Pca, 1888-1, an important autograph of Violin music written by Giuseppe Tartini (ca. 1750). The aim was of reconstructing the whole set of 31 complete sonatas as recommended by P. Braianrd (1961, 1970). That has been possible working on the array of Roman numbers written by Tartini to arrange his sonatas in a gradual order. After Sonata XXV this number array was interrupted, and, in the second part of the manuscript, you can only recognize six sonatas: one sonata from one tip given by the author, five more thanks to some exact spots showing similar handwriting. This kind of reconstruction has led to a new editorial proposal, which provides new and unexpected details of music practice, new tips and musical suggestions written by Tartini himself as well as problematic notational habits not yet examined in former studies and editions (Brainard, 1959; Guglielmo, 1970; Farina, 1980). The unaccompanied Violin music by Tartini was studied like a sort of unicum in European history of music, not comparable to the great north European tradition (from Baltzar, Biber, Westhoff to Bach, Pisendel and Geminiani). The present study wants to fill this ´critical gap´ between Tartini and the great representatives of north European music, focusing on the first part of the quoted autograph, introducing 13 Solos with a written bass line. To achieve such a result, all possible connections between the Tartini’s Solos with a bass and the contemporary north European accompained Solos tradition were taken into consideration. The first and most important connection is his attested contact with the Court of Frederick the Great, to whom he sent (via Francesco Algarotti) a collection of Solos with a “basso per cerimonia”, today lost, which was for sure taken from the above-named autograph. (see “Lettera di Giuseppe Tartini al Sig. Conte Fr. Algarotti”, Padova, 24 febbraio 1750). The research was concentrated on a large amount of German sources exploring the accompaniment of a Solo for violin, in order to define a sort of north European musical milieu (C. P. E. Bach, Quantz, Löhlein, Kürzinger, Eisel, L. Mozart) which was not so far from the ´Tartinian manner´ (as seen in direct scholars like Nardini, or further disciples like Campagnoli, Barbella). This sort of “bass” was intended like a bass bowed melodic instrument (probably close to the so called “viola di spala (sic)”, “violoncello da spalla”, “basset[t]e” or, as a synonym, “violoncello”), and not as a thorough bass (for the harpsichord). This particular bass line was also used by Tartini to accompany a violin (notated with single or double string), in order to reach new effects of timbre. All the bass lines in the Paduan autograph were analyzed, with a view to obtaining a ´map´ of Giuseppe Tartini’s counterpunctual methods, so as to define what kind of “bass” (continuo, seguente or both) he used, how, where, when, and why. Padova, 31 gennaio 2013 Gregorio Carraro

ABSTRACT (ITALIANO) “Problemi di interpretazione e prassi esecutiva nelle sonate dell´autografo I-Pca 1888-1 di Giuseppe Tartini” L´obiettivo operativo del presente studio è l´edizione dell´autografo tartiniano I-Pca, 1888/1, sulla base della serie di 31 sonate proposta da Paul Brainard (1970). Questa serie di soli violinistici (in parte con il basso, in parte senza basso) è stata ottenuta proseguendo la numerazione romana scritta dal compositore per ordinare le sonate in progressione, riprendendola da dove Tartini l´aveva interrotta, ossia dalla sonata n. XXVI. Dalla sonata XXVI alla XXXI si è riusciti a ottenere una progressione di gruppi di movimenti graficamente coesi, a parte la sonata XXVI, la cui struttura è suggerita direttamente da un´annotazione autografa. Si è così giunti ad una nuova proposta editoriale, che mette in luce nuovi spunti di prassi esecutiva, inedite annotazioni autografe, usi notazionali problematici che nei precedenti studi ed edizioni (Brainard, 1959; Guglielmo, 1970; Farina, 1980) non erano stati ancora esaminati. I soli per violino non accompagnato nell´autografo padovano, sono sempre stati studiati come un unicum nella storia della musica europea, e, come tali, inconfrontabili con la grande tradizione nord europea (da Baltzar, Biber, Westhoff a Pisendel, Geminiani, Telemann, Roman, e, tra tutti, J. S. Bach). Il presente studio vuole colmare questo ´gap´ critico tra Tartini e la tradizione musicale nord europea, mettendo a fuoco la prima parte dell´autografo, dove ci sono 13 Soli con il basso. Per raggiungere tale risultato, si è considerata ogni possibile connessione tra i Soli accompagnati di Tartini e la coeva tradizione nord europea di accompagnamento del Solo. La prima connessione e più importante è il provato contatto tra Tartini e la corte di Federico il Grande, al quale egli inviò (via Francesco Algarotti) una collezione di Soli con un “basso per cerimonia”, oggi perduti, che per certo sono stati presi dall´autografo padovano (vedi: Lettera di Giuseppe Tartini al Sig. Conte Fr. Algarotti, Padova, 24 Febbraio 1750). Si sono prese in esame un buon numero di fonti sull´accompagnamento del Solo violinistico (C. P. E. Bach, Quantz, Löhlein, Kürzinger, Eisel, L. Mozart, etc…) al fine di individuare una sorta di milieu nord europeo che non fosse così lontano dalla maniera tartiniana (come riscontrata anche negli allievi diretti come Nardini, o negli allievi ´di seconda generazione´, come Campagnoli e Barbella). Questa sorta di “basso” era inteso come uno strumento melodico ad arco (probabilmente vicino alla cosiddetta “viola di spala (sic)”, “violoncello da spalla”, “basset[t]e”, o, come sinonimo, “violoncello”), e non come un basso continuo (per il clavicembalo). Questa particolare linea di basso fu usata da Tartini per accompagnare un violino (notato a corde doppie o singole), al fine di sperimentare nuovi effetti timbrici. Tutte le linee di basso nell´autografo padovano sono state analizzate, al fine di ottenere una mappa degli usi contrappuntistici tartiniani, per definire come usasse la linea del basso (continuo o seguente), in che modo cioè interpretasse l´interazione di questa con la parte violinistica. Padova, 31 gennaio 2013 Gregorio Carraro

Problemi di interpretazione e prassi esecutiva nelle sonate dell'autografo I-Pca 1888-1 di Giuseppe Tartini / Carraro, Gregorio. - (2013 Jan 31).

Problemi di interpretazione e prassi esecutiva nelle sonate dell'autografo I-Pca 1888-1 di Giuseppe Tartini

Carraro, Gregorio
2013

Abstract

ABSTRACT (ITALIANO) “Problemi di interpretazione e prassi esecutiva nelle sonate dell´autografo I-Pca 1888-1 di Giuseppe Tartini” L´obiettivo operativo del presente studio è l´edizione dell´autografo tartiniano I-Pca, 1888/1, sulla base della serie di 31 sonate proposta da Paul Brainard (1970). Questa serie di soli violinistici (in parte con il basso, in parte senza basso) è stata ottenuta proseguendo la numerazione romana scritta dal compositore per ordinare le sonate in progressione, riprendendola da dove Tartini l´aveva interrotta, ossia dalla sonata n. XXVI. Dalla sonata XXVI alla XXXI si è riusciti a ottenere una progressione di gruppi di movimenti graficamente coesi, a parte la sonata XXVI, la cui struttura è suggerita direttamente da un´annotazione autografa. Si è così giunti ad una nuova proposta editoriale, che mette in luce nuovi spunti di prassi esecutiva, inedite annotazioni autografe, usi notazionali problematici che nei precedenti studi ed edizioni (Brainard, 1959; Guglielmo, 1970; Farina, 1980) non erano stati ancora esaminati. I soli per violino non accompagnato nell´autografo padovano, sono sempre stati studiati come un unicum nella storia della musica europea, e, come tali, inconfrontabili con la grande tradizione nord europea (da Baltzar, Biber, Westhoff a Pisendel, Geminiani, Telemann, Roman, e, tra tutti, J. S. Bach). Il presente studio vuole colmare questo ´gap´ critico tra Tartini e la tradizione musicale nord europea, mettendo a fuoco la prima parte dell´autografo, dove ci sono 13 Soli con il basso. Per raggiungere tale risultato, si è considerata ogni possibile connessione tra i Soli accompagnati di Tartini e la coeva tradizione nord europea di accompagnamento del Solo. La prima connessione e più importante è il provato contatto tra Tartini e la corte di Federico il Grande, al quale egli inviò (via Francesco Algarotti) una collezione di Soli con un “basso per cerimonia”, oggi perduti, che per certo sono stati presi dall´autografo padovano (vedi: Lettera di Giuseppe Tartini al Sig. Conte Fr. Algarotti, Padova, 24 Febbraio 1750). Si sono prese in esame un buon numero di fonti sull´accompagnamento del Solo violinistico (C. P. E. Bach, Quantz, Löhlein, Kürzinger, Eisel, L. Mozart, etc…) al fine di individuare una sorta di milieu nord europeo che non fosse così lontano dalla maniera tartiniana (come riscontrata anche negli allievi diretti come Nardini, o negli allievi ´di seconda generazione´, come Campagnoli e Barbella). Questa sorta di “basso” era inteso come uno strumento melodico ad arco (probabilmente vicino alla cosiddetta “viola di spala (sic)”, “violoncello da spalla”, “basset[t]e”, o, come sinonimo, “violoncello”), e non come un basso continuo (per il clavicembalo). Questa particolare linea di basso fu usata da Tartini per accompagnare un violino (notato a corde doppie o singole), al fine di sperimentare nuovi effetti timbrici. Tutte le linee di basso nell´autografo padovano sono state analizzate, al fine di ottenere una mappa degli usi contrappuntistici tartiniani, per definire come usasse la linea del basso (continuo o seguente), in che modo cioè interpretasse l´interazione di questa con la parte violinistica. Padova, 31 gennaio 2013 Gregorio Carraro
31-gen-2013
ABSTRACT (ENGLISH VERSION) “Problems of Interpretation and Performance Practice in the Autograph Sonatas by Giuseppe Tartini (I-Pca 1888-1)” The starting point and the principal objective of this research was the edition of the manuscript I-Pca, 1888-1, an important autograph of Violin music written by Giuseppe Tartini (ca. 1750). The aim was of reconstructing the whole set of 31 complete sonatas as recommended by P. Braianrd (1961, 1970). That has been possible working on the array of Roman numbers written by Tartini to arrange his sonatas in a gradual order. After Sonata XXV this number array was interrupted, and, in the second part of the manuscript, you can only recognize six sonatas: one sonata from one tip given by the author, five more thanks to some exact spots showing similar handwriting. This kind of reconstruction has led to a new editorial proposal, which provides new and unexpected details of music practice, new tips and musical suggestions written by Tartini himself as well as problematic notational habits not yet examined in former studies and editions (Brainard, 1959; Guglielmo, 1970; Farina, 1980). The unaccompanied Violin music by Tartini was studied like a sort of unicum in European history of music, not comparable to the great north European tradition (from Baltzar, Biber, Westhoff to Bach, Pisendel and Geminiani). The present study wants to fill this ´critical gap´ between Tartini and the great representatives of north European music, focusing on the first part of the quoted autograph, introducing 13 Solos with a written bass line. To achieve such a result, all possible connections between the Tartini’s Solos with a bass and the contemporary north European accompained Solos tradition were taken into consideration. The first and most important connection is his attested contact with the Court of Frederick the Great, to whom he sent (via Francesco Algarotti) a collection of Solos with a “basso per cerimonia”, today lost, which was for sure taken from the above-named autograph. (see “Lettera di Giuseppe Tartini al Sig. Conte Fr. Algarotti”, Padova, 24 febbraio 1750). The research was concentrated on a large amount of German sources exploring the accompaniment of a Solo for violin, in order to define a sort of north European musical milieu (C. P. E. Bach, Quantz, Löhlein, Kürzinger, Eisel, L. Mozart) which was not so far from the ´Tartinian manner´ (as seen in direct scholars like Nardini, or further disciples like Campagnoli, Barbella). This sort of “bass” was intended like a bass bowed melodic instrument (probably close to the so called “viola di spala (sic)”, “violoncello da spalla”, “basset[t]e” or, as a synonym, “violoncello”), and not as a thorough bass (for the harpsichord). This particular bass line was also used by Tartini to accompany a violin (notated with single or double string), in order to reach new effects of timbre. All the bass lines in the Paduan autograph were analyzed, with a view to obtaining a ´map´ of Giuseppe Tartini’s counterpunctual methods, so as to define what kind of “bass” (continuo, seguente or both) he used, how, where, when, and why. Padova, 31 gennaio 2013 Gregorio Carraro
Tartini Autograph I-Pca 1888-1 Solo Sonatas Bass Ornamentation Padua Edition Music Le sonate dell' autografo padovano
Problemi di interpretazione e prassi esecutiva nelle sonate dell'autografo I-Pca 1888-1 di Giuseppe Tartini / Carraro, Gregorio. - (2013 Jan 31).
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